di Guido Conti
Mondadori, 2013
versione iPad 9,99 €
cartaceo 21 €
pp. 430 (basato sull'edizione cartacea)
Di storie, sul fiume Po, se ne sono sentite tante, a cominciare dai banchi di scuola, dove ci hanno inculcato più o meno bene le tappe del geografiche del suo percorso dal Monviso all'Adriatico. Ma quanto sappiamo davvero delle storie che sono accadute sul fiume e grazie al fiume? E in cosa il Po ha colpito scrittori di ogni epoca e provenienza? L'esperimento che ci propone Guido Conti è un viaggio singolare lungo il fiume Po, un viaggio di acqua e di terra, a tappe, con passi di storia, letteratura, aneddoti, splendide fotografie e curiosità gastronomiche.
L'attenzione documentaria, la passione con cui Conti accarezza i porti fondamentali del Po, i paesi limitrofi, la fauna e la flora, è d'esempio per verificare quanto la geografia non si esaurisce in sé stessa, ma è anzi un corso d'acqua che unisce fluidamente tanti campi del sapere e dell'esperienza.
L'attenzione documentaria, la passione con cui Conti accarezza i porti fondamentali del Po, i paesi limitrofi, la fauna e la flora, è d'esempio per verificare quanto la geografia non si esaurisce in sé stessa, ma è anzi un corso d'acqua che unisce fluidamente tanti campi del sapere e dell'esperienza.
Quel che lascia ancor più sconvolti, è il bel percorso "alternativo" sperimentato con la versione digitale e ampliata dell'opera (uscita prima in cartaceo), al momento disponibile per iPad. Al di là della grafica di grande gusto, con la versione digitale si sperimenta tutta la libertà di un viaggio vero e proprio: l'indice è in realtà il percorso del fiume Po, di cui sono segnalate tutte le città e i paesi trattati. Si può scegliere se seguire la normale successione delle pagine, così come l'ha voluta Conti, o se disegnare un itinerario alternativo, tematico (la storia di tutte le tappe; le ricette del fiume Po) o saltabeccando rapidamente da una città all'altra. Ad esempio, viste le mie origini pavesi, mi sono affrettata a scoprire Pavia e il circondario: foto bellissime degli angoli tipici della mia città, uniti ad aneddoti storici, come il passaggio di Petrarca o l'esperienza di Sant'Agostino, le ricette e l'origine longobarda,...
Vogliamo poi parlare di tutto quel viaggio tra ricordi personali cui può rimandare evocativamente? O a tutti i posti (piccoli e grandi, perché Conti non si ferma alle città) che ci potrebbero incuriosire per una gita domenicale?
Anche questo fa dell'opera qualcosa di nuovo: una commistione di stimoli, dal più culturale al turistico o gastronomico. Il Leitmotiv che unisce tutti questi diversi campi, a detta di qualcuno forse incompatibili, è l'imperativo della scoperta. Si può viaggiare solo con la mente e con la lettura, o si può viaggiare con il libro appresso, o dopo averlo letto, e andare a costatare con i propri occhi questo o quel dettaglio che ci aveva attirato. Come nuovi Gulliver della modernità, facciamo della tecnologia la nostra guida per l'avventura.
Gloria M. Ghioni
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