#CriticCOMICS e #CritiCINEMA: Iron Man, dal fumetto al film

Iron Man: Extremis
storia: Warren Ellis
disegni: Adi Granov
prima ed it.: 100% Marvel n°79, 2011



Extremis è una storia in sei parti pubblicata per la prima volta negli USA da gennaio 2005 a maggio 2006 all'interno della testata The Invincible Iron Man, e arrivata in Italia all'interno della collana 100% Marvel raccolta in un prestigioso volume unico. La storia, molto apprezzata dai fan, ha anche ispirato la realizzazione dei tre film di Iron Man comparsi sul grande schermo a partire dal 2008 e che vedono un eccellente Robert Downey Jr. nei panni del genio miliardario playboy filantropo più famoso dell'universo Marvel.


In Extremis Tony Stark dovrà vedersela con un criminale che è riuscito a trafugare da un laboratorio e somministrarsi una delle uniche due dosi esistenti del tecnovirus in fase sperimentale: Extremis. Sopravvissuto all'assunzione del siero il criminale acquisisce capacità sovrumane donategli dalla sua nuova struttura molecolare quali: immunità alle malattie, rapida rigenerazione cellulare, forza, resistenza e velocità molto superiori al normale e la capacità di sputare fuoco. Inizialmente Tony Stark/Iron Man cerca di contrastarlo, ma esce dallo scontro inesorabilmente sconfitto e malconcio, a causa dei lunghi tempi di reazione della sua armatura. Tony, infatti, deve impartire dei comandi vocali alla sua armatura per attivarne le funzioni, difetto che rende i suoi tempi di azione-reazione troppo dilatati per riuscire a sconfiggere un Homo Extremis. Il criminale riesce a fuggire mentre Tony crolla in un profondo stato di depressione dovuto alla frustrazione di non essere in grado di proteggere i civili. Si rivolge quindi ad una sua amica di vecchia data, Maya che ha sviluppato il tecnovirus Extremis, e le chiede di potersi somministrare l'ultima dose rimasta, modificandola per le sue esigenze, ovvero la capacità di collegarsi mentalmente con qualsiasi dispositivo elettronico. Con la sua nuova abilità Tony riesce quindi ad affrontare alla pari il super-criminale.


In Extremis sono presenti molti degli elementi che hanno caratterizzato il Tony Stark del grande schermo, leggendo l'albo, infatti, ci si può rendere conto dei molti punti di contatto tra il fumetto e i film. In entrambi i casi Tony è caratterizzato da un forte conflitto interno, essere allo stesso tempo un mercante di morte e un eroe. Le Stark Industries ricevono la maggior parte dei loro finanziamenti dalle armi che Tony progetta e vende all'esercito degli Stati Uniti, e inizialmente Tony è solo uno dei tanti miliardari che vivono allegramente e boriosamente di eccessi, senza troppe preoccupazioni delle conseguenze che scaturiscono dalle loro azioni. Tuttavia, ognuno prima o poi paga il prezzo delle sue azioni (soprattutto nei fumetti) e Tony viene fatto prigioniero in Medio-Oriente, dove, gravemente ferito, viene costretto a produrre e rifornire i terroristi con le sue armi. Solo in quel contesto, dove una scheggia delle stesse mine anti-uomo da lui progettate minaccia di arrivare al suo cuore ed ucciderlo, e consapevole che le sue armi verranno utilizzate contro la sua patria per commettere atti terroristici, che Tony trova la risoluzione di dare una svolta alla sua vita e, con l'aiuto del suo compagno di prigionia, il dottor Ynsen, costruisce in una settimana il primo prototipo di Iron Man per fuggire dai terroristi e iniziare la suo nuova vita da super-eroe. Ritroviamo queste stesse scene nel primo film di Iron Man, uscito nelle sale cinematografiche nel 2008, dove Tony Stark viene interpretato da un virtuoso Robert Downey Jr. che affascina lo spettatore con la sua recitazione disinvolta e un po' sopra le righe, calandosi perfettamente nei panni dell'eccentrico super-eroe miliardario.


L'albo di Extremis fornisce un plot accattivante, che verrà poi ampliato, integrato e sviluppato nel corso dei tre film con la comparsa di due dei nemici storici di Iron Man, Whiplash, interpretato nel secondo film del 2010 da Mickey Rourke e Il Mandarino, interpretato nel terzo film del 2013 da Ben Kinglsey. Purtroppo il secondo e il terzo capitolo della serie cinematografica prendono un progressivo scivolone e non reggono il confronto col primo episodio dove il personaggio era stato sviluppato in maniera credibile. Nel secondo film inizia già a mancare il trasporto narrativo, ma l'abilità recitativa di Downey Jr. sopperisce comunque alle debolezze della sceneggiatura riuscendo comunque a interessare e divertire lo spettatore. Con il terzo capitolo la serie arriva definitivamente al suo declino. Annunciato come un capolavoro, accompagnato da un trailer che lasciava intravedere l'eterna nemesi di Iron Man, il Mandarino, gli individui potenziati da Extremis e la nuova abilità di Tony di controllare la sua armatura col pensiero, si rivela infine una totale delusione dove il pesante intervento della Walt Disney ha trasformato il tutto in un film che non è totalmente sbagliato definire una "commedia per famiglie". Il personaggio di Tony è ormai una caricatura di se stesso, il sagace humor del personaggio viene trasformato in un becero umorismo da scuola elementare, Tony ha per spalla un ragazzino orfano che sembra uscito dalle melense fiabette disneyane e il cattivo del film viene totalmente "stuprato" dall'esigenza diventata ormai conditio sine qua non di "far ridere il pubblico". Un'occasione totalmente sprecata di sviluppare l'ottimo materiale presente in Extremis. Le cause di una sceneggiatura così banale, deludente e totalmente fuori dall'atmosfera dei fumetti vanno ricercate nell'acquisizione della divisione cinematografica della Marvel da parte del colosso Walt Disney che ha evidentemente preteso delle modifiche al plot per renderlo accessibile ad un pubblico giovanissimo che evidentemente non dà peso alle incongruenze della trama e i buchi presenti nella sceneggiatura, trasformandolo così in un obbrobrio cinematografico che ha deluso pesantemente i fan della serie.



Extremis, contrariamente a quanto accade sul grande schermo, si presenta con una trama ben congegnata che ha un giusto equilibrio tra l'autoanalisi del protagonista, le sue relazioni interpersonali e le scene d'azione. Il Tony di questo fumetto ha certamente la battuta pronta, ma è sempre una battuta cinica, caratterizzata da una punta di amarezza, è una sorta di eroe byroniano caratterizzato da una personalità a tinte bianche e nere, in lui sono presenti disillusione e cinismo, ma accompagnati dall'impegno a dare un po' di speranza per un futuro migliore. Questo tipo di personalità era stata resa bene nel primo film della serie, dove non era stata trascurata nemmeno la tendenza autodistruttiva del personaggio ad annegare i problemi nell'alcol e nel sesso, ma purtroppo si è persa tra Topolino e Bambi nell'ultimo episodio cinematografico rendendo Tony un surrogato paterno tutt'altro che convincente.

Affascinanti anche i disegni di Adi Granov che si discostano leggermente dal classico stile dei comics di casa Marvel, regalando alle tavole un'aspetto realistico nelle forme dei corpi e nei colori che ben si adatta all'atmosfera cupa della storia.
In definitiva un albo di qualità, dal quale erano state tratte inizialmente delle buone idee per la trasposizione cinematografica dell'eroe di ferro, purtroppo però le mani guantate di Topolino sono arrivate anche in casa Marvel a cambiare le carte in tavola.

A. Dario Greco