Editori in Ascolto
--- intervista a Matteo Pioppi di Bébert edizioni ---
Quando è
nata la vostra casa editrice e con quali obiettivi?
La casa
editrice è nata a settembre di quest'anno (2012) con l'obbiettivo di promuovere
la conoscenza attraverso la pubblicazione di libri che siano frutto di urgenze
comunicative e di necessità espressive, e non di falsi giochi editoriali che
vanno sempre più di moda nel panorama nazionale.
Come è
composta la vostra redazione? Accettate curricula?
Nella
redazione principalmente ci sono solo io che faccio tutto, anche se sono
coadiuvato da due miei amici: un ragazzo che studia informatica a Bologna e
cura il sito e una ragazza di Osservatoriesterni.it che ogni tanto mi aiuta per
i comunicati stampa. Poi ho da poco iniziato una convenzione con l'ufficio
tirocini dell'Università di Bologna, in questo modo spero di farmi dare una
mano da ragazzi motivati e magari imparare qualcosa: io da loro e loro da me.
Di certo non li metterò a fare le fotocopie o volantinaggio come succede spesso
durante i tirocini universitari
Qual è
stata la vostra prima collana? E il primo autore?
La prima
collana è stata Niandra (saggistica) e il primo libro edito è stato quello di
Giulia Saccani “Una questione di soggettività. Genesi del brigatismo a Reggio
Emilia” (leggi la recensione di Paolo). Un saggio storico estremamente scientifico, molto apprezzato un po' da tutti, sia dal
pubblico che dalla critica come si suol dire.
Se
doveste descrivere in poche parole il vostro lavoro editoriale, quali parole
usereste?
Impegno,
dedizione totale, grandissima pazienza. E poi a volte è un più un lavoro da
psicanalista, perché alla fine hai a che fare con le persone e io do molta
importanza al lato umano della faccenda. Quindi quando ti trovi a leggere le
cose che ti arrivano, alla fine gli autori ti stanno dando il permesso di
leggere la cosa a cui tengo di più al mondo e dove lì dentro ci sono loro,
tutto quello in cui credono o non credono. Quindi poi bisogna fare un lavoro di
contenimento per riuscire a lavorare bene perché ci sono sempre in mezzo
moltissime emozioni. Però mi piace molto, perché mi da la possibilità di
crescere prima di tutto come individuo e poi anche dal punto di vista
lavorativo si imparano sempre nuove cose.
Anche se siete appena nati, quali obiettivi
ritenete di avere raggiunto e a quali puntate?
A questa
domanda non saprei cosa risponderti, perché è troppo poco tempo che esiste
bébert edizioni. Posso solo dirti che avere una distribuzione regionale (Emilia
Romagna, Marche e Abruzzo) e una distribuzione Interno 4 (http://www.ndanet.it/librerie-interno-4)
per me è già una cosa bellissima.
Un libro
che vi è rimasto nel cuore e che continuerete a riproporre al vostro pubblico.
Anche a
questa domanda faccio fatica a risponderti perché per ora ne ho pubblicati solo
due, anche se in cantiere ne ho una decina e tutti di forte spessore. Però
posso dirti che non riesco a scegliere, perché tutti i libri che ho pubblicato
e pubblicherò sono opere in cui io credo al cento per cento e ne divento il primo
fan. Quindi i libri di bébert edizioni, sono tutti bellissimi.
Come vi
ponete nei confronti delle nuove tecnologie?
Se intendi
con gli ebook, per quel che mi riguarda, non riesco ancora a capire il mezzo,
l'utilità per il lettore. Ne riconosco invece un'utilità per quanto riguarda i
libri scolastici (si eviterebbe avere nella cartella 10 kg di carta) oppure per la
digitalizzazione di libri molto antichi e rari per evitare che si perda la
conoscenza assieme al deterioramento dei materiali. In questi casi è utile.
Cosa
pensate delle mostre-mercato del libro? Hanno accusato forti cambiamenti negli
ultimi anni?
Non so
perché per ora non ho mai partecipato a queste fiere, però in futuro sono
intenzionato a partecipare.
Come vi
ponete nei confronti dell’editoria a pagamento e del print-on-demand?
Sono
totalmente contrario all'editoria a pagamento, credo sia molto triste come
cosa, e ho una pessima considerazione umana di chi la propone.
Il
print-on-demand invece credo sia una cosa utile, grazie a questo sistema si
evita di avere un magazzino troppo ingombrante e ti permette di avere sempre
tutti i libri in catalogo. Poi alla fine la stampa in digitale costa un po'
meno e ha una qualità molto simile alla stampa normale, questo credo sia una
buona cosa perché permette di essere molto più elastici alle varie offerte
editoriali.
Ritenete
che il passaparola informativo, tramite blog o siti d’opinione, possa
influenzare il mercato librario? E la critica tradizionale?
