di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata
n° volumi: 12
distribuito in italia da: Planet Manga
Death Note è un manga composto
da 108 capitolo raccolti in 12 tankobon, ideato e scritto da Tsugumi
Ohba e disegnato da Takeshi Obata. Compare per la prima volta in
Giappone su Weekly Shonen Jump nel dicembre del 2003 e viene
pubblicato con la cadenza di un capitolo a settimana fino al maggio
2006. Il successo del manga fu subito clamoroso, i capitoli vennero
raccolti nei 12 volumetti da collezione e ne fu tratta una versione
animata di 37 episodi il cui primo venne trasmesso in Giappone il 3
ottobre 2006. In seguito anche la casa editrice italiana Planet Manga
acquistò i diritti e distribuì il manga in Italia, mentre i diritti
dell'anime vennero acquistati nel 2008 da MTV che ne trasmise gli
episodi doppiati in lingua italiana. Il doppiaggio italiano però non
rende giustizia ai dialoghi giapponesi poiché le voci sono molto
diverse e inoltre sono state eseguite le solite operazioni di censura e
taglio che compromettono la godibilità integrale di gran parte degli anime trasmessi in Italia.
Death Note narra la storia di Light
Yagami, uno studente delle superiori, il migliore del Giappone, molto
intelligente, ma altrettanto annoiato dalla sua vita e sdegnato dalla
società in cui si svolge la sua esistenza. Ryuk, dall'alto del mondo
degli Shinigami (gli dei della morte nella mitologia giapponese)
osserva gli esseri umani e li invidia, poiché nel loro mondo
accadono un sacco di eventi, mentre il mondo degli Shinigami è
statico e noioso. Ryuk decide così di lasciar cadere sulla terra un
Death Note, un quaderno della morte. Un oggetto mistico che ha il
potere di uccidere qualsiasi essere umano il cui nome venga scritto
all'interno. Il quaderno finisce su di un prato fuori dalla scuola
di Light, che vedendolo cadere dal cielo lo raccoglie e lo sfoglia.
Sul retro della copertina ne trova le istruzioni per l'uso che
recitano così[1]:
Quindi:
- L'umano il cui nome viene scritto su questo quaderno morirà.
- Il quaderno non avrà effetto, a meno che colui che scrive non abbia in mente il volto della persona che intende uccidere. In questo modo verranno evitate le morti di eventuali omonimi.
- Se la causa della morte è specificata entro 40 secondi dalla scrittura del nome, essa si verificherà.
- Se la causa della morte non viene specificata, la persona morirà di arresto cardiaco.
- Dopo aver specificato la causa della morte, altri dettagli possono essere aggiunti entro i successivi 6 minuti e 40 secondi.
Light è
tentato di gettarlo nuovamente per terra poiché pensa si tratti di
uno scherzo, ma alla fine lo infila nello zaino per poi esaminarlo
meglio a casa. Non potendo resistere alla curiosità decide di
testare il Death Note, utilizzando come cavia un criminale che aveva
preso in osteggio dei bambini e di cui la TV giapponese stava
trasmettendo le immagini del crimine in diretta. Light scrive il suo
nome, e attende i fatidici 40 secondi. Sotto i suoi occhi stupefatti
il criminale muore di arresto cardiaco. Il Death Note funziona
davvero e Light realizza di essere appena diventato padrone di un potere quasi divino. Poco dopo appare ai suoi occhi lo Shinigami Ryuk,
sceso sulla terra per seguire da vicino le vicende del ragazzo e
sconfiggere così la sua noia, così per una strana coincidenza i due
“annoiati” si trovano l'uno accanto all'altro. Light decide che
userà il quaderno per eliminare ogni singolo criminale sulla terra,
in modo da creare un nuovo mondo, un mondo in cui lui rappresenta la
Giustizia e il Giudice Supremo, in altre parole un dio. Le morti di
criminali per infarto si susseguono rapidamente in Giappone e
l'interpol si insospettisce, arrivando a supporre che si possa
trattare di omicidi, anche se nessuno è in grado di spiegare come
possano avvenire. Entra in scena quindi un misterioso detective, che
non si mostra mai in pubblico e si fa chiamare con lo pseudonimo di
Elle, mentre la popolazione
giapponese comincia a temere, e in alcuni casi venerare, il misterioso
assassino a cui viene assegnato il nome Kira,
a causa dell'assonanza con la pronuncia giapponese della parola
inglese “killer”. Inizia quindi un'entusiasmante partita a
scacchi, giocata attraverso trappole e stratagemmi, tra Elle e Kira,
per scoprire l'uno l'identità dell'altro e far trionfare ciascuno il
proprio concetto di “giustizia”.
