Nell'anno in cui cade il centenario della nascita di Neri Pozza, la casa editrice che porta il suo nome decide di indire un premio letterario nazionale in suo onore.
Editore, scrittore, artista e partigiano, nacque e visse a Vicenza dedicando tutta la sua vita a questa città.
Dopo l'esperienza della Resistenza - di cui ha lasciato memoria nel suo libro La prigione - decise di fondare una casa editrice che tutt'oggi si distingue nel panorama nazionale. Nella sua carriera di editore ha collaborato, tra gli altri, con Eugenio Montale (stampò il suo esordio in prosa, Farfalla di Dinard), Carlo Emilio Gadda (di cui pubblicò il Primo libro delle Favole), Goffredo Parise, Mario Luzi, Vincenzo Cardarelli, Dino Buzzati, Massimo Bontempelli.
Il Premio nazionale Neri Pozza intende riportare al centro del lavoro editoriale la passione e la dedizione del fondatore. Si rivolge solo alle opere inedite, escludendo narrativa di genere come i gialli, i memoir, le opere fantasy, i thriller, le "opere in cui l'intrattenimento narrativo ignori il compito conoscitivo proprio della letteratura", come si legge in un comunicato della casa editrice stessa.
Per confermare ancora una volta il fatto che il numero di persone che scrive in Italia è considerevolmente superiore a quello di coloro che leggono, basti pensare che i testi arrivati al concorso sono stati 1781 e sono stati giudicati e selezionati da un comitato di lettura nel quale compaiono agenti letterari, editori, giornalisti, scrittori, professori, studiosi. Basato sul modello dei premi letterari spagnoli, quasi tutti organizzati dagli editori, il Premio letterario Neri Pozza intende restituire dignità all'attività dello scouting editoriale, oggi minacciata su più fronti.
Arriviamo a questo punto alla cinquina dei finalisti, scelta all'interno di una rosa di dodici testi:
Dentro c'è una strada per Parigi di Nòvita Amidei
La capitale francese fa da sfondo a una delicata storia di amicizia intergenerazionale e solidarità femminile. Martha è una giovane donna che vive con la piccola figlia Eline. Ha perduto il lavoro ed è stata abbandondata dal marito. Dietro la porta accanto vive Adèle, una donna sola che custodisce gelosamente un segreto. Le due donne si incontreranno e si avvicineranno trovando nell'altra la forza di andare avanti o accettare il passato.
La letteratura Tamil a Napoli di Alessio Arena
L'Accademia letteraria tamil si nasconde nei sotterranei di Napoli, ha il compito di custodire i tesori di una tradizione letteraria che risale a duemila anni fa. Janaka Jayawardana è uno dei membri dell'associazione e vive al Sopportico Lopez n. 32 di Napoli. Cresciuto giocando a cricket a piazza Mercato, tra angeli con quattro braccia e madonne con proboscidi, tra statue di San Giuseppe che suona il flauto di Krishna e crocifissi appesi al simbolo dell'om, per lui è arrivato il momento di decidere a quale mondo appartenere.
Un romanzo che affronta il tema dell'incontro-scontro tra culture millenarie, irriducibili tra loro.
Il genio dell'abbandono di Wanda Marasco
Napoli, anni Ottanta del XIX secolo. Vincenzo Gemito, geniale artista, fugge di notte dall'ospeale psichiatrico Villa Florent e raggiunge casa sua. Si rintana nella sua camera studio davanti allo sguardo atterrito della moglie, della figlia, degli anziani genitori. Inizia a ripercorrere tutti gli avvenimenti fondamentali della sua vita. Il libro è una ricostruzione romanzata della vita di uno dei principali artisti "maudit" del nostro paese.
La ricchezza di Marco Montemarano
Roma, anni Settanta. I Pedrotti sono una delle famiglie più ambite e influenti della città. Il Padre è un onorevole, i figli: Fabrizio, bello e sempre allegro; Mario, cortese e delicato; Maddalena, seducente e misteriosa. Il giovane Giovanni, per gli amici Hitchcock, viene accolto da Fabrizio nella cerchia più intima della famiglia. Diverrà il testimone delle loro esistenze: saprà della sottile tortura fisica che l'amico infligge al fratello, verrà accolto tra le braccia di Maddalena, per scoprire con gli anni l'irrealtà di tutto quanto aveva creduto. La ricchezza è un romanzo sulla generazione cresciuta negli anni Settanta e sulla gioventù come sogno fugace.
Il bambino di Budrio di Angela Nanetti
Nell'estate del 1637 la peste si abbatte su Budrio, piccolo paese dell'Emilia-Romagna. Il giovane medico Alberto Carradori viene chiamato dai frati del convento di San Giovanni ad assistere i malati in ospedale. In quel luogo di pena si imbatte in una singolare figura: padre Giovanni Battista, uomo colto e ambizioso, che ha accolto sotto la sua ala un piccolo mendicante, Giacomo Modenesi, un bambino-prodigio dotato di una memoria e di un'intelligenza fuori dal comune. Padre Giovanni decide di portare il piccolo a Roma per presentarlo ai confratelli del Convento di San Marcello, al cospetto dei quali lui svela tutte le sue capacità. I suoi frequenti malori che sfociano in crisi convulsive alimentano i pettegolezzi e fanno sì che il bambino venga convocato presso il S.Uffizio con l'accusa di "dottrina acquisita con opera demoniaca". Il romanzo è ispirato alla storia vera di un povero garzaiolo vