di Roberto Andò
Bompiani, 2012
pp. 234
cartaceo € 17
Dal libro lo stesso Andò è stato regista del film Viva la libertà, con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto, Judith Davis,Eric Trung Nguyen, Andrea Renzi, Gianrico Tedeschi, Massimo De Francovich, Renato Scarpa, Lucia Mascino, Giulia Andò
Ci sono libri che hanno il potere di uscire al momento giusto, e di raccontare la storia con quell'occhio di preveggenza raro. Il trono vuoto, libro che è valso a Roberto Andò il premio Campiello opera prima, ha questa capacità: ritrarre la politica italiana esasperandone il tratti. Il problema? Non si sa dove finisce la realtà e inizia la caricatura: è infatti un confine difficile da demarcare, e Andò lo sa. Per questo i suoi personaggi fanno sorridere amaramente, perché il libro è divertente, ma è divertente quanto la realtà sconvolta che ci sta sotto.
L'azione parte quando Enrico Oliveri, segretario del principale partito di opposizione, parte e abbandona la scena politica senza avvisare i suoi: è colto da una perenne ansia da prestazione e dalla depressione che non gli fa più affrontare al meglio il leader del partito avversario. Una valigia e un biglietto: nessuno sa dove Oliveri è sparito, neanche Andrea, il suo braccio destro, né la moglie Anna. Una defezione del genere, oltre a suscitare un immediato vespaio, può minare per sempre le sorti del partito. Fortunatamente, la soluzione si offre per caso, quando Andrea cerca il fratello di Enrico, Giovanni, sperando di avere informazioni. Un tavolo a un ristorante, un momento in cui Andrea si allontana e un giornalista politico si avvicina: Giovanni, uguale in tutto al fratello minore, solo un po' più imbiancato, risponde con una brillantezza che ha dell'incredibile. L'idea è immediata: sostituire Enrico con il fratello Giovanni, fino alla ricomparsa del primo.
La sostituzione è fin da subito sorprendente: Giovanni, appena uscito dal manicomio, è divertito dal gioco, si cala nella parte ma porta con sé ottime conoscenze filosofiche, letterarie e oratorie. La platea e persino gli avversari sono in deliquio, e anche Anna non è indifferente a quell'uomo così simile al marito ma tanto diverso caratterialmente.
E intanto? Dove è finito Enrico? Non ha tentato suicidio; tutt'altro. Come si vedrà, ha cercato una sua vita alternativa, una seconda occasione a partire da una sua vecchia vita...
Quella di Andò è una tragicommedia degli equivoci, che sarebbe senza dubbio piaciuta a Plauto. Il lettore, infatti, aspetta con ansia l'agnizione che rivelerà a tutti la sostituzione: ma avverrà? E come? Intanto, si osserverà il gioco delle parti, gestito con maestria dall'autore, che padroneggia l'oratoria politica, spesso retorica e roboante, stravolgendone i contenuti.
Il divertimento è assicurato, e gli equivoci si susseguono in un'intelligente critica che porta con sé il pessimismo inevitabile per l'attuale classe politica. Visto il tema scottante, la trasposizione cinematografica curata dallo stesso Andò è stata quasi immediata, con un bravissimo Toni Servillo che interpreta entrambi i fratelli Oliveri.
Gloria M. Ghioni
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