Forse non tutti sanno che Virginia Woolf ha scritto (anche) una
commedia. Si intitola Freshwater, ed
è stata rappresentata per la prima volta nel 1935 e pubblicata dalla Hogarth
Press nel 1976. La traduzione italiana è uscita prima nel 1983 per la casa
editrice La Rosa e in seguito nel 1992 per Ripostes. Dallo scorso 12 aprile è
possibile trovare in libreria una nuova traduzione italiana di Freshwater, curata da Chiara Valerio per
Nottetempo. La pregevole edizione include, oltre alla
commedia, il racconto Una scena dal
passato (A scene from the past) e
due saggi scritti dalla Woolf, uno sulla fotografa Julia Margaret Cameron e l’altro
sull’attrice Ellen Terry. Il racconto e i saggi sono tradotti in italiano per
la prima volta.
Freshwater è una commedia leggera, un ironico ritratto dell’epoca
vittoriana. Notevoli i personaggi: i coniugi Cameron – lui filosofo, lei
fotografa – il pittore George Frederick
Watts e la sua bellissima moglie/musa Ellen Terry, il poeta laureato Alfred
Tennyson. A Freshwater, sull’isola di Wight, il gruppo vive il sodalizio
artistico in idilliaca armonia, in attesa dell’arrivo di due bare che i coniugi
Cameron vogliono portare con loro in India. Perché, “nel caso”, la coppia vuole
premunirsi dall’attacco delle termiti della giungla.
La commedia è stata scritta per essere rappresentata “in famiglia”, da
coloro che poi diventeranno i membri del circolo di Bloomsbury: Vanessa Bell e
Leonard Woolf interpretavano i giovani Cameron, Duncan Grant aveva il ruolo di
Watts, mentre Virginia Woolf coordinava e faceva da suggeritrice.
La frivolezza di Freshwater è da
leggere alla luce degli altri tre scritti presenti nell'edizione di Nottetempo.
Non solo i saggi sulle due donne, ma soprattutto il racconto Una scena da passato. Lì si narra di una
fanciulla che racconta ad un uomo anziano del bacio concesso il giorno prima a
un ragazzo. E l’anziano signore ricorda di quando da giovane scrutava il mondo
col suo telescopio. Il cielo, le stelle e la terra. E sulla terra – un giugno
lontano – vede un bacio che si scambiano due ragazzi. Attraverso il telescopio
il tempo fluisce: dal presente al passato e dal passato al futuro. “Domenica”
del 24 marzo riporta quasi interamente il brano, indicandolo come “raro testo
scientifico di Virginia Woolf sulla funzione del telescopio”. Ma attraverso il
telescopio della Woolf si vede ben oltre la scienza. Come scrive Chiara Valerio
nel bel saggio a conclusione dell’edizione da lei curata:
Il telescopio del tempo è il dispositivo col quale le parole avvicinano cose lontanissime. In Freshwater, Woolf mette in scena un pre-Circolo di Bloomsbury, più intatto, incantato, e, puntando l’occhio nel verso sbagliato del telescopio, ogni circolo di intellettuali e artisti dove il gioco è la cosa più seria di tutte e, in fondo, è l’unica attività che produca un’estetica e un’arte viva, sensuale, reale abbastanza da spingere chi guarda, osserva, legge ad abbandonare metafore e bagagli e a correre per toccare quella realtà.
Freshwater rappresenta il vano tentativo di intrappolare l’arte e di
sottrarla allo scorrere del tempo. Ingannevole sforzo, che Virginia Woolf mette
in scena con brillante ironia e composta eleganza.
(Edizione di riferimento: Virginia Woolf, Freshwater, a cura di Chiara Valerio, Nottetempo, 2013, 110 pp.)
MRS. CAMERON
Ecco la posa che cercavo! Sta’ fermo, così, Alfred.
Non chiudere gli occhi. Charles, sei seduto sulle mie lenti, alzati su.
MRS. CAMERON sistema il treppiede, TENNYSON continua a leggere Maud.
ELLEN (alzando le braccia)
Oh, Signor, posso scendere? Mi sento tutta rigida.
WATTS
Tutta rigida Ellen? Ma se stamattina sei in questa posa da appena quattro ore.
ELLEN
Appena quattro ore? Mi sembrano secoli! Ad ogni modo mi sento terribilmente rigida. E mi piacerebbe tanto fare un bagno. È una mattina così bella. Le api sulle rose. (ELLEN scende dalla pedana e si stiracchia)
WATTS
Hai donato quattro ore all'arte Ellen, e sei già stanca. Io ho donato settantasette anni all'arte e non sono ancora stanco.
ELLEN
Oddio!
WATTS
Se devi usare un’espressione così plebea, almeno, per favore Ellen, che sia con una sola “d”.
ELLEN (in piedi accanto a TENNYSON)
O Dio, Dio, Dio!
TENNYSON
Non sono ancora così in alto, madamigella, ma chissà? Potrei starmene in braccio alla regina, nel frattempo vieni tu in braccio a me.
ELLEN siede sulle ginocchia di TENNYSON.
MRS. CAMERON
Un’altra foto! Una foto ancora più bella! La Poesia nella persona di Alfred Tennyson in adorazione della Musa.
ELLEN
Ma io sono la Modestia, Mrs. Cameron, così ha detto Signor. Sono la Modestia accucciata ai piedi di Mammona, o almeno lo ero dieci minuti fa.
MRS. CAMERON
Sì, certo. Ma adesso sei la Musa e la Musa deve avere le ali. (MRS. CAMERON rovista freneticamente in un baule e ne tira fuori diversi indumenti che getta sul pavimento) Asciugamani, lenzuola, pigiami, pantaloni, vestaglie, bretelle… bretelle, ma niente ali. Pantaloni, ma niente ali. Che perfetta satira della vita moderna. Bretelle ma niente ali! (MRS. CAMERON si avvicina alla porta e urla) Ali! Ali! Ali! Che dici Mary, non ci sono ali? Allora, ammazza il tacchino! (MRS. CAMERON fruga tra i vestiti, poi esce)
TENNYSON (a ELLEN)
Sei una fanciulla incantevole, Ellen!
ELLEN
E voi un grande poeta, Mr. Tennyson.