Il maestro Atomi
di Maurizio Salabelle
Comix, Modena 1997; poi Edizioni Casagrande, Bellinzona 2004 (nuova edizione rivista dall’autore)
Maurizio
Salabelle (Cagliari 1959-Pisa 2003) è
stato uno degli autori più spiazzanti
della narrativa italiana contemporanea. Gli scrittori prediletti da
Salabelle e dai quali è stato influenzato sono gli italiani Federigo Tozzi,
Giorgio Manganelli, Luigi Malerba e Lucio Mastronardi, i francesi Gustave
Flaubert e Georges Perec, lo svizzero Robert Walser e l’austriaco Thomas
Bernhard. Si tratta di autori tutti accomunati dal fatto di essere
dei “visionari” , come del resto
anche Salabelle. Essi, attraverso la rappresentazione verbale dei loro sogni,
deliri e allucinazioni, oltre a inquietare e intimorire, presentano sempre un
lato comico perché le loro visioni fanno anche sorridere.
Nei romanzi di
Salabelle prende forma un mondo comico e
allo stesso tempo malinconico in cui circolano personaggi goffi, assonnati,
sognanti, completamente strampalati e pieni di tic, che non si sentono a casa
in nessun posto.
Tra i libri di Salabelle
che, oltre a essere scrittore, è stato anche insegnante, uno dei più noti è Il maestro Atomi, opera di irresistibile comicità dedicata al mondo della scuola.
Il
maestro Atomi viene
pubblicato nel 1997 dalla casa editrice Comix e successivamente, dopo essere
stato rivisto dallo stesso autore, nel 2004 nelle Edizioni Casagrande.
In una scuola elementare fantastica e onirica,
reinventata attraverso gli occhi di un ragazzino che costituisce la voce
narrante, Salabelle immette le più svariate invenzioni comiche. Nel libro è
rappresentato un mondo infantile che scorre senza orientamento come un’epoca di
felice confusione, generando un sorriso irriverente. In questa stravagante scuola
governata dal caso e da un’imprevedibile follia si dipanano, in un
inestricabile nodo, le storie allucinate di studenti buffi e maestri maniacali.
I
piccoli alunni maschi
hanno un’aria addormentata, inebetita e malinconica, e la faccia tutta sudata e
odorante di formaggio rancido. Tossicchiano nervosamente, s’infilano le dita
dentro le narici e, con timide alzate di mano e debole tono di voce, rivolgono
domande insolite e inopportune al loro insegnante. Quando vedono una femmina
della loro età, sentendosi profondamente a disagio e imbarazzati, diventano tutti
rossi nel volto, emettono sospiri languidi e si grattano dappertutto
nervosamente. L’universo femminile per questi piccoli studenti è avvolto da un
alone di mistero che suscita un desiderio irrefrenabile misto a paura e timore
reverenziale nei confronti delle coetanee studentesse. Così i maschietti, nel
tentativo di possedere i segreti e il
mistero della femminilità, ritagliano foto di donne seminude da riviste
scandalistiche e da cataloghi di biancheria intima, le nascondono
sotto il letto e la sera, prima di andare a dormire, le guardano a lungo
con cupidigia, cercando di sentire il loro profumo, ma avvertendo solo un
impalpabile odore di carta mista a inchiostro.
Il
lunatico maestro Gennaro Atomi impartisce ai piccoli alunni lezioni
più di scaltrezza che di cultura, interrogandoli non sull’aritmetica o sulla
grammatica ma sull’uso degli elettrodomestici. Ha il viso pieno di cicatrici e
un alito odorante di cipolla soffritta e finocchio, è perennemente distratto e
non fa altro che sbattere le ginocchia contro il cassetto aperto della
cattedra. Il maestro Atomi va e torna, si assenta e ritarda, ed è sostituito o affiancato
da personaggi altrettanto comici e assurdi. Compare infatti nel libro, in
sostituzione del mitico e imprevedibile titolare di cattedra, il supplente Gelli che, oltre a
mangiarsi continuamente la pelle delle dita e a inghiottire pillole contro la
calvizie, conduce bizzarri esperimenti scientifici, tentando di ricreare in una
pentola da cucina le condizioni di quel brodo primordiale in cui la vita si
sarebbe manifestata per la prima volta. E c’è anche l’aiuto-maestro Apini, dinoccolato e con un’altezza talmente fuori
dai canoni da dover procedere tutto curvo come se non ce la facesse a sostenere
il collo; questi è un sabotatore della conoscenza, completamente avulso da
qualsiasi logica didattica, che gira tra i banchi suggerendo agli alunni cose
completamente sbagliate e riducendo i loro quaderni a brandelli.
Completano il
quadro della scuola comico-onirica "dipinta" da Salabelle i bidelli che, con la loro faccia piena
di macchie, il colorito rossastro e le labbra scure e sempre umide,
assomigliano a degli alcolizzati cronici.
Alla fine del libro ti viene da pensare che l'ideale prosecuzione del percorso di studi di questi piccoli, goffi e impertinenti studenti, usciti fuori dall'estrosa penna di Salabelle, potrebbe essere data dal tragicomico liceo,caratterizzato da insegnanti buffi e grotteschi, che Federico Fellini ha "inventato" e magistralmente rappresentato nel suo bellissimo film Amarcord.
Alla fine del libro ti viene da pensare che l'ideale prosecuzione del percorso di studi di questi piccoli, goffi e impertinenti studenti, usciti fuori dall'estrosa penna di Salabelle, potrebbe essere data dal tragicomico liceo,caratterizzato da insegnanti buffi e grotteschi, che Federico Fellini ha "inventato" e magistralmente rappresentato nel suo bellissimo film Amarcord.
Il
Maestro Atomi
è uno dei più bei libri di narrativa sul
mondo della scuola e dell’infanzia, e merita di essere letto almeno una
volta nella vita.
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