La
trama viene sviluppata in modo sempre intelligente ed estremamente
avvincente, lasciando il lettore col fiato sospeso ad ogni pagina,
facendolo immedesimare con Kira o Elle, stupendolo ogni volta con la
loro arguzia e sagacia. Tuttavia la trama non è il solo punto forte
di Death Note, la sua vera sostanza sta nei temi forti, maturi,
interessanti ed attuali che è capace di toccare con essa.
Sostanzialmente
la trama di Death Note e i suoi personaggi hanno la funzione di
svolgere una critica alla società giapponese odierna, ma più in
generale a quella mondiale. Nel manga viene spesso sottolineato come
i diritti di ogni essere umano vengano spesso e volentieri
calpestati, come nelle grandi città vengano commessi orrendi crimini
che il più delle volte rimangono impuniti, a causa della scarsa
efficienza della polizia o della corruzione. Light, il protagonista,
sente questa problematica molto forte dentro di sé e cerca di
rimediare attraverso il suo Death Note. Light è convinto che
eliminando con esso ogni singolo malvivente, il tasso di criminalità
mondiale calerà, ed in effetti la sua convinzione si rivelerà vera,
poiché i criminali cominceranno a pensare che le loro azioni
malvagie li porteranno alla morte, attraverso quella che agli occhi
della popolazione è la giustizia divina di Kira.
La
forte domanda etica alla quale il manga ci mette di fronte è la
seguente: è giusto uccidere migliaia di persone per evitare che
vengano commessi altri crimini?
In
fondo il potere di Light non è altro che una pena di morte senza
processo, e in alcuni paesi, come gli Stati Uniti, la pena di morte è
una condanna ancora utilizzata. Quel che ci si chiede leggendo Death
Note è proprio questo, se è veramente giusto sentenziare la vita o
la morte di una persona.
Light
è convinto che la sua sia giustizia, di essere una specie di
mietitore di anime peccaminose, infatti nella copertina del primo
volumetto viene anche raffigurato con una falce in mano per
rafforzare questa metafora.
Elle è
convinto del contrario, classifica Light/Kira come un terribile
pluri-omicida, uno dei peggiori criminali mai esistiti al mondo. Si
fa portavoce della giustizia umana. A
Light questa cosa non va affatto giù. E' proprio quando Elle
annuncia a tutto il Giappone che Kira non è altro che un criminale,
uguale se non peggiore a quelli che egli stesso uccide, che lo
vediamo andare su tutte le furie e decidere che eliminerà a tutti
costi il detective. Elle non è un criminale, ma Light lo vuole
uccidere ugualmente, ad un tratto la sottile linea che lo separava
dalle sue vittime scompare. Light è un'altra persona adesso.
Un'altra
tematica che viene sviluppata dal manga è proprio la doppia
personalità, la psicosi, le maschere che ognuno indossa per
rapportarsi con gli altri o con se stesso. Light agli occhi della
famiglia è il miglior studente dell'intero Giappone, un ragazzo
diligente con un radioso futuro davanti, una persona cordiale e
gentile, sempre pronta a dimostrare affetto al suo prossimo. Light,
inserito nel contesto della società, è il ragazzo che ogni madre
vorrebbe vedere accanto alla propria figlia.
E il
Light che uccide? Kira è il suo terribile alter-ego, nel buio della
propria cameretta Kira commette omicidi scrivendo su un quaderno, a
sangue freddo e gioendo della morte altrui. Indossata la maschera di
Kira, Light diventa un mostro. Tuttavia non è Kira la maschera di
Light, è il contrario, Light è la maschera di Kira. Light fa di
tutto per nasconderlo, se la sua vera identità venisse scoperta
sarebbe la sua fine. Tuttavia il giovane studente è perfettamente
consapevole delle maschere che anche gli altri indossano, e non esita
a sfruttare la cosa a suo vantaggio. Kira è un freddo calcolatore.
In effetti capita spesso di porsi la domanda che fa da fulcro al
manga: è giusto uccidere qualcuno anche se un criminale? Ciò su cui
però Light ci fa riflettere è il contesto in
cui daremmo la nostra risposta. La nostra risposta sarebbe uguale di
fronte ai nostri amici o di fronte solo a noi stessi? Quel che
diciamo è sempre davvero quel
che pensiamo? Quel che pensiamo coincide sempre al nostro intimo
istinto o alla nostra sfera inconscia?
La questione è spinosa e obbliga il lettore a mettersi davanti ad
uno specchio per confrontarsi solo ed esclusivamente con se stesso.
Forse
è proprio per il forte coinvolgimento che il lettore sente nelle
vicende narrate che Death Note ha acquisito un successo così
clamoroso, diventando un vero e proprio cult del
manga giapponse. Le sue vendite e la sua posizione in classifica sono
state e sono tutt'ora molto alte, pur non trattandosi di un manga di
genere main-stream.
Eppure
l'influenza che ha avuto sul pubblico è stata tale da far
preoccupare anche qualche psicologo. Vediamo perché.
Il
potere decisionale di vita o di morte tramite la semplice scrittura
di un nome su un quaderno è stato un concetto che ha davvero
affascinato, a volte in modo un po' macabro, le menti dei giovani
lettori giapponesi. Contemporaneamente alla sua pubblicazione
infatti, alcuni ragazzini hanno cominciato a “costruire” dei
Death Note con cui spaventavano compagni di classe e professori
minacciando di poterli uccidere scrivendo il loro nome sul quaderno.
Che sia una semplice burla o meno, è significativo constatare quanto
il manga abbia influenzato questi ragazzi. A riprova di ciò possiamo
anche dire che in Cina la vendita del manga è vietata “per
prevenire la salute fisica e mentale dei giovani”, un rimedio
estremo che tuttavia ha davvero il suo fondamento.
Venendo
infine all'aspetto più tecnico Death Note si presenta con dei
disegni curati sotto ogni punto di vista. Essendo orientato verso un
pubblico un po' più adulto, in grado di interessarsi e di
comprendere le tematiche trattate, anche lo stile di disegno è più
ricercato rispetto ad uno Shonen di combattimento ad esempio.
L'anatomia dei personaggi è meno astratta e gli sfondi molto
particolareggiati, a volte foto-realistici. Sul talento di Takeshi
Obata non si può discutere, le tavole sono incantevoli, il
charachter design accattivante, l'atmosfera ricreata indimenticabile.
Altrettanto
si può dire di Tsugumi Ohba, lo scrittore o scrittrice della trama.
La sua identità non è conosciuta poiché si cela appunto sotto uno
pseudonimo. Death Note è stato il suo manga di esordio, e il suo
successo clamoroso è dovuto soprattutto al suo intreccio,
complicato, intelligente, ricco di suspence e colpi di scena, in cui
elementi thriller, polizieschi, horror e gothic si intrecciano per
dare vita ad una miscela esplosiva capace davvero di tenere incollati
alle pagine. Attualmente Ohba e Obata stanno nuovamente collaborando
nella realizzazione del manga Bakuman, un
altro manga di gran successo, ma di cui parleremo un'altra volta.
A. Dario Greco
[1]Ryuk scrive le istruzioni in Inglese
perché non sa chi raccoglierà il quaderno e quindi sceglie la
lingua più usata sulla terra.
Elle |
L'altro personaggio chiave è Elle. Il suo nome vero viene rivelato nel corso della storia per ovvi motivi: è il primo vero nemico di Kira, un giovanissimo investigatore privato, della stessa età di Light, ma diverso da lui in tutto e per tutto. Al look curato di Light corrisponde quello decisamente trasandato di Elle: capelli lunghi, vestiti larghi, occhiaie profonde, occhi e capelli scuri, nonché l'abitudine di sedere con le gambe appoggiate al petto, a piedi nudi, divorando dolci e zucchero senza sosta. Elle sembra molto solo, per niente popolare, ma ciò che lo accomuna a Light sono doti come l'intuito, l'intelligenza che sa di genialità e perspicacia: dal punto di vista intellettuale i due sono perfettamente compatibili. Rivestono i valori della classica opposizione tra Bene e Male, perché questa è la lotta che viene portata avanti in Death Note, come in tante altre storie. Nei fermo immagine che descrivono i loro pensieri, molto spesso vengono ritratti con colori diversi: Light di un rosso che spicca anche nel suo sguardo ed Elle di un blu intenso; Light a tratti rappresenta la furia, il desiderio cieco di estirpare dal mondo i criminali per vivere in una società finalmente giusta, Elle rappresenta il principio per cui non sta a nessuno decidere della vita e della morte di altri essere umani, anche se criminali. Light è cresciuto in una famiglia serena, che sa di normalità, Elle in un orfanotrofio. Il fenomeno che ha accompagnato l'uscita del manga e dell'anime è stata un vero e proprio confronto tra coloro che associavano a questi due personaggi i loro valori in tema di vita, morte e giustizia, che in Italia hanno preso il nome di Ellini e Lightini, o Raitini, visto che il nome di Light in giapponese si pronuncia "Raito". L'esperienza di vivere in prima persona il successo di Death Note (così come di altre serie) comprende la lettura del manga, quindi la visione dell'anime in lingua originale sottotitolata. In questo modo si potevano confrontare le due versioni del manga e dell'anime, peraltro molto simili, e gustare appieno la lingua giapponese, con le sue sfumature più poetiche o con quelle più violente; imparando a capire la pronuncia delle parole e dei nomi originali. Elle viene pronunciato Eru, Killer in giapponese diviene "Kira" e solo così possiamo spiegarci le ragioni per cui il primo possessore del quaderno viene chiamato proprio Kira. Credo sia questo uno degli elementi più affascinanti del fenomeno, la possibilità di viverlo senza i filtri della lingua e del doppiaggio, che toglie sempre un po' all'originale, come la traduzione di qualsiasi testo.
Screenshot di Naomi e Raye disegnati come la Pietà di Michelangelo |
Tornando al rapporto tra Elle e Light, risulta essere il più bello e il più sfaccettato, poiché per varie vicissitudini tra loro nasce un rapporto che ha molto dell'amicizia e del confronto duro e onesto, ad armi pari, se si considera il fatto che Ryuk, personaggio soprannaturale, non fa mai in modo da agevolare Light, poiché lo scopo di vedere un umano alle prese con un Death Note e per lui solo il pretesto di alleviare la sua noia, fatto piuttosto agghiacciante, peraltro. Nonostante questo a Ryuk viene anche cucito addosso un ruolo comico, per il modo in cui si contorce quando non può mangiare le sue adorate mele. La mela, in effetti, diventò un vero e proprio simbolo del fumetto, uno tra i tanti che si richiamano alla simbologia cristiana, nella serie. Le copertine dei volumetti e i disegni delle sigle presentano molti sfondi che ricordano i motivi gotici delle chiese in stile, la croce cristiana è un altro simbolo che ricorre spessissimo, sia come sfondo delle copertine sia negli accessori che Misa porta addosso, in stile puramente goth; persino certe opere d'arte a carattere religioso vengono riprese, come La Creazione di Adamo di Michelangelo, in cui al posto di Dio ci sono degli scheletri, e La Pietà, sempre michelangiolesca, in cui Naomi Misora tiene in braccio Raye Penber (due personaggi tra i più belli di tutta la storia). Altra scena che cita un passo tratto dalla Bibbia è quello in cui Elle asciuga i piedi a Light, interpretato anche come episodio che precede il tradimento di Cristo, inoltre anche Mello indossa il Rosario come accessorio e viene raffigurato anche insieme alla Madonna, con cui condivide l'iniziale del proprio nome.
Anche la musica, in alcuni brani della colonna sonora, riprende in vari punti il Requiem di Mozart, nell'arrangiamento e in certi passi del testo latino di Tommaso da Celano. La colonna sonora di Yoshihisa Hirano e Hideki Taniuchi è ricca di brani post rock, dal suono completo; le sigle di apertura e chiusura degli episodi sono forse le più familiari e orecchiabili, ma i brani strumentali che fanno da sfondo agli episodi sono davvero un valore aggiunto, rientrano di diritto tra quegli elementi fondamentali che contribuiscono a far sentire l'atmosfera della storia e che coinvolgono fino in fondo. La colonna sonora è completa per la ricchezza degli strumenti musicali e degli arrangiamenti che propone, dai brani rock misti a pianoforte a quelli ispirati alla musica classica, con archi e cori che richiamano alla mente oscurità, motivi gotici e simbologia cristiana di cui la storia è intrisa.
Il modo in cui è stata scritta e disegnata, il suo carattere avvincente, la musica dell'anime, i personaggi (sia quelli principali che quelli secondari) resi in modo vivo ed autentico, il tema appassionante, provocatorio del potere decisionale dell'uomo sulla vita degli altri, sul farsi giustizia da sé, fanno di Death Note un'opera che vale davvero il fenomeno cui ha dato origine.
Lorena Bruno
Lorena Bruno