Indubbiamente
ti dà molta visibilità, però non credo che possa smuovere le masse a compare o
meno un libro, forse qualche persona sì, ma influire sul mercato non credo. Di
sicuro ti fai una credibilità sulla rete, però anche tra i blog e i siti ci
sono quelli che ti fanno recensioni a pagamento, come succede anche per la
carta stampata, quindi fondamentalmente il mondo cambia ma poi alla fine cambia
poco. In generale io sono molto contento che ci siano siti come il vostro, che
sono intellettualmente onesti, come sono onesti anche alcune riviste su carta
stampata. Sono cose che fanno bene un po' a tutti, visto anche il tempo che
stiamo vivendo, un tempo falso e ipocrita, andare in controtendenza dev'essere
non un limite ma un dovere.
Pubblico:
quali caratteristiche deve avere il vostro lettore ideale?
È un lettore
curioso e intelligente che ha voglia di leggere delle cose che siano
emotivamente forti. È un lettore che vuole vedere il libro respirare e non
soffocare dentro a schemi narrativi fini a se stessi.
Un
aspirante scrittore può proporvi i propri manoscritti? Come deve fare? Sono
graditi consigli!
È molto
semplice. Uno scrittore che vuole pubblicare con bébert edizoni deve andare sul
sito alla sezione manifesti http://bebertedizioni.wordpress.com/manifesti/, leggerli e capire se la sua opera rientra all'interno della linea editoriale
molto netta della casa editrice. Poi se è convinto va nella sezione contatti e
invia una mail a bebertedizioni@yahoo.it
Il consiglio
che posso dare, è di non mettere troppe informazioni né su se stessi né sul
manoscritto, non voglio avere suggerimenti di lettura o influenze varie. Se
proprio uno vuole mettere qualcosa, metta solamente la struttura dell'opera e
basta. Ricevo molti manoscritti dove persone che hanno pubblicato si sentono in
dovere di dirmi che loro sono poeti e scrittori ecc ecc, ok bravi,bravissimi,
ma io non sto giudicando il vostro passato, bensì il manoscritto che mi avete
inviato. Per me, uno può anche aver vinto mille premi, ma se il suo manoscritto
non rientra nella linea editoriale non c'è passato glorioso che mi possa
influenzare.
Avete un
sassolino nella scarpa o un piccolo aneddoto da raccontarci circa la vostra
casa editrice?
Ho dei
macigni nelle scarpe, però non li farò rotolare giù per i monti perché non è
nello stile della casa editrice. Non mi interessa il chiacchiericcio, io voglio
fare dei bei libri che comunichino qualcosa, che siano scritti in modo
particolare e che dentro ci siano delle bellissime storie prive di emozioni
false. E voglio pubblicare dei saggi che riescano a spiegare alcuni fatti
sociali obliati, perché questo è l'intento che mi sono dato.
Qual è il
vostro ultimo libro in uscita? Lo consigliereste perché…
Poesie da
non so dove, di Federica Rossi con all'interno cinque illustrazioni di Maria
Cecilia Azzali. È un libro in cui la poesia ritorna ad indagare l'essere umano,
riuscendo a dire cose mai banali e a comunicare i sentimenti con una forza
notevole. Sono poesie che non parlano di poesie, sono poesie che parlano di
noi, di esseri umani con le nostre debolezze, con i nostri lati oscuri, le
nostre paure, il rapporto sempre conflittuale con l'amore, con le relazioni che
abbiamo quotidianamente con amici e conviventi. È una poesia che ritorna al quotidiano,
non è aulica, non si parla addosso e non ha concetti esistenziali triti e
ritriti.
Poi ci sono
queste cinque illustrazioni di Maria Cecilia Azzali che hanno un potenza
evocativa incredibile. Sono disposte all'inizio di ogni sezione, e sono estremamente
rappresentative delle poesie contenute all'interno la sezione stessa.
Volete
preannunciarci qualche obiettivo per il vostro futuro?
Il mio
obbiettivo futuro è continuare a pubblicare libri, cambiare ufficio e comprarmi
una macchina Van per poter fare dei banchetti in giro per l'Italia alle varie
fiere, mostre, eventi, concerti ecc ecc
Infine…
Aggiungete
pure una domanda e datevi una risposta!
Ah questa è
la parte marzulliana, bene!
È possibile
fare cultura in Italia?
Sì,
l'importante è:
-sbarazzarsi
di tutte quelle inutili sovrastrutture che ci hanno messo dentro la testa molte
persone con un'idea molto strana di per bene
-essere più
responsabili delle proprie scelte e fare quello che vogliamo con quello che si
ha
-quello che
si ha andrà comunque bene perché in questa crisi economica non possiamo perdere
tempo a spendere dei soldi per inutili sottigliezze.
Bisogna un
po' diventare come degli idraulici o degli elettricisti, di quelli che vengono
in casa tua sotto sera e hanno finito i pezzi di ricambio, e allora magari ti
riparano la lavatrice con qualche piccolo espediente o ti mettono a posto il
campanello di casa semplicemente togliendo un filo marcio e collegando alla
meno peggio i fili rimanenti.
Grazie mille e buona fortuna!!!
a cura di GMGhioni
Per maggiori informazioni: http://bebertedizioni.wordpress.com/