Editori in ascolto
--- con Cristiano Repetti di Parallelo45 Edizioni ---
Recentemente,
ad aprile 2013. Abbiamo coniugato l'esperienza ormai quindicinale di Fabrizio
Filios (già editore con editrice omonima) con una visione ed un peso mediatico
maggiore, più adatto ai tempi moderni, a cura dell'altro socio, Cristiano
Repetti.
Gli
obiettivi sono racchiusi nel nome: il parallelo 45° infatti passa per Piacenza
(sede della casa) e nello stesso tempo abbraccia tutto il mondo. Seppur piccoli
editori, vogliamo proporre ai lettori parecchi titoli molto eterogenei tra di
loro, accomunati dal prezzo comune, dappertutto: 12 euro.
Fabrizio Filios e Cristiano Repetti |
Qual è
stata la vostra prima collana? E il primo autore?
L'apertura è
stata dedicata ad onorare Piacenza, nostra sede, con un autore piacentino
conosciuto (Enrico Faggioli) e con una sua trilogia di gialli/thriller
ambientati a Piacenza, la saga del commissario Boschi in tre intricati e crudi
noir. La prima collana che ha visto la luce è stata quindi la “Terzo Grado”.
Particolarità:
come il nostro nome, tutte le nostre collane contengono un riferimento
numerico. Ci piacciono le “grazie” e i dettagli...
Se
doveste descrivere in poche parole il vostro lavoro editoriale, quali parole
usereste?
Moderno,
dinamico, giornaliero. Abbiamo ridotto al minimo i costi fissi cercando di
lavorare in un modo adatto al “terzo millennio”: senza macchinose strutture, ma
utilizzando tutti gli strumenti telematici moderni e lavorando quindi da dove
preferiamo, che sia un ufficio, casa, auto, di giorno, di sera o di notte.
A
distanza di pochi mesi dalla fondazione della vostra casa editrice, quali obiettivi
ritenete di avere raggiunto e a quali puntate?
Difficile parlare di risultati raggiunti. Gli obiettivi
sono certamente scegliere e pubblicare testi di indubbia qualità, premiando anche
gli esordienti di valore: mai banali, mai scontati, e con una struttura e filo
logico che possa evidenziare il nostro gusto e criterio. Non siamo tipografi,
siamo prima lettori, e poi editori.
Un libro
che vi è rimasto nel cuore e che continuerete a riproporre al vostro pubblico.
Forse è
prematuro perché abbiamo appena iniziato il nostro lavoro, ed attualmente, al
momento dell'intervista, abbiamo 10 libri a catalogo e altri 5 in corso di
ultimazione.
Direi che
attualmente il libro che ci ha dato molta soddisfazione e che portiamo un po'
come fiore all'occhiello è “Giulia, una donna fra due Papi”, un bellissimo
romanzo storico sulla vita di Giulia Farnese, intimo e attuale.
Come vi
ponete nei confronti delle nuove tecnologie?
Non
totalmente a sfavore. Inutile opporsi, il progresso ci travolge sia che lo
vogliamo o no. E il progresso va dove la gente trova esigenze, o dove bravi
strateghi di marketing riescono a crearle.
Noi amiamo
ancora la carta, pensiamo al libro come un oggetto, un bene, non solo come un
ammasso di parole e pensieri: per questo motivo per il momento abbiamo
accantonato l'uscita dei nostri titoli in e-book. Probabilmente li
pubblicheremo solamente per opere che abbiamo una ottima tiratura, e comunque
non prima di un anno dall'edizione cartacea.
Cosa
pensate delle mostre-mercato del libro? Hanno accusato forti cambiamenti negli
ultimi anni?
Le abbiamo
vissute da spettatori per ora.
Riteniamo il
metodo tradizionale delle fiere e delle mostre mercato molto antiquato, e non
più applicabile alla velocità delle informazioni attuali. E' un mondo a nostro
avviso destinato a ridursi ulteriormente nei prossimi anni: chi espone lo fa in
perdita, e spesso e volentieri non è nemmeno un ritorno pubblicitario in quanto
chi ne gioca è sempre e solo i grandi gruppi editoriali che possono mettere
davanti a tutti visibilità e potenza.
Come vi
ponete nei confronti dell’editoria a pagamento e del print-on-demand?
L'editoria a
pagamento è rimasta per quei piccoli editori (con e minuscola) che non sanno
valorizzare e promuovere i propri autori, che stampano tanto per stampare e non
credono nel prodotto che fanno. Credo che stiano calando parecchio, gli
scrittori si sono smaliziati e sanno evitare questi trabocchetti (seppur
legali) e si danno appunto piuttosto al print-on-demand, che con un buon
battage attraverso internet può dare discreti risultati. Per un esordiente che
vuole un prodotto rapido, senza entrare nella filiera editoriale, può essere
una bella esperienza.
Ritenete
che il passaparola informativo, tramite blog o siti d’opinione, possa
influenzare il mercato librario? E la critica tradizionale?
E' ormai
indispensabile. Come detto prima, le librerie sono per la maggior parte terreno
dei grandi gruppi editoriali, e per le centinaia di medi e piccoli editori
restano briciole e nemmeno quelle, dal momento che solo esporre un libro su uno
scaffale non della propria città è già un clamoroso risultato.
Va da sé che
qualsiasi forma di promozione attraverso passaparola, internet, magazine
diventa fondamentale per arrivare al lettore.
Pubblico:
quali caratteristiche deve avere il vostro lettore ideale?
