Siamo Spiacenti
di Gian Carlo Ferretti
Bruno Mondadori, 2012
cartaceo 20 €
ebook 14€
Tutti gli appassionati di faccende editoriali e anche
qualche lettore più provvisto sono a conoscenza dell’avvincente (per i soggetti
appena indicati) vicenda riguardante la pubblicazione de Il Gattopardo di
Tomasi di Lampedusa.
Il manoscritto arrivò alla scrivania di Elio Vittorini il
quale a quel tempo (da inizio anni Cinquanta) dirigeva la collana I Gettoni per
Einaudi, ma lui non lo considera adatto per quella collana. L’intellettuale
siciliano è però recidivo visto che dopo poco tempo si ritrova tra le mani lo
stesso romanzo in valutazione per Mondadori (con la quale Vittorini
collaborava). Qui Vittorini, conscio delle possibilità del romanzo, lo pone
all’attenzione dei dirigenti, senza che però arrivi mai alla pubblicazione. Il
romanzo come si sa fece la gioia di Feltrinelli e almeno per questa vicenda
tinse Bassani (allora alla Feltrinelli) del vivo colore dello scopritore di talenti,
e Vittorini del cieco “despota” editoriale.
Gian Carlo Ferretti (non serve presentarlo) ha sapientemente
ricostruito questa vicenda editoriale durante la sua attività di ricerca. Oltre
agli studi ad essa dedicati, la ripresenta all’interno di Siamo Spiacenti,
volume edito da Bruno Mondadori, che vuole ripercorrere alcune tappe dei
rifiuti editoriali che hanno caratterizzato la storia dell’editoria e coinvolto
nomi di autori destinati poi al successo e di lettori editoriali poco oculati.
In questi casi si fa presto a condannare lettori più o meno autorevoli e
comitati di lettura, ma un lavoro come quello di Ferretti permette di
comprendere meglio quali siano le dinamiche aziendali che portano alla
pubblicazione di un titolo.
Tra i rifiuti in cui sono incorsi futuri autori di successo
come Camilleri, la Tamaro o Pennacchi – giusto per citarne alcuni tra quelli
italiani di maggior successo negli ultimi 20 anni – ci sono le storie di non
pubblicazioni e di pubblicazioni di grandi autori del Novecento italiano come
Pasolini, Vittorini, Malerba, Calvino. Considerando che alcuni dei rifiuti non
sono dovuti a scelte editorial-aziendali, ma per via della censura ad esempio
durante il ventennio. Dietro un rifiuto possono quindi nascondersi anche
ragioni politiche o morali(stiche).
L’errore che si potrebbe commettere leggendo queste pagine è
quello di considerare gli addetti ai mestieri incapaci di valutare attentamente
i manoscritti che vengono proposti (e idee di questo tipo vengono di solito
accesamente sostenute da soggetti rifiutati). Leggendo con maggiore attenzione
si comprendono alcuni concetti importanti riguardo cosa è l’editoria e il
prodotto editoriale, strategie e prospettive di una azienda editoriale
libraria. Questioni che, almeno per i soggetti suddetti (gli appassionati di
faccende editoriali e i lettori meno sprovveduti) devono portare a riflettere
meglio su mutamenti del settore oggi: commerciali, aziendali e di prodotto e
contenuti.
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