C’era una volta una bella ed
elegante signora milanese: il suo nome è Angela. E’ il 1962 e la troviamo seduta
nella metro di Milano in una calda giornata di inizio estate. Che sfortuna, avere la macchina
in riparazione! Lei ama guidare, prendere la metro la fa sentire in una
scatoletta. Oltretutto sulla carrozza fa veramente caldo! Angela è annoiata e
non vede l’ora che arrivi la sua fermata. Deve scendere a Milano Cadorna e la
strada è ancora lunga. Attorno a lei, gli altri pendolari sono ugualmente accaldati
ed annoiati. Si aprono le porte e una signora
corre per non perdere la propria fermata; nella fretta, dimentica sul sedile
accanto ad Angela un romanzo: Le avventure di Fantomas. Se ne accorge troppo
tardi: infatti fa per voltarsi e tornare nella vettura a riprenderlo, ma la
metro si è rimessa in movimento. Pur di distrarsi, Angela prende il romanzo e
inizia a leggerlo. Lo conosce già, è il genere di letteratura che le favorisce
di più il sonno. Tutte le signore di Milano ne vanno matte: il fascino del bad boy non è un’invenzione moderna. Va
già meglio: il viaggio è meno noioso e non si sente quasi più il caldo seguendo
le spericolate avventure di quel ladro così galante. Solo una cosa la disturba
e quasi rovina il piacere della lettura: i libri sono proprio scomodi da
portare in metro. Troppo grande da infilare in borsa, non parliamo di farlo
stare in tasca. È proprio per quel motivo che non se ne porta mai dietro,
nonostante sia una lettrice vorace, moglie di un editore ed editrice lei
stessa. Ha da poco fondato una sua casa editrice ed è alla ricerca di idee, di
qualcosa di rivoluzionario nel mondo della carta stampata.
Si balocca con il volume. A lei
piacciono infinitamente i fumetti. Sarebbe divertente realizzare le avventure
di un Fantomas a fumetti. Sarebbe perfetto! Un nuovo
personaggio, un “anti-eroe” che invece di coprirsi gli occhi con le maschere
come fanno i supereroi, li lascia scoperti e si paluda con un’aderente tunica
nera. Un criminale che conosce almeno 10 lingue, sa tutto sui veleni e lancia
il pugnale con satanica precisione. Un’ombra inafferrabile che può cambiare in
pochi secondi il suo aspetto grazie a delle maschere così sofisticate da essere
uguali alla pelle umana. Il fascino del mascalzone, del criminale, unito
all’immediatezza del disegno. Si potrebbe anche realizzare un formato
editoriale più piccolo in modo da poterlo far stare in borsa, o nelle tasche
del cappotto. L’idea la prende così tanto che
quasi perde la fermata di Milano Cadorna.
Vi ho dato un po’ di indizi:
posso aggiungere che la bella signora milanese di cognome fa Giussani e la casa
editrice da lei appena fondata è la Astorina. Su quel vagone della metro era
appena stata impiantata la talea per il più grande personaggio criminale che il
mondo abbia mai conosciuto. Proseguiamo con la storia, anche se so che ormai
avete intuito di chi sto narrando. L’intuizione è talmente
fulminante che Angela si mette subito al lavoro. Arrivata a casa scansa con un
cenno i tentativi del marito, Gino, di fare conversazione. La sua testa sta
lavorando ad un intreccio, a un nuovo personaggio e non deve assolutamente
distrarsi o la talea di questa idea appassirà.
Il giorno dopo, nella redazione
della sua casa editrice, dove il lavoro ancora un po’ scarseggia, prende in
mano il telefono e inizia a tempestare amici e contatti di lavoro di richieste:
le serve un disegnatore, uno in gamba che possa tradurre in segni grafici la
trama che è chiara nella sua testa.Se vuoi un disegnatore, prova con
Zarcone; forse non ha un tratto raffinato, ma sa leggere nella mente degli
sceneggiatori. Così le dicono tutti. Zarcone? Chi è, come si chiama di cognome?
Tutti scuotono la testa. Nessuno lo sa, è un biondo, dal viso affilato, alcuni
lo chiamano “Il Tedesco”. Va bene! Angela ha fretta e
chiama questo Zarcone. Uomo taciturno, poco avvezzo alle chiacchiere da
salotto, ma mentre Angela gli spiega la sua idea non smette un istante di
disegnare. In dieci minuti, sul foglio bianco, emerge un volto completamente
mascherato di nero: solo gli occhi sono lasciati scoperti e sono grigio
acciaio.
Ecco lì, in bianco e nero eppure
vivido e vivo! Il personaggio che Angela ha immaginato e creato. Viene
battezzato Diabolik. Il resto viene semplice: Angela e
Zarcone lavorano fianco a fianco per mesi. Ne esce un fumetto che è quasi un
romanzo con colpi di scena assassinii e astuzie fuori dal normale. Il 1
novembre 1962, esce il primo albo intitolato Il re del terrore. In copertina
campeggia il volto paludato di nero da cui emergono gli occhi chiari, mentre
una donna urla di terrore. Loro sanno che è un’idea geniale,
ma si tengono su una tiratura bassa, all’inizio, perché non sanno come verrà
accolto dal pubblico. Dopo pochi mesi sono costretti a ristampare e a
ristampare ancora e intanto il pubblico vuole altre storie, altre avventure di
questo criminale, ladro e assassino senza morale o pietà e dallo sguardo
d’acciaio. Angela lo sapeva, era sicura che
la sua idea avrebbe trionfato! Ora lei e Zarcone devono realizzare altre
storie, continuare con il progetto. Zarcone però scompare misteriosamente poco
dopo l’uscita de “Il re del terrore”. Nessuno sa dove sia, con chi, che fine
abbia fatto. Come il personaggio da lui trasposto sulla carta, scompare, come
se avesse indossato una delle maschere di Diabolik. Il resto è storia: Angela viene
affiancata dalla sorella Luciana che la aiuta nelle sceneggiature. Compaiono e
si affinano i personaggi che ruotano intorno a Diabolik: la bella Eva Kant
dagli occhi di smeraldo, l’integerrimo ispettore Ginko, nemesi di Diabolik, con
la sua compagna, la duchessa Altea di Vallemberg e tutti i trafficanti,
malavitosi e alleati del criminale più grande della storia.
A distanza di 50 anni, nuove
avventure del re del terrore vengono ancora stampate, anche se ormai le sorelle
Giussani non sono più dietro queste pagine. Diabolik è un marchio, un’icona del
fumetto italiano e continua ad affascinare milioni di lettori e milioni di fan.
Soprattutto, ancora infrange cuori femminili: è davvero una fortuna che
invecchi così bene!
Giulia Pretta
P.S. Per mantenere un tono di
suspense vi rimando al prossimo appuntamento di #CritiCOMICS per saperne di più
sul mondo di Diabolik e sui suoi personaggi.
P.P.S. La storia qui sopra narrata è liberamente
ispirata dalla realtà. Ho cercato di dare corpo alle tante leggende che
circolano sulla nascita di Diabolik.
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