Curioso, e
fine. I nostri libri sono strutturati con prodotti di qualità: carta avoriata
ruvida per l'interno, copertine in pregiata tintoretto con alette, copertine
curate graficamente, coerenza grafica all'interno di ogni collana. Nonostante
tutti i nostri titoli siano prezzati a 12 euro, è obiettivamente un prodotto
che vale di più.
E ovviamente
anche per il contenuto: attuiamo una selezione accurata, premiando solo gli
scrittori (sia esordienti che non) che abbiano davvero qualcosa di speciale. Ce
lo possiamo permettere, non chiediamo un euro a loro e ci “arroghiamo” il
diritto di scegliere quello che a nostro avviso è il meglio.
Essere un
piccolo editore oggi, significa essere una goccia nel mare: distinguersi è
difficilissimo, ma noi con selezione e cura dei dettagli ci proviamo.
Un
aspirante scrittore può proporvi i propri manoscritti? Come deve fare? Sono
graditi consigli!
Certo che
si, siamo sempre in ascolto e ci piace scovare bei testi.
Ma
innanzitutto dovremmo distinguere tra scrittori e persone che scrivono.
Purtroppo la maggior parte rientra nella seconda categoria. La maggior parte
dei testi che arrivano nelle nostre email sono banali, scontati, triti e
ritriti, esercizi di tecniche di scrittura con poco contenuto. Preferiremmo
vedere una bella idea ma scritta male (si può sempre rimediare), purtroppo che
un esimio prodotto di scuole di scritture, ma con storie che fanno addormentare
dopo dieci pagine.
Ciononostante,
qualcosa di buono c'è ancora, ma consiglierei a tutti gli aspiranti scrittori
di LEGGERE prima di iniziare a scrivere, di leggere con spirito critico e
chiedersi: quello che voglio dire può interessare un lettore? O... interessa
solo a me?
Avete un
sassolino nella scarpa o un piccolo aneddoto da raccontarci circa la vostra
casa editrice?
Come piccoli
editori, di sassolini ce ne sono tanti. Anzi sono macigni, e si vedono tutti
nella loro interezza quando troviamo distributori e promotori che ci snobbano
senza nemmeno aver visto un nostro libro, o librai disinteressati che
preferiscono cavalcare l'onda del titolo sponsorizzato e conosciuto (che il
lettore prende online spendendo meno) invece che credere in autori ed editori
che ancora mettono il cuore e la passione in quello che fanno (e non lo fanno
solo per quattrini).
Purtroppo
però lo spazio per quest'ultimi è davvero poco, la guerra dei poveri, le
briciole rimaste nel piatto. Questo ha portato, porta e porterà ad un livellamento
(verso il basso) sempre maggiore della cultura in italia. Ed è un male.
Qual è il
vostro ultimo libro in uscita? Lo consigliereste perché…
Sono tutti
figlioletti, e spingerne uno piuttosto che un altro ci da sempre la sensazione
di mancare di rispetto a qualcuno.
Stiamo per pubblicare un libro un po' tagliente, che differenza molto
dagli altri per la narrativa che lo percorre: “Il tardo impero di A.”.
Lo
consigliamo perché da una visione del mondo decadente odierno, partendo
dall'entusiasmo di un documentarista che si trova a studiare un'epoca storica
importante, ma che lentamente nel fluire del romanzo scopre essere il preludio
alla perdita di valori, all'ipocrisia e alle menzogne che riempiono i giorni
moderni. Certamente un libro da analizzare con un occhio critico e con la mente
aperta, molto aperta.
Volete
preannunciarci qualche obiettivo per il vostro futuro?
A breve, e
lavorativamente, arrivare ad avere entro il 2014 un catalogo completo e
decisamente vario e interessante, di almeno 50-60 titoli divisi tra le varie
collane. Vogliamo dare un'immagine di professionalità e serietà elevata, ben al
di sopra della media di piccola editoria. Ed avere così un diverso peso nei
confronti della filiera editoriale e poter quindi proporre con più facilità ai
lettori i nostri titoli, che per qualità di testi e cura sarebbe un peccato
relegare in poche librerie o ai margini del mercato.
Quale può essere, secondo voi, la chiave
del successo di un libro / di uno scrittore?
La fiducia
che riesce a favorirsi la PERSONA, lo scrittore. Chi legge libri si fidelizza
alla storia, ma anche a chi la scrive. Un libro ha un autore, la casa editrice
c'è ma non è quella che viene alla mente quando si pensa ad un libro.
Una promozione
fatta dallo scrittore vale 10 volte quella fatta dall'editore, che viene sempre
visto come un commerciante che vuole vendere qualcosa e basta.
Per questo
il “lavoro” dello scrittore, per lo meno all'interno di un piccolo editore che
non ha fondi e spazi per poter promuovere in modo massimo il libro, è
indispensabile. Molti scrittori non sanno come muoversi, o non “vogliono”
muoversi, convinti che basti aver scritto un libro per essere conosciuti... non
è così.
Ci sono
migliaia di scrittori e decine di migliaia di libri, gli scrittori devono
riflettere sul fatto che ormai nel 2013 hanno bisogno di un altro approccio
verso il pubblico, più diretto, senza barriere o trafile in mezzo.
Forse gli
autori giovani hanno questa ottica (pochi), ma va assolutamente sviluppata.
Per informazioni visita il sito della casa editrice
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Intervista a cura di G. M. Ghioni