La sirenetta
di Sicks
Zandegù Edizioni, 2013
Una volta aperta una confezione di dolci ripetiamo sempre a noi stessi "Uno solo e poi basta"; non va mai a finire così. Di "uno-solo" in "uno-solo",
finiamo per divorarci l'intero pacchetto e ci ritroviamo anche a raccogliere le briciole rimaste sul fondo della scatola.
Con la collana "I Bignè" di Zandegù edizioni si fa esattamente la stessa fine; dopo "Orgoglio e pregiudizio" mi sono fatta tentare con un secondo assaggio.
Questa volta è toccato ad una fiaba famosissima, la cui protagonista è diventata il simbolo della capitale della Danimarca: ecco a voi "La Sirenetta".
La Sirenetta si presenta con un'anamnesi complicata. Quasi tutti conoscono la versione Disney, fatta di bolle e gorgheggi e lieto fine. Qualcuno, da piccolo, ha invece vissuto il trauma del racconto originale di Andersen che tutto era fuorchè allegro. Inevitabile quindi la trepidazione nell'aprire il secondo "Bignè" della casa editrice Zandegù per scoprire a quale versione si sarebbe attenuto.
L'inizio mescola piacevolmente, con il solito stile, storia originale, rifacimento Disney e piccoli "ammodernamenti". In fondo al mare vivono sirene e tritoni: su tutti regna il re del mare che ha sei splendide figlie. Per il loro sedicesimo compleanno ricevono in dono la possibilità di emergere dal mare ed
osservare il mondo degli umani, anche se alcune di loro vorrebbero solo i biglietti per il concerto di Vasco.
La più bella e la più curiosa delle sirenette è la più giovane, Ariel, che imbottisce la testa del suo migliore amico, il pesce palla Lucio (e non Flunder) di quando la emozioni l'idea del suo sedicesimo compleanno.
L'emersione tanto attesa non è da fiaba: Ariel si ritrova sulla spiaggia di Ostia tra "coccobello" e bambini urlanti. Mentre si sta domandando se davvero ha atteso sedici anni per quello, un motoscafo le porta a tiro di pinna un principe pariolino con tanto di "evve" moscia.
La nave affonda, lei lo salva dal naufragio, se ne innamora, ma deve scappare all'arrivo di un'umana bionda e dotata di gambe.
Il ritorno in fondo al mare è triste, Ariel continua a pensare al suo biondo principe fino a che non le viene in mente di affidarsi alla Strega del Mare, in tutto e per tutto uguale a Wanna Marchi, per diventare umana. La megera, in cambio delle gambe, le chiede la sua voce e la ammonisce che se il ragazzo non ricambierà il suo amore lei si tramuterà in un bagnino.
E poi? Come ben sapete i finali possibili sono due, quello disneyano e quello "andersiano". Avendo già rivelato un po' di questo volumetto non voglio dirvi a che bivio girare.
Se "Orgoglio e Pregiudizio" era improntato ai colori seppia del romanzo ottocentesco, "La Sirenetta" è disegnata, come ovvio, sui colori del blu. Le figure dei personaggi hanno sempre quel quid del manga giapponese, che stiamo ormai imparando a riconoscere come marchio di fabbrica dell'illustratrice,
Sicks, già autrice di "Orgoglio e Pregiudizio".
L'estate sta stentando ad arrivare; ma non per questo dobbiamo rinunciare a pensare alle nostre letture estive. Ed io non mi farei mancare nell'e-reader questo fresco, secondo bignè.
Social Network