Arrivare a Mantova è stata una boccata d'aria fresca. È sembrato di vivere in un altro mondo: un mondo fatto di parole, pensieri e idee, di belle facce, di autori, di gente in cerca di conoscenza e di confronto con il giusto spirito critico.
L'unico limite che il vostro inviato ha notato è, paradossalmente, uno dei suoi maggiori pregi: il numero degli incontri interessanti. Talmente tanti che è impossibile, a meno di non avere il potere di sdoppiarsi, poter partecipare a tutti. Per questo, purtroppo, è stato necessario in questa giornata, e ancora di più lo sarà nelle prossime quando il programma sarà ancora più denso di appuntamenti, operare delle scelte.
Una delle peculiarità del Festival della Letteratura di Mantova si deduce proprio dal nome: non è un festival del marketing, degli editori o degli autori, ma della letteratura in quanto tale. Senza nulla togliere a questi importantissimi aspetti, infatti, negli ultimi tempi, nelle varie manifestazioni in giro per l'Italia, si è forse privilegiata la forma al contenuto.
La forma è certamente importante (come si farebbe a vendere un libro se non si curasse l'aspetto del marketing oppure della presentazione di un autore di punta?), ma è importante che esista ancora un festival che favorisca l'elemento che riunisce tanti pazzi in un festival letterario: la letteratura, appunto, e dunque le parole nei loro vari aspetti.
Durante la prima giornata il vostro inviato ha partecipato a due incontri: il primo per la presentazione del libro di Massimo Gramellini, "Fai bei sogni", e il secondo dedicato alla figura di Tiziano Terzani.
Due incontri e due autori apparentemente molto diversi tra di loro, ma che avevano in comune un punto fondamentale: il rapporto tra il giornalismo e la letteratura e, dunque, la letteratura come mezzo per cercare la Verità.
Come il giornalista, infatti, ci dovrebbe raccontare la Verità, lo scrittore ci racconta, invece, la Vita. Come ci ha detto lo stesso Gramellini:
Scrivendo questo libro ho scoperto che, in me, rimaneva un senso di credito, che il mondo mi doveva ancora qualcosa. Io rivendico il diritto di parlare dei propri sentimenti in pubblico perché, proprio mettendo me stesso nel libro, le persone si sono riconosciute e mi hanno raccontato le loro storie.
È, dunque, quest'aspetto intimo, personale, con cui uno scrittore (e la letteratura in generale), passando dal particolare al generale, può riuscire a raccontarci la vita di noi tutti, a patto di non scadere nel sentimentalismo o nel cronachismo.
Forse ancora meglio del giornalismo perché, ci ha detto lo stesso Gramellini con estrema onestà, terminando l'incontro:
Quello che apprendiamo dai Media non è mai completamente Falso, né mai completamente Vero.
Il secondo incontro, che ha terminato la giornata del vostro inviato, è stata quella in ricordo di Tiziano Terzani, grazie alla musica di Rita Marcotulli al pianoforte, creando una suggestione da vero e proprio spettacolo teatrale, le letture dell'attore Silvano Piccardi tratte dai libri di Terzani, le parole e le immagini dello stesso Terzani durante la sua apparizione al Festival della Letteratura di Mantova nel 2002 (che è stata anche la sua ultima apparizione in pubblico).
Un ricordo che ha un valore non soltanto storico, ma anche politico: quello è, infatti, l'anno dell'attentato alle Torri Gemelle di New York e delle guerre "contro il terrorismo" di George Bush, che troveranno in Terzani un fiero avversario, contrapponendosi, così, alla sua "innominabile concittadina" Oriana Fallaci, stanandolo dal suo fiero esilio.
La particolarità di Terzani risiede anche nella presentazione del libro uscito in quel periodo, "Lettere contro la guerra", che, com'è stato ricordato durante quest'incontro, furono svolte in luoghi non certo usuali: prigioni, scuole, teatri, ospedali, ma non nelle librerie che lui riteneva luoghi "troppo salottieri".
Al di là degli specifici argomenti di cui tratta Terzani in questo libro (le guerre americane, la cosiddetta strategia contro il terrorismo islamico, la fine della coscienza da parte dell'uomo contemporaneo, ecc.), anche lui vuole raccontarci la (sua) Verità attraverso la Vita. Fa, dunque, Letteratura poiché citando le parole di Terzani:
Il giornalismo è alla base della Storia: è questa è una cosa di cui ho sempre sentito il peso e la responsabilità
Con queste parole la prima giornata del Festival della Letteratura di Mantova si è conclusa. Una giornata piena e intensa, in cui si è parlato di come la letteratura possa ancora descrivere ed incidere sul reale attraverso le parole. Ma, per fortuna, non è finita qui!
Rodolfo Monacelli
Le nostre foto su Photobucket:
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