Oggi siamo abituati a considerare John Keats come uno tra i maggiori rappresentanti del Romanticismo, ma la fama di questo poeta si è consolidata solo dopo la sua morte poiché, come è noto, la critica a lui contemporanea ne attaccò le opere, impedendo ad esse di ottenere i riconoscimenti che avrebbero più che legittimamente meritato. A differenza di molti colleghi coetanei (Shelley e Byron, per ricordare i nomi più celebri) Keats non studiò in prestigiose public schools, né frequentò Cambridge o Oxford, la sua formazione avvenne invece nella provincia londinese, alla scuola del reverendo Clarke. A partire da questo periodo e per tutta la breve durata della sua vita, Keats iniziò un percorso letterario che lo portò in contatto con i maggiori autori, da Dante a Shakespeare, da Milton a Omero e che sarebbe stato fonte di continui confronti tra la loro visione dell'arte e la creazione di un suo pensiero originale, la cui evoluzione è riscontrabile in un buon numero di lettere che ci sono pervenute e che testimonia una fitta corrispondenza con intellettuali e letterati dell'epoca. Da una di queste, datata 27 ottobre 1818, si leggono parole interessanti circa quella che Keats riteneva dovesse essere la missione del poeta:
Ho l'ambizione di fare un po' di bene nel mondo: se avrò vita sarà questa l'opera degli anni maturi; nel frattempo, tenterò di giungere nella poesia alle altezze consentite dalle forze che mi sono state concesse.
Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo è stato, fin dal principio della sua produzione artistica, fortemente contrapposto al superamento di un'inadeguatezza dei mezzi espressivi utilizzati, che non sembravano soddisfarlo, soprattutto se confrontati con quelli dei suoi riferimenti letterari. Al riguardo, si pronunciò anche in occasione della stesura della prefazione per la pubblicazione di Endymion (1818):
Sapendo bene dentro di me il modo in cui è stato prodotto questo poema, non è senza un senso di rammarico che lo rendo pubblico. A quale modo io mi riferisca sarà perfettamente chiaro per il lettore, che dovrà ben presto accorgersi di una grande inesperienza e immaturità, e di tutti quegli errori che denotano un tentativo febbrile più che non un'impresa realizzata.
L'attività poetica si concentra in un periodo molto breve, dalla pubblicazione dei primi la lavori alla sua morte, avvenuta nel 1821, trascorrono appena tre anni. In questo tempo Keats sperimentò diverse forme compositive, dal poema- Endymion e Hyperion, entrambi ispirati dallo studio della mitologia classica- alle Odi, ricordiamo tra tutte Ode on a Grecian Urn. Non mancano incursioni "gotiche" nella leggenda medioevale, per citare le parole di Vanna Gentili. Le ritroviamo in The Eve of St Agnes, Eve of St Mark e, sopratutto, nella ballata La Belle Dame sans Merci che diverrà il punto di partenza della tendenza estetica della poesia inglese del secondo Ottocento. Nella raccolta Poesie si trovano anche sedici sonetti, tra cui Bright Star, che ha ispirato il film omonimo del 2009, diretto da Jane Campion.
(Edizione di riferimento: John Keats, Poesie, Einaudi 2007)
Alla prima lettura dell'Omero di Chapman
Molto ho viaggiato nei reami d'oroe molti vidi buoni stati e regnie tutt'intorno a molte navigaiisole d'occidente, che poetimantengono d'Apollo in signoria.Spesso mi fu narrato d'una vastalanda cui tiene in suo dominio Omerodalla fronte profonda; eppure maigiammai ho respirato la sua puraserenità, finchè io non udiiChapaman parlare forte e audace: allorasimile ad uno che nei cieli scrutaio mi sentii, quando un nuovo pianetanuota sotto il suo sguardo; o al valorosoCortes quando fissò con occhi d'aquilail Pacifico - e tutti i suoi compagnicon febbrile incertezza si guardarono -silente, sopra un picco in Darien.
Rileggendo Re Lear
Sereno liuto, favola dorataleggendariamente piumata Sirena,regina di reami assai lontani!Il tuo canto tralascia in questo giornod'inverno, chiudi il libro e mutarimani. Addio! Perchè una volta ancoradebbo gettarmi ardendo in mezzo all'asproduello fra la creta appassionatae la sua dannazione; ed umilmenteassaporare ancora il dolce amarodi questo frutto scespiriano. O massimotu fra i poeti e voi, nubi d'Albione,che generaste il nostro tema eternoe profondo! Allorché nella forestadi querce antiche io sarò passato,non lasciatemi errare in uno sterilesogno, ma se nel fuoco mi consumi,datemi nuove ali di Fenice,perch'io voli seguendo il mio desio.
Lucente stella
------------Oh fossi come te, lucente stella,costante - non sospeso in solitariosplendore in alto nella notte, e spiando,con le palpebre schiuse eternamentecome eremita paziente ed insonnedella natura, le mobili acquenel loro compito sacerdotaledi pura abluzione intorno ai lidiumani della terra, o rimirandola maschera di nuova neve chesofficemente cadde sopra i montie sopra le brughiere, no - ma semprecostante ed immutabile posareil capo sul bel seno maturantedel mio amore e sentire eternamenteil suo dolce abbassarsi e sollevarsi,per sempre desto in una dolce ansia,sempre udire il suo tenero respiroe vivere così perennemente -o svenire altrimenti nella morte.
Scelta dei testi e nota introduttiva a cura di Francesca Cioce
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