in

#CritiCOMICS: Mademoiselle Anne (Haikara-san ga Tōru)

- -


Seppure datato, questo manga di Waki Yamato, rimane uno dei più belli di sempre, per la qualità della trama, dei disegni, per l'ambientazione storica e per la quantità di informazioni che le tavole contengono a proposito delle tradizioni giapponesi. 
Mademoiselle Anne, titolo tutto occidentale, è la traduzione di quello originale , che vuol dire "passa la ragazza dal collo lungo", ed esprime il concetto di persona alla moda.
Dai tratti molto femminili, con uno stile narrativo trasognato tipico degli shojo anni Settanta e Ottanta, Mademoiselle Anne racconta la storia di Benio Hanamura, adolescente nel 1916, promessa sposa ad un giovane che non conosce, per volere di due antenati di entrambe le famiglie. Ambientato nel periodo Taisho della storia del Giappone (1912-1926), la protagonista appare come una femminista ante litteram: per nulla interessata ai suoi studi scolastici, volti a rendere le alunne delle buone mogli, Benio è un autentico maschiaccio, a cui piace battersi con la canna di bambù e bere sake; non accetta di buon grado, quindi, un matrimonio programmato, tuttavia è costretta a trasferirsi nella dimora del suo futuro sposo, dove dovrà impegnarsi a diventare femminile, docile e capace di guidare la casa. Nella dimora degli Yuin avviene l'imprevisto, Benio s'innamora del suo promesso sposo, il tenente Shinobu Yuin, il quale non tarda a subire il fascino di questa ragazza così diversa dalle altre. Se all'inizio della sua permanenza presso gli Yuin Benio attraversa momenti di tristezza, alla fine riesce a conquistarsi le simpatie dei membri della famiglia, pur combinandone di tutti i colori.

Cosa ne sarebbe di una bella storia se andasse sempre tutto bene? La prima Guerra Mondiale ruba il futuro ai due giovani innamorati: Shinobu deve partire per la Siberia, in cui si perdono presto le sue tracce. Benio, convinta della sua morte, diventa giornalista per aiutare i nonni del suo amato, ridotti in miseria; grazie alla sua professione potrà continuare la ricerca del suo grande amore che non è morto, ma si trova lontano e ha perso la memoria.
Personaggio decisamente sfaccettato, Benio è bella e ha un carattere molto forte; non mancano gli episodi divertenti sul suo conto, specie le sbornie, che pur non facendo parte di una buona educazione, non tolgono nulla al suo fascino. Il tratto più importante, però, è il modo in cui porta avanti una vera e propria rivoluzione, tutta al femminile. Accanto a ragazze della sua età e del suo ceto, Benio è una lavoratrice che dimostra di saper essere indipendente, fatto straordinario per l'epoca in cui è ambientata la storia. Al centro dell'opera infatti, insieme a temi come l'amore, l'amicizia e l'invidia, spicca proprio l'emancipazione femminile, la presa di coscienza delle donne.
Come lei, anche gli altri personaggi sono molto curati, come Ranmaru, amico d'infanzia di Benio, segretamente innamorato di lei. In moltissimi manga c'è un personaggio sessualmente ambiguo, che spesso è particolarmente affascinante, in questa storia è proprio Ranmaru: bellezza femminea, corporatura esile, tratti delicati, si presenta come un ragazzo di cui si fatica ad individuare la sessualità. Soffre per amore, ma resta un grande amico di Benio.
Un'altra grande amica della protagonista è Tamaki, splendida ragazza innamorata di Shinobu; quando viene a sapere chi è la sua promessa sposa, Benio precisa che non vuole sottostare ad un matrimonio imposto, ma il legame che nascerà tra lei e Shinobu porterà Tamaki ad abbandonare l'idea di conquistarlo, per continuare ad essere amica di Benio.
Altro personaggio importante, perché contribuisce ad arricchire il manga di particolari di carattere storico è Yushiju, una geisha. Il manga mostra molto bene certe tradizioni giapponesi e l'ambientazione è molto curata: per le serate che Benio passa a bere, la Yamato disegna i locali tipici in cui si prende il sake in compagnia delle geishe, abili intrattenitrici e conoscitrici di molte arti, come la recitazione e la conversazione. E' certamente questo uno dei tratti migliori dell'opera, il suo modo di raccontare come nel periodo Taisho, il Giappone volgesse lo sguardo all'Occidente, lasciando che molti tratti influenzassero i giapponesi, in diversi aspetti della società, dal cibo e dalle bevande, dai vestiti, all'intrattenimento; questo avvenne in modo che la cultura giapponese traesse ricchezza culturale senza perdere la sua personale identità.
La prima edizione del fumetto risale agli anni tra il 1975 e il 1977, pubblicato nella rivista Shojo Friend; in Italia è stata pubblicata da Star Comics nel 1997 rispettando il numero originale di tankobon (volumetti), ossia otto. Sette sono i volumetti in cui la storia si conclude, l'ultimo, Haikasaran ga tooru Bangai hen, comprende invece quattro episodi extra, pubblicato in Italia da Storie di Kappa.
Dal manga è stato tratto anche un anime, una bella serie di 42 episodi del tutto fedeli al'originale, eccetto che per il finale eccessivamente frettoloso, poiché non ebbe molto successo in Giappone.
Un' autrice che sia riuscita a creare una storia dalla trama avvincente, capace di far ridere con le lacrime, con una protagonista buffa e coraggiosa, e che insegni tanto su un paese ricco di tradizioni di una bellezza disarmante, merita davvero di essere letta.