Prima giornata: sabato 20 ottobre
Pigneto, Roma
Gente che chiacchiera. Passando da Vida do Brasil pare che ci sia solamente gente che chiacchieri. Tante copertine colorate di libri lungo via del Pigneto, pochi cartelloni pubblicitari, nessun auditorium con poltroncine in tessuto. Una biblioteca che festeggia il suo compleanno da un giorno, molti giovani al suo interno, Ascanio Celestini che rivisita la storia attraverso una storia dal carcere: Pro Patria, la prima orazione.
Un excursus storico-politico intreccia similitudini di eventi, dalla fuga di Pio IX alla Repubblica Romana che sfocia nel Risorgimento Italiano, dalla Lotta di Liberazione Nazionale agli anni Settanta. Si evince il Positivismo della Storia, scritta sempre dai vincitori e dunque sempre “cavalleresca”, i personaggi tramandati nei secoli diventano eroi, sono stati eroi, si dice; ma lo erano realmente? Garibaldi è davvero stato un eroe o sono stati i posteri a renderlo tale? Karl Marx, Sandro Pertini e Papa Wojtyła, la triade ricorrente degli eroi secondo Ascanio Celestini.
Ironia, beffeggiamento dello status quo presente e passato, mescolanza di argomenti, vagheggiamenti spesso irrisolti, enumerazioni dei motivi tipici dell’anticonformismo di sinistra. Si parla anche di libri, oltre che di politica alla Biblioteca Goffredo Mameli, ed “è dannoso trovarci delle verità” dichiara lo scrittore romano, nessuno si leghi troppo ad un libro e lo renda condotta morale, si rischia di perdersi in esso.
Più tardi L’incredibile storia di Sundjata Re Mondingo con il griot Madya Diebatè e la musicista Silvia Balossi alla kora. All’Hula Hoop Club in serata si parla di blog, dal libro-feticcio al blog letterario: come si mettono in rete le storie. A Vida do Brasil ancora gente che chiacchiera, la chiamano la posta dell’editor: aspiranti scrittori con scritti stampati portati al tavolino ad editor professionisti “con un mojito in mano”, racconti brevi vengono sottoposti ai due scrittori Francesco Pacifico e Michele Vaccari.
Libri, Musica, Bere e Mangiare le parole chiave. ROMA UNDERGROUND, la definisce Laura Mancini, quella del mal di libri anche, in cui le presentazioni non sono proclamate, ma le scovi per caso in un’enoteca o in un club mentre sorseggi un calice di Verdicchio. Ecco come la gente dell’aperitivo si trova improvvisamente coinvolta in un’intervista o in un dibattito, ma soprattutto nel mezzo di una storia raccontata dall’autore.
Mal di libri, ideato nel 2010 dall’associazione Circolo Fortebraccio, pone le basi sul principio dell’originalità: ecco come la cultura si trapianta nelle strade, nei luoghi frequentati dalla folla e vissuti dalla moltitudine, così un festival può diventare una festa e le arti intrecciarsi senza costrizioni nella libertà della piazza. Una libertà disordinata, a volte, che sotterra gli eventi nella folla e non li trovi più.
Isabella Corrado