Diabolik chi sei? Questo è il titolo dell’episodio comparso nel
1968 anno in cui i lettori, avidi, chiedevano più notizie sulle origini del re
dei criminali. Proviamo a rispondere a questa domanda e a vedere cosa c’è
dietro le maschere.
Chiedendolo a lui si otterrebbe
la risposta “Io non so chi sono”. In effetti non si sa chi lui sia, né che nome
abbia. Al contrario degli eroi classici, “Diabolik” non è una copertura, un
titolo, dietro cui un normale cittadino cela la sua vera identità. Diabolik è
sempre Diabolik anche al riparo dei suoi rifugi e tra le braccia di Eva: la sua
stessa compagna, quando parla con lui, lo chiama con vezzeggiativi e, quando lo
pensa, gli riferisce come “lui”.
Trovato, ancora infante, su una
barca alla deriva dopo un naufragio, viene salvato da un gruppo di criminali
che vivono su un’isola dove comanda il grande malavitoso internazionale King.
Lì, il giovane cresce e affina le sue prime tecniche criminose fino a che,
all’età di 22 anni, uccide King e scappa dall’isola indossando la sua prima
maschera, quella con le fattezze del suo capo. È proprio lui a battezzarlo
“Diabolik” con gli ultimi rantoli di vita in ricordo della pantera nera che un
tempo seminava morte e terrore nell’isola. Un estremo atto di onore da parte di
un grande criminale.
Dopo periodi in Oriente, dove
apprende le arti marziali e le micidiali tecniche di lancio dei coltelli,
sbarca nella città di Clerville dove si ambienteranno tutte le sue avventure.
Fine della biografia. Possiamo
racimolare qualche altra, sporadica informazione dalle sue avventure. È nato il
29 febbraio (una rivelazione delle sorelle Giussani). Sappiamo che gioca a
scacchi, che non c’è mezzo a motore o meno che non sappia pilotare e che non
disdegna qualche serata all’opera o a teatro, forse per compiacere Eva. E, se
fosse una persona normale, potremmo definirlo workahaolic perché non riesce a concedersi più di dieci giorni di
vacanza, sempre con grande disperazione di Eva che a volte vorrebbe periodi di
lungo relax.
Come compagno, è molto fedele.
Nonostante le numerose, splendide donne che incontra nei suoi colpi, non
tradisce mai Eva.
Predilige i coltelli e i veleni e
non lo si vede praticamente mai imbracciare un’arma da fuoco. Parla 10 lingue,
imparate sull’isola di King, ed è un eccellente chimico (dote molto utile in
campo ludico che gli permette di creare ottimi cocktail di sua invenzione).
Gli ultimi dettagli non sono
speculazioni o la descrizione di un potenziale uomo ideale: sono briciole che
si raccolgono dai vari volumi e che contribuiscono a creare un mosaico pieno di
buchi che accresce il fascino del re del terrore. Se tutto ci fosse rivelato,
sicuramente perderebbe in autorevolezza e charme.
Dietro un grande uomo c’è sempre
una grande donna: in questo caso c’è anche una splendida storia d’amore e di
perfetta complicità.
Va però chiarito che Eva Kant non
è la prima compagna di Diabolik. Prima di lei c’è stata Elizabeth Gray, una bellissima
infermiera dagli occhi viola, molto dolce ed ingenua convinta di stare con un
uomo d’affari di nome Walter Dorian. Lady Kant compare in scena nel terzo
episodio a fumetti L’arresto di Diabolik
e, perdutamente innamorata del grande criminale, lo aiuta a salvarsi dalla
ghigliottina.
Su Eva Kant (e si pronuncia come
il nome del filosofo e non “Kent”) sappiamo un po’ di più. Figlia illegittima
del nobile Kant, ma ripudiata e abbandonata in orfanatrofio, diventa spia
industriale di alto livello. In Sud Africa, dove si spaccia per ballerina e
cantante per coprire la sua attività, conosce un altro membro della sua
famiglia di origine e riesce a sposarlo per ottenere il nome che lo spetta di
diritto. Fatto questo, lo spinge nella gabbia di una pantera e ne contempla la
fine con il freddo senso della vendetta.
Anche per lei possiamo carpire
stralci di informazioni dai vari episodi. Conosce il codice Morse ed è
un’ottima musicista. Pesa meno di 52
kg. È follemente gelosa e a nulla valgono le molte prove
d’amore di Diabolik per rassicurarla.
Il suo personaggio è estremamente
sfaccettato: le sue prime apparizioni la vedono come una compagna molto
sottomessa a Diabolik. Con il passare del tempo, e con le sempre maggiori
conquiste dei diritti femminili, anche Eva si evolve e diventa una complice
allo stesso livello di Diabolik. Anzi, ne smussa gli angoli più vivi, lo rende
più umano e sempre più affascinante agli occhi dei lettori.
Se dietro ad ogni uomo c’è una
grande donna, di fronte a lui c’è sempre un degno avversario. Nel caso di
Diabolik parliamo dell’ispettore Ginko, integerrimo ed intelligente ispettore
della polizia di Clearville. Di lui sappiamo veramente poco: il nome dietro cui
si cela non è il suo, ma il frutto di un cambio di identità per non essere più
collegato al padre, giudice corrotto e infamato. Fuma la pipa, come celebri
investigatori prima di lui, e indossa spesso una cravatta a righe, come il
marito di Angela Giussani. È fidanzato con la bella duchessa Altea di
Vallemberg e, in fondo, nutre anche una certa stima per Diabolik che, dal canto
suo, lo teme e lo apprezza come unico avversario degno della sua levatura
intellettuale. Nonostante sia il “buono” della situazione, non si riesce a fare
il tifo per lui. Sarebbe un po’ come augurarsi che Gatto Silvestro si mangiasse
Titti. Non sorge nemmeno la curiosità sul suo passato: senza Diabolik lui non
avrebbe ragione di esistere, sembra quasi l’ombra generata dal passaggio del Re
del Terrore.
Concluderei con una panoramica
sull’ambiente in cui i nostri protagonisti vivono e lavorano: Clearville.
Clerville è un luogo immaginario,
certamente situato in Europa e con tratti molto francesi. Tutti i suoi abitanti
hanno nomi italiani, ma cognomi stranieri, anche per evitare casi di accidentale
omonimia. Le vie portano tutti nomi di alberi o piante. Non si vedono
particolari monumenti o note di carattere culturale o artistico. Ma, a quanto
pare, è abitata da parecchi ricchi e potenti personaggi onesti o meno, sempre
nel mirino di Diabolik. Mi sono spesso domandata perché qualcuno di loro non
vada a vivere in un paradiso fiscale al di là dell’oceano.
In anni recenti, per i più
geografi, Astorina ha pubblicato la Guida
turistica di Clearville, la guida Routard per scoprire dove sono ambientate
tutti gli episodi della saga.
Sono più di 50 anni che le
avventure di Diabolik si pubblicano e si ripubblicano, escono inediti e nuovi
lettori vengono conquistati. Sono stati realizzati programmi radiofonici, clip
musicali, pubblicità progresso con il suo volto e finanche romanzi. Sono solo
piccoli tasselli che servono ad ampliare e completare un’idea, nata nel 1962 su
un accaldato vagone della metropolitana di Milano, da una donna di eccezionale
tempra che ha portato il fumetto italiano a livelli fino a lì insperati.
Ad altri 50 anni!
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