(Waiting for Sunrise)
di William Boyd
Neri Pozza, 2012
pp. 411
È appurato come il punto di svolta della storia europea sia stata la prima guerra mondiale. Le nazioni del vecchio continente, cariche di storia e cultura, decisero di dissanguarsi e alla fine nulla fu più identico a prima. Basta guardare una cartina geografica del 1919, compararla con una del 1914 e chiunque può accorgersi di un autentico terremoto. Era scomparso un mondo: l’impero austro-ungarico, la mitteleuropa. L’autentica mitteleuropa. A dettare il passo e i destini del pianeta cominciarono a essere giovani nazioni emergenti, soprattutto gli Stati Uniti d’America. Sì, perché è famoso il loro intervento nella seconda guerra mondiale, scandito dal mito di uno sbarco nelle spiagge normanne che è nell’immaginario di ciascuno grazie soprattutto al cinema. Ma non dimentichiamo che senza gli Usa, dal 1917 a fianco di Francia e Gran Bretagna, gli imperi centrali probabilmente avrebbero vinto.
Com’era quel mondo prima di questo cataclisma? Ce ne fornisce un quadro fascinoso William Boyd. Che parte da un giorno del 1913, quando il protagonista Lysander Rief, giovane attore inglese, attraversa a piedi il centro di una città per recarsi alla sua prima seduta con il dottor Bensimon, un eminente psichiatra. La città non può che essere Vienna, il simbolo di quanto stava per disintegrarsi. Qual è il malessere di Lysander? Non riesce a eiaculare nonostante un’erezione normale. Mentre sta aspettando di entrare dallo psicologo, allievo di Freud e allo stesso tempo seguace della teoria ispirata al concetto di fonction fabulatrice del filosofo Henri Bergson, appare una donna di rara bellezza: Hettie Bull, compagna del pittore Udo Hoff.
Incapace di resistere allo charme di Hettie, Lysander si lascia coinvolgere in una travolgente relazione clandestina, ignorando Blanche, la promessa sposa che lo attende a Londra. Nel frattempo segue il metodo di Bensimon che consiste per il paziente nel modificare i ricordi traumatici del passato sublimandoli in una ricostruzione fittizia di quanto vissuto. Qualcosa scatta: o il metodo ha successo o la forza di Hettie è tale da guarire Lysander che tornerà ad avere, con lei, rapporti sessuali completi e appaganti.
Siamo alla prima svolta della storia: Hettie Bull scopre di aspettare un figlio da Lysander così è intenzionata a qualsiasi costo a nascondere la loro tresca. Improvvisamente le luci da atmosfera viennese si spengono per lasciare spazio prima al buio di una cella poi ai contorni per nulla rassicuranti di una spy-story. Lo stile, la trama e la compattezza del romanzo non ne risentono. Si capisce al volo che Boyd è a suo agio con il materiale che tratta. A salvare Lysander dal carcere austriaco ci penseranno due diplomatici sudditi di sua maestà, Munro e Fyfe-Miller, che tuttavia alzeranno sempre di più la posta per l’aiuto fornito. La scena si sposta a Ginevra prima e a Londra poi, ma ormai siamo in pieno conflitto, la capitale britannica deve difendersi dalle incursioni degli Zeppelin tedeschi e ha un bisogno tremendo di decrittare un codice segreto che attenta alla sicurezza nazionale e che la Germana sta sfruttando a suo favore.
Chi è Andromeda, il traditore, quale ruolo hanno addirittura le persone più care a Rief nell’intrigo? La vicenda narrata da Boyd è scomponibile: c’è la parte che somiglia tremendamente a quei romanzi di formazione di cui tutto l’Ottocento si è nutrito, c’è la parte sofisticata dove il lettore scopre il dietro le quinte di diplomazie in guerra che sfruttano le loro armi. Che non sono quelle delle trincee sulla Somme, bombe, mitragliatrici e gas ma trame e omicidi mirati. Le suggestioni sono tante, ma una vocina interiore ti ripete continuamente il nome di un grandissimo: Alfred Hitchcock. Attenti a questa casa editrice: non sbaglia un colpo.