Lo Hobbit a fumetti
Opera originale di J.R.R Tolkien
adattamento di Charles Dixon e Sean Deming
traduzione italiana di Caterina Ciuferri
disegni di David Wenzel
Bompiani, 2000
pp. 133
€ 12,90
Un classico come Lo Hobbit non
ha bisogno di presentazioni, Tolkien confeziona un'avventura
emozionante che trascina il lettore tra i meandri e i misteri della
Terra di Mezzo che trovano forma e colore con le fiabesche
illustrazioni di David Wenzel.
Per chi non conoscesse la trama del
romanzo, qui adattato in forma fumettistica, Tolkien racconta le
avventure di Bilbo Baggins, (esatto, proprio lo zio di Frodo,
protagonista de Il Signore degli Anelli) e di come si sia
impossessato dell'Unico Anello e delle ricchezze che lo hanno reso
uno Hobbit rispettato in tutta la Contea. Ad accompagnarlo troviamo
il noto stregone Gandalf e una compagnia di tredici Nani, guidati da
Thorin, tra cui c'è anche Gloin (proprio lui, il padre di Gimli, il
Nano che entra a far parte della Compagnia dell'Anello). I quindici
compieranno un viaggio ricco di avventure per riconquistare il tesoro
dei Nani, sottratto loro anni addietro dall'avido drago Smaug.
Che c'entra uno Hobbit con il tesoro
dei Nani? Apparentemente nulla, e in effetti il povero Bilbo non ne
voleva sapere niente di quel viaggio, ma alla fine ci si ritroverà
dentro e grazie ad esso anche il piccolo e pavido Bilbo diventerà un
eroe.
Lo Hobbit è un romanzo di genere
fantastico, ma è anche un romanzo di formazione, analizzandone la
struttura non si può fare a meno di notare come Tolkien abbia usato
saggiamente gli archetipi delle storie mitologiche, le funzioni dei
personaggi e le fasi del romanzo di genere avventuroso. Chris Vogler,
story analist per le più importanti majors cinematografiche
statunitensi, illustra nel suo saggio, Il Viaggio dell'Eroe,
le funzioni degli archetipi e le fasi delle storie d'avventura, e
tutto ciò che vi è scritto calza a pennello se rapportato a Lo
Hobbit. Il motivo di ciò risiede nei miti e nelle leggende, tanto
studiate da Tolkien e altrettanto esaminate da Campbell, autore del
saggio L'Eroe dai Mille Volti, a cui Vogler si rifà per il
suo lavoro. I miti e le leggende presentano infatti una struttura
elementare che si ripete in diverse storie, e presentano personaggi
che svolgono sempre una determinata funzione. Campbell a sua volta si
rifà agli studi di Jung, che per primo ha denominato queste funzioni
archetipi. Anche Propp
svolge uno studio simile applicandolo alle fiabe, arrivando a
formulare quello che è conosciuto come schema di Propp
e anche lui individua diverse funzioni che possono essere riscontrate
nelle fiabe popolari appartenenti a culture di tutto il mondo.
Esiste
quindi una grande storia, che alberga nel cuore di ognuno di noi, ed
è la storia di un eroe che se ne sta inizialmente tranquillo, fino a
quando qualcosa non disturba il suo equilibrio, per riportarlo alla
normalità l'eroe deve compiere un viaggio, affrontare delle
difficoltà e per superarle deve diventare più forte e più saggio.
Durante il suo viaggio conoscerà gioie e dolori, forse troverà
anche l'amore, e quando avrà superato ogni prova che gli si è
presentata davanti potrà tornare a casa e ritrovare il suo
equilibrio, arricchito però dall'esperienza che ha vissuto. L'eroe è
sempre chiamato all'avventura da un messaggero, che irrompe nel suo
mondo ordinario
stravolgendo l'equilibrio della sua vita. Nel viaggio che si accinge
a compiere nel mondo straordinario l'eroe
è sempre accompagnato, almeno inizialmente, da un mentore che lo
indirizza sul suo cammino, spesso e volentieri riceve l'aiuto di uno
o più oggetti magici, che egli conquista o che gli vengono donati,
viene supportato da alcuni aiutanti, così come viene ostacolato da
antagonisti e nemici.
Per
chi conosce già la trama de Lo Hobbit non
vi è difficoltà nell'intuire quali sono i personaggi e gli oggetti
che assolvono alle varie funzioni. Bilbo è l'eroe, il protagonista di questa storia, e se riflettiamo sul fatto che Tolkien ha voluto dare questo ruolo ad un Hobbit, un essere piccolo e dalle scarse doti fisiche, ci accorgiamo della grande metafora che si cela in Bilbo, ovvero che chiunque, anche chi all'apparenza sembra debole, indifeso e privo di qualità può diventare un eroe. Gandalf è chiaramente sia un
mentore che un messaggero, infatti è lui che richiama Bilbo
all'avventura inducendolo ad abbandonare la placida e traquilla
Contea, ed è sempre lui che lo guida nelle prime fasi del viaggio
attraverso varie località della Terra di Mezzo. I tredici Nani
svolgono diverse funzioni, la più elementare delle quali è quella
di aiutanti. l'Unico Anello, che gli permette di diventare
invisibile, e Pungolo, la spada che brilla in presenza di Goblin
nelle vicinanze, sono gli oggetti magici di cui Bilbo si serve per
sconfiggere i suoi antagonisti, ovvero il re dei Goblin, Gollum,
Smaug e così via.
A ben
pensare questo schema è rapportabile alla vita di ognuno di noi, se
vediamo la nostra vita come un lungo viaggio di cui siamo gli eroi,
ci accorgiamo che diverse persone, oggetti ed eventi, assolvono una o
più funzioni archetipiche.
Venendo
al fumetto in sé, quello che ci ritroviamo tra le mani è un vero
gioiellino artistico, gli acquerelli di David Wenzel si adattano
perfettamente all'atmosfera fiabesca della storia, e i testi,
adattati per conformarsi alla forma fumettistica da Charles Dixon e
Sean Deming, risultano chiari e gradevoli, mantenendo la fedeltà a
quanto scritto da Tolkien, comprese le sue descrizioni, per alcuni
troppo prolisse, e che forse in un adattamento fumettistico sarebbe
stato meglio sfoltire un pochino.
Leggere
Lo Hobbit a fumetti
regala, quindi, le stesse emozioni della lettura di un romanzo, arricchite
dalle illustrazioni che catapultano nell'atmosfera fantastica della
Terra di Mezzo. Il romanzo probabilmente lascia molto più spazio
alla fantasia personale, permettendo ad ogni lettore di immaginare i
personaggi a proprio piacere, ma la visione che David Wenzel ha della
Terra di Mezzo e dei suoi abitanti resta comunque estremamente
gradevole. Da oggi potremo anche vedere se Peter Jackson ci ha
regalato un adattamento cinematografico degno di nota, come è stato
per Il Signore degli Anelli.
A. Dario Greco
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