di Francesca Caferri
Mondadori XS, 2013
Che la nuova domanda sia "Come ti chiami?" e non più "Da dove vieni?".
Non ci sono domande più spiazzanti: forse lo abbiamo provato sulla nostra pelle, quando ci siamo trasferiti all'estero o in una città lontana. Di certo questa è una lotta costante per i cosiddetti "figli della Seconda generazione", oltre un milione di nati e cresciuti in Italia ma ancora in bilico tra permessi di soggiorno e cittadinanza. Il panorama che traccia Francesca Caferri, giornalista di «Repubblica», racchiude tutte le sfumature di questi due vecchi mondi che si incontrano e che dovranno imparare a fondersi nel migliore dei modi, e non solo ignorarsi o tollerarsi. In particolare, la cultura islamica e quella italiana vengono viste attraverso gli occhi di giovani donne che, con grande determinazione e coraggio, sostengono di essere qualcos'altro «oltre il velo».
«Equilibriste fra due mondi», queste giovani donne vivono il grande amore per l'Italia pur senza rinnegare le proprie radici che, anzi, in alcuni casi vengono riscoperte a chilometri di distanza. Come coesistono il desiderio di occidentalizzarsi e i dettami religiosi dell'Islam? Quali sono le reazioni di queste giovani donne davanti a tanti pregiudizi sulla cultura araba? Si sente ancora spesso associare con facilità l'Islam al terrorismo, quasi fosse un'equazione spicciola.
Tra storie, testimonianze, interviste, lettere, anche il lettore meno informato sui fatti può trovare materiale interessante, che senz'altro non lascia indifferenti. Infatti, questa breve ma intensa inchiesta di Caferri aiuta ad aprire gli occhi. Perché, ammettiamolo, molto spesso abbiamo paraocchi che vanno ben oltre il velo.
Gloria M. Ghioni
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