-- cronaca di Lorena Bruno & Isabella Corrado --
Per gli appassionati di lettura Libri Come resta uno degli avvenimenti più attesi. Giunto alla sua quarta edizione, l'evento si è svolto dal 14 al 17 marzo all'Auditorium Parco della Musica
di Roma, una location sempre accogliente, con gli
ampi spazi delle sale e quelli più raccolti del Garage, per un programma fitto di incontri. Quest'anno il tema scelto è L'Europa, con la crisi economica, con la sua pur forte identità culturale e letteraria.
Abbiamo trascorso il 16 marzo
all'Auditorium, un pomeriggio che ha riservato bellissime sorprese, in cui scegliere quali presentazioni seguire non è stato subito semplice.
In una delle deliziose salette nel Garage, presentati da Rino Caputo, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata, Donatella Caramia e Ennio Morricone hanno parlato del libro La musica e oltre, per Edizioni Morcelliana. Si tratta di un'intervista speciale, o forse più un dialogo tra il compositore e l'autrice, che insegna Neurologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e Psicologia della Musica presso la Facoltà di Lettere Tor Vergata.
In una delle deliziose salette nel Garage, presentati da Rino Caputo, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata, Donatella Caramia e Ennio Morricone hanno parlato del libro La musica e oltre, per Edizioni Morcelliana. Si tratta di un'intervista speciale, o forse più un dialogo tra il compositore e l'autrice, che insegna Neurologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e Psicologia della Musica presso la Facoltà di Lettere Tor Vergata.
Morricone tiene subito a specificare di non poter essere in alcun caso indicato
come autore: l'idea di una conversazione sulla composizione musicale è stata della professoressa e non ha fatto altro
che rispondere "sinceramente e di getto". Morricone parla
dell'evoluzione della sua poetica: ha osato azzardare molte volte,
percorrendo la strada della musica contemporanea, meno melodica di
quella cui aveva abituato il pubblico. Finché qualcuno non gli ha fatto notare che se avesse continuato a comporre secondo
quell'ispirazione non avrebbe più lavorato. Così ha cambiato,
scrivendo musica che potesse parlare più facilmente al pubblico, ma
che corrispondesse anche al suo gusto.
E ancora parla del principio
dell'armonia, per cui tanti elementi diversi tra loro convivono,
conservando il proprio spazio. "Compito del compositore –
aggiunge Morricone - è far capire alla gente quello che vuole. Non
ci riesce quasi mai", chiosa.
Accenna di come lo stile di un autore
di musica esca fuori in qualsiasi maniera, e che ad un attento
ascoltatore non può sfuggire né questo né altro.
"In futuro la musica del cinema
sarà un modo per analizzare i tempi in cui è stata scritta, nel
bene e nel male". Sembra di trovarsi a lezione da un grande compositore, in cui Morricone
sciorina perle d'esperienza, quella di cui parla sempre con estrema
semplicità, con immutata modestia; rivela, in risposta ad una
domanda del pubblico, di scrivere anche tenendo ben presenti le
qualità degli strumentisti di sua fiducia, quelli di cui conosce le
qualità.
Un'altra domanda del pubblico gli dà
modo di tirar fuori idee due personali sul silenzio. Che ruolo ha il
silenzio? Per il maestro il silenzio è il suono del cosmo, che lui
ha interpretato prendendo alcune voci e moltiplicandole
elettronicamente. Il suono del cosmo è il silenzio del cosmo, il
silenzio vero, invece, è la pausa vera, sottolineata. "La
musica è la pausa del silenzio", conclude.
Lorena Bruno
Lorena Bruno
Dalla
Musica passiamo al caffè, Dacia Maraini presenta il nuovo romanzo di
Nicola Lecca La
piramide del caffè (clicca qui per la recensione);
poco coinvolgente e appassionata offre una piatta lettura del testo
(con finale annesso) al pubblico di ascoltatori. Breve accenno alle
violenze domestiche e ai rapporti tra vittima e carnefice. Il
bambino-dice la Maraini-tende a solidarizzare con il suo carnefice.
Sentimenti etichettati spesso buonisti ritornano nell’opera di Lecca; Dacia Maraini parla di “povertà”, “solidarietà”
ed “umiltà”. Poco spazio all’autore, nessun confronto e
dibattito.
In
serata mentre le Officine continuano nel loro trambusto, possiamo
godere della piacevole lettura con Nanni Moretti e Fabrizio Gifuni di
alcuni estratti di opere di Goffredo
Parise
e Carlo
Emilio Gadda;
la prima, rilassata, impersonale, che da spazio all’immaginazione
ad occhi chiusi, quella di Gifuni concitata e appassionata, fatta di
movenze teatrali, interpretazione che vuol essere protagonista e non
concedere protagonismo all’opera.
Isabella
Corrado