Piramidi, uscito ormai più di 10 anni
fa, è stato il secondo libro di Elio Paoloni e faceva seguito a Sostanze (Manni, 2001) pubblicato appena
un anno prima. Da allora, fatto salvo qualche intervento saggistico su varie
riviste, la voce creativa di Elio Paoloni tace, e, a giudicare dal libro
d’esordio e in special modo da Piramidi,
è un peccato, perché si tratta di una voce suadente, sobria, curata.
Probabilmente se fosse stata tenebrosa, enfatica e trasandata il mercato
editoriale le avrebbe concesso maggior fiato per affermarsi e continuare a
rintronare il cervello dei lettori.
Piramidi descrive la condizione
esistenziale di un aspirante letterato che di fronte al muro di gomma
dell’ambiente verso cui si sentirebbe portato, si trova, quasi suo malgrado, ad
essere invece golosamente tentato e felicemente accolto da una grande compagnia
multilevel marketing che si occupa di
integratori alimentari e che gli assicura, previa rinuncia ad ogni astrazione
speculativa e allo sguardo critico, ossia ad ogni pensiero, il successo
economico e l’ascesa sociale. Potrebbero sembrare le tragicomiche avventure di
un letterato deluso e pentito sperso per il mondo del successo,
dell’adeguamento ai canoni del neoliberismo, della perdita di sé. Però Paoloni,
grazie ad uno stile affabile e ricercato, pur senza particolari sperimentalismi
espressivi, scarta sia la tragedia che la commedia (che, detto per inciso, in
Italia, per chissà quale motivo, finisce sempre per diventare farsa); ed evita
pure l’ordinato e astratto quadretto sociologico. Insomma, il personaggio che
dice io (che non ha nome) vive dentro la situazione, evita giudizi su sé e
sugli altri, descrive con spirito brillante e acuto, ma non supponente, gli
ambienti e le persone che le due attività gli permettono di frequentare. E se
per il mondo della riuscita sociale non mostra l’entusiasmo o il perfido
godimento che potrebbe suscitare, per il vacuo e pigro mondo delle lettere non
si lascia andare né alla satira rabbiosa e feroce né all’autocompatimento. Ne
risulta una situazione di stallo, d’indecisione, d’inconciliabile
giustapposizione, che, sul piano della composizione letteraria, impedisce lo
svolgimento narrativo. Paoloni descrive, spiega, suggerisce, ma non rappresenta
svolgimenti, non offre sviluppi narrativi, come se la mancata dialettica tra i
due temi non consentisse quell’incontro o scontro foriero di conseguenze
materiali o spirituali.
Il personaggio che dice io, che pure sembrerebbe
portato per la riflessione solitaria e la profondità storica è costantemente
assediato dagli spazi chiusi e affollati in cui trionfa un superficiale e
autocompiaciuto presente.
Ho già avuto modo di dire che la prosa di
Paoloni è affabile, ma curata, perciò sorprende trovare ad un certo punto una
frase come questa: «All’incrocio dei vialetti lastricati incrocio Dora». Una
ripetizione che sembrerebbe un’inavvertenza, una mancata correzione, uno sbrego
sul tessuto morbido e liscio della scrittura di Paoloni. Senonché nel finale ci
si accorge che Dora, personaggio che il protagonista frequenta in qualità di esponente
della compagnia multilevel marketing,
dalla quale è attratto sentimentalmente e che con uno stratagemma riesce ad
invitare ad un convegno letterario, Dora, appunto, avrebbe potuto rappresentare
la possibilità dell’incontro, dell’incrocio dei due temi e avrebbe potuto dar
vita ad uno sviluppo narrativo che però non viene svolto, in un finale, al
contempo, aperto e circolare che riporta all’iniziale «bavero. Non è l’abito
che fa l’uomo ma il bavero. Ti appendi qualcosa al bavero e diventi qualcosa di
preciso», un finale che è anche un ottimo esempio dello stile dell’autore,
«Withman o Diet? Seguirò il profeta della poesia o quello della sana
nutrizione? C’è contraddizione? Il vecchio dalla barba bianca era anche il
profeta della democrazia e delle conquiste. Uomini – e donne – sani e
industriosi. Ma è necessario seguire un profeta? Non ho più bavero. (…) Non
posso appenderci niente al bavero, perché non ce l’ho».
A più di
10 anni di distanza, mi piace pensare che, prima o poi, l’autore ci racconterà
gli sviluppi di un itinerario letterario che aveva preso un abbrivio tanto
promettente.