Il romanzo delle Olimpiadi
di Alfredo Pigna
Editore Mursia, 2012
pp. 356
€ 16
E anche la XXX Olimpiade è giunta al termine: tra
spettacoli, celebrazioni, tributi e musica (tanta musica), si è svolta domenica
sera la cerimonia di chiusura di Londra 2012. Per chi in queste settimane è
rimasto incollato al televisore programmando le giornate estive sulla base
delle gare da seguire, ma anche per chi in fondo dello sport non è mai stato un
fan incallito, Alfredo Pigna ci regala un interessante racconto a metà strada
tra romanzo e cronaca, che conduce il lettore in un viaggio nella storia
dell’Olimpiade.
Con la precisione del giornalista di lunga data, osservatore
privilegiato di quasi cinquant’anni di cronaca sportiva, in questo ultimo libro
Pigna sceglie di raccontare la storia di un evento mondiale unico nel suo
genere, partendo dalle origini antiche e ripercorrendo una dopo l’altra tutte
le Olimpiadi che sono seguite in epoca moderna, fino ad arrivare a Londra 2012.
Ma ciò che rende ancor più interessante questo lavoro è la scelta di raccontare
soprattutto gli uomini protagonisti dell’evento, eroi e leggende, ma anche
uomini comuni entrati per un attimo nella storia, che al di là dei record e dei
risultati hanno saputo affascinare lo spettatore, per le imprese, i sacrifici,
le debolezze, il carattere. Nomi divenuti famosi e conosciuti dal grande
pubblico, ma anche altri la cui fama è durata giusto il tempo di un’Olimpiade e
che oggi in gran parte vengono ricordati dai veri appassionati. Pigna sceglie
di dedicare queste pagine proprio a tutti questi personaggi che con le loro
imprese hanno lasciato un segno nella storia del più suggestivo evento sportivo
mondiale e lo fa con uno stile particolare che cattura il lettore pagina dopo
pagina, storia dopo storia: partendo dal dato storico che introduce ogni
capitolo tracciando un quadro generale relativo all’Olimpiade di quell’anno, la
cronaca lascia presto il posto ad un racconto romanzato, in cui parole e
pensieri -verificati o anche solo immaginati- dietro le imprese servono a
creare un’atmosfera intima e partecipe tra lettore e personaggio.
Il risultato,
come poc’anzi anticipato, è una lettura capace di coinvolgere non soltanto
tifosi e fan più fedeli, bensì un pubblico più vasto che al di là del dato
tecnico apprezza il racconto di un evento che sempre si intreccia con la
politica, la storia, le evoluzioni della società e che quindi va letto in
questa chiave, a tutto tondo, con l’attenzione che merita il fatto sportivo
certo, ma con uno sguardo quanto più possibile aperto alle molteplici questioni
che lo compongono. Perché seguire la storia delle Olimpiadi è in fondo seguire
anche la storia del mondo, i suoi conflitti ed interessi, il costume che
cambia. Trenta Olimpiadi moderne, che tuttavia devono la loro esistenza ad una
tradizione antichissima e gloriosa nata ad Atene nel 776 a.C. ed interrotta nel
393 d.C. per volere di Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, erroneamente giudicata
come una delle numerose tradizioni pagane da estirpare in seguito all’editto di
Costantino. Una nobile tradizione tuttavia che l’avvento del Cristianesimo non
ha potuto cancellare dalla memoria e dalle cronache antiche, carica di fascino
e attrazione verso un evento capace di porre momentaneamente tregua a tutte le
guerre e riunire gli uomini per la gioia di partecipare ad una competizione sportiva
in cui celebrare la forza, il coraggio, la disciplina (ma che, va ricordato,
per molto tempo è stata preclusa alle donne sia come spettatrici che
partecipanti).
Come tutti sanno è grazie a Pierre de Coubertin che questa
antica tradizione è stata nuovamente ripristinata, a partire dal 1896 ed ogni
quattro anni, segnando l’inizio delle Olimpiadi moderne. Un viaggio che dalla
rinascita ad Atene ha portato l’evento in giro per il mondo, con sempre
maggiore seguito e impegno, partecipazione di pubblico e atleti. Impossibile
fare in tal sede anche solo una panoramica veloce dei tanti personaggi che
Pigna nel suo libro sceglie di raccontare, tra nomi leggendari come Dorando
Pietri il maratoneta di Carpi che pur squalificato è entrato nel mito, Jim
Thorpe l’indiano d’America conosciuto come l’”uomo miracolo” di decathlon e
pentathlon, Nadia Comaneci la prodigiosa ginnasta venuta dalla Romania, fino ad
arrivare ad Aldo Montano, Valentina Vezzali, Usain Bolt, Michael Phelps eroi
dei nostri giorni, ed altre storie meno note comunque appassionanti. Un
racconto che come si è sottolineato non manca di inserire l’evento sportivo nel
più ampio quadro socio-politico mondiale, narrando le crisi e le difficoltà
nell’organizzare i Giochi e i momenti più drammatici nella loro storia: le
proteste di Città del Messico ’68 simbolicamente culminate nel pugno chiuso
guantato in nero degli americani Smith e Carlos; il terribile dramma di Monaco
’72 con l’uccisione degli otto ostaggi israeliani; il boicottaggio prima da
parte statunitense e poi russa nel clima della guerra fredda, che come Pigna
sottolinea ha messo in discussione il significato stesso delle Olimpiadi.
Nonostante questi fatti drammatici la tradizione
dell’Olimpiade ha saputo resistere nel tempo, pur in diverse occasioni vedendo
incrinarsi quel principio di pace e fratellanza sulla cui base è stata ideata,
ma è stata anche capace di regalare forti emozioni di cui molte immagini
leggendarie rimangono impresse indelebili nella nostra mente, momenti in cui lo
sport si fa straordinario.
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