di Daria Bignardi
Mondadori, Milano 2012
pp. 200
cartaceo € 18
ebook € 9.90
Chi ho sposato? Chi è la donna che amo da quasi trent'anni?(p. 86)
Parte in sordina, va detto, il nuovo L'acustica perfetta di Daria Bignardi: si apre con l'incontro dopo sedici anni tra Arno e Sara, ex fidanzatini ai tempi del ghiacciolo a Marina di Pietrasanta. La passione si accende immediatamente, e la dichiarazione d'amore non tarda ad arrivare. Trama trita, promettente solo per qualche lettrice abituata agli Harmony. Invece, dopo qualche decina di pagine, qualcosa accade: il libro abbandona la facilità del già letto, e affronta temi ben più complessi, dopo che Arno (io-narrante) e Sara, ormai sposati, hanno tre figli. La routine familiare si muove tra il lavoro appagante di Arno, violoncellista alla Scala, e la scelta di Sara di restare a casa, a crescere i bambini. Daria Bignardi sceglie di andare oltre la vie en rose dell'incontro, ovvero passa dalla commedia romantica alla tragedia della quotidianità, con le insoddisfazioni inespresse e l'incomunicabilità del proprio scontento. Scontento di cui non si parla, anche se i cambiamenti vengono registrati a poco a poco, con paura e tentativi di dissimulazione.
Tutto sembra sotto controllo, almeno fino a quanto Sara abbandona marito e figli, dando poche spiegazioni: non poteva fare altrimenti. La crisi è soprattutto di Arno: l'io-narrante è incredulo, a lungo fatica a comprendere le motivazioni che hanno portato Sara ad allontanarsi e, soprattutto, ignora il passato di sua moglie. Solo col tempo, con attente ricerche e con la progressiva accettazione dell'abbandono, Arno prende via via coscienza di quanto sommerso vi fosse, tra lui e Sara: l'infanzia prima, e i sedici anni lontani poi, hanno sostanzialmente cambiato Sara, agendo sul suo equilibrio nervoso e mutandola in modo profondo. Tutto, senza che Arno sapesse o senza che Sara raccontasse. Se aggiungiamo che anche il migliore amico di Arno, il sardo Massimo, sapeva rintracciare già da anni la profonda scontentezza di Sara, allora possiamo immaginare le complicazioni...
O forse no. Le complicazioni sono piuttosto inattese per il lettore, e le evoluzioni della storia sono continuamente riprese da un passato che accede alla pagina per flashback, racconti, lettere e e-mail. Il lettore arriva a seguire Arno nella ricerca di Sara, a scoprire con lui il passato della moglie e a muoversi entro i dubbi e le paure dell'uomo.
Ma cosa accade quando l'unica certezza, ovvero quella di voler stare con Sara (dove, come, quando non è rilevante), viene messa in crisi? Se l'allontanamento fosse in realtà l'unico strappo necessario per vedere la realtà? E se il vero scopo della vita di Arno non fosse più Sara, cosa sarebbe della loro famiglia?
In questo Daria Bignardi sorprende: nel togliere le certezze al lettore, esattamente come ai suoi personaggi, e nel raccontare quanto la vita sa essere imprevedibile. E per questo il libro incuriosisce.
Gloria M. Ghioni
O forse no. Le complicazioni sono piuttosto inattese per il lettore, e le evoluzioni della storia sono continuamente riprese da un passato che accede alla pagina per flashback, racconti, lettere e e-mail. Il lettore arriva a seguire Arno nella ricerca di Sara, a scoprire con lui il passato della moglie e a muoversi entro i dubbi e le paure dell'uomo.
Ma cosa accade quando l'unica certezza, ovvero quella di voler stare con Sara (dove, come, quando non è rilevante), viene messa in crisi? Se l'allontanamento fosse in realtà l'unico strappo necessario per vedere la realtà? E se il vero scopo della vita di Arno non fosse più Sara, cosa sarebbe della loro famiglia?
In questo Daria Bignardi sorprende: nel togliere le certezze al lettore, esattamente come ai suoi personaggi, e nel raccontare quanto la vita sa essere imprevedibile. E per questo il libro incuriosisce.
Gloria M. Ghioni
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