di Andrea Kerbaker
Ponte alle Grazie
pp.260
€ 16,80
Tutti noi amanti della
lettura e del libro abbiamo il desiderio di acquistare e leggere con
attenzione volumi capaci di rallegrare il nostro intelletto e
combattiamo con i problemi di spazio in cui accogliere le nostre
raccolte librarie.
In una delle tante
spedizioni alla ricerca di Libri, di testi che non ostante il
proliferare di opere d'ogni genere, mantengano il loro fascino ed il
loro valore, tra gli espositori di una libreria del centro si
affaccia ammiccante una novità. La solita fascetta rossa a caratteri
bianchi avverte il potenziale lettore di non so più quante migliaia
di copie vendute o di quante edizioni del volume si sono avvicendate
in tempi brevissimi. Saltato l'ostacolo/invito fascetta, lo sguardo
si ferma prima sul titolo e poi sul curriculum dell'autore.
L'acquisto è fatto e non rimane che leggere.
E
qui subentra la sorpresa.
Il
testo non è un manuale, non è un romanzo, non è un testo di storia
e nemmeno una storia romanzata o un romanzo storico dedicato al
libro. La storia però c'è, antica, moderna e contemporanea.
Si
tratta de Lo scaffale infinito. Storie di uomini pazzi per i libri
di Andrea Kerbaker, essenzialmente bibliofilo appassionato.
Facendo un raro percorso
nella storia del libro e della lettura,
l'autore non fa altro che spiegare il titolo Lo scaffale infinito. E
la matematica aiuta a comprendere l'interessante staffetta, di
collezione in collezione, di biblioteca in biblioteca, di fondazione
in fondazione che dal XVI secolo ad oggi, da Francesco Petrarca a Umberto Eco, ha permesso di disporre i
tomi su uno scaffale lineare che sfonda l'orizzonte fino
all'inimmaginabile. Il libro è quasi una ermeneutica di questa
visione del tutto bibliofila.
Per gli appassionati
lettori e studiosi del libro forse non si troveranno novità di rilievo, ma le pagine
trasmettono il senso di una ricerca che, dai dorsi miniati agli
autografi delle edizioni rare della Francia del XIX secolo, conduce
il lettore nel mondo della ricerca della verità, del bello e del
pensiero.
Una lettura consolante perché mette dinnanzi alla realtà di un mondo in fermento che sprona a far tendere all'infinito quello scaffale; è una storia d'insieme in cui la lettura è ricordata come emancipazione, diletto, comunicazione di idee e sentimenti; in cui i libri sono oggetti amati, segno di potere, di ostentazione del proprio sapere, mezzo per l'elevazione o riscatto dell'altro.
Nelle pagine di Kerbaker
ci si ritrova a viaggiare perché anche di questo si tratta. Si
toccano le coste dell'America e quelle dell'Inghilterra, si va lungo
le vie di Parigi e o delle grandi capitali europee tra palazzi reali,
nobiliari o semplici dimore. Per orientarsi in questo nugolo di libri
c'è un percorso. Non è segnato sulla cartina geografica ma nel
vissuto di grandi e piccoli che hanno posto le basi e materialmente
costruito il mondo culturale in cui oggi viviamo.
L'autore partendo da
Petrarca e passando per i nomi significativi degli ulteriori cinque
secoli che separano il poeta dal nostro evo ha creato un tessuto di
rimandi librari. Il tutto passando dai possessori. Chi è abituato a
frequentare i cataloghi di biblioteche spesso, in forma telematica o
cartacea, ha potuto notare la categoria biblioteconomica dei
possessori. Strano campo di ricerca ma a volte più
interessante ed interconnesso rispetto alla pur amata storia del
libro. Ed infatti l'autore conduce per mano il lettore attraverso i
grandi avvenimenti della storia mondiale, posta sullo sfondo, dando
cenni anche alla storia sociale, palco sul quale si affacciano re e
regine, letterati, imprenditori e uomini di cultura.
Lo scaffale infinito
scritto da un bibliofilo è forse una tappa da suggerire per coloro
che fanno della lettura non un hobby ma una necessità e che amano
calarsi nello studio della pagina, incarnati non nell'ideale, ma
nell'intreccio di uomini e donne che hanno puntato tutto sull'amore
per il sapere, non fine a se stesso ma condiviso, trasmesso, reso
accessibile.