di Debora De Lorenzi
Butterfly Edizioni, 2013
€ 13,50
pp. 176
Con Un fiore d'ombra, l'autrice di Maledetto libero arbitrio e L'imbroglio dell'anima dimostra tutta la maturazione della sua scrittura fantasy.
La lotta tra Bene e Male, sempre centrale nei romanzi di Debora De Lorenzi, si complica: non bastano più cenni gotici ad aggiungere mistero, né l'intreccio tra amore e ragione sazia le ambizioni della scrittrice.
In questo romanzo, la trama si impreziosisce di due valenti ma pericolosi (perché complessi da gestire) alleati: la storia e lo scavo psicologico. Infatti, la protagonista, Amina, è divisa tra un presente ricco di stimoli ma mai pienamente appagante e il suo desiderio angoscioso di capire da dove derivino spaventose visioni. Veri e propri déjà vu scuotono la ragazza, incontri reali innescano sensazioni sempre più spaventose, che alimentano la sensazione di vivere una vita non reale, una vita altrui. E la reazione comprensibile, perché umanissima, è la fuga, ma Amina sa che non potrà sfuggire a lungo ai continui richiami che arrivano dalle sue... dodici vite passate. Questa, la tredicesima, è l'ultima possibilità offerta da spiriti superiori per decidere se cedere al male o abbracciare definitivamente il bene. Quando anche Amina se ne rende conto, l'unica via per uscire dal tunnel persecutorio delle visioni (a lungo credute allucinazioni, con l'angoscia che questo comporta) è affrontare la sfida contro entità più forti di lei, imparando finalmente a convivere con alcuni poteri che parevano inspiegabili alla luce della razionalità.
E la razionalità non si dà pace neanche davanti a una passione amorosa cupa, irrefrenabile, per il bell'Azrael, che a lungo popola le tentazioni oniriche della protagonista e, via via, si scoprirà essere il Lui della situazione, di vita in vita. Ma l'amore è sempre contrastato, come il Bene, che non si riesce ad abbracciare, se non dopo continue rinunce.
Anche il lettore poco accorto si rende conto di quanto le tentazioni siano fortemente connesse con i vizi capitali della tradizione cristiana. E anche le Sacre Scritture entrano, in citazioni: troviamo le figure degli arcangeli, il Supremo e molto altro ancora, ma il romanzo non intacca l'estremo rispetto per la tradizione cristiana.
Debora De Lorenzi per CLetteraria |
Viaggiando con Amina nei suoi tanti passati e nel suo presente, ci spostiamo dalla bella Parigi dove è ambientata la storia principale a numerosi altri-teatri dell'azione, in epoche diversissime. E' incredibile per il lettore, ma anche per la stessa protagonista, rendersi conto che, per quanto i mondi cambino, si mantiene sempre un filo rosso che segna la dannazione di Amina, di vita in vita. E proprio di filo rosso si tratta: per motivi più o meno sensati, la ragazza - la cui bellezza non passa mai inosservata e attira le malelingue - cede al sangue e, così, alla tentazione di usare i suoi poteri per il male.
Amina potrà spezzare la maledizione? E, soprattutto, è contemplato il lieto fine in un romanzo così concitato e difficilmente riassumibile? La risposta è tutt'altro che scontata, e la narrazione è ritmata dal succedersi veloce dell'azione. Anche in questo romanzo, Debora De Lorenzi riconferma la sua capacità di narrare storie d'ampio respiro e dall'intreccio sempre più complesso. E tutti i fili narrativi tengono, sorprendentemente intrecciati dalla mano di una giovane ma sapiente cantastorie fantasy italiana.
Gloria M. Ghioni
Speriamo che presto anche l'estero possa leggere le storie di Debora in traduzione. Intanto, se volete, potete leggere la prima intervista dopo l'uscita di Maledetto libero arbitrio (clicca qui). Presto, Debora ci racconterà i suoi passi avanti, con questo nuovo libro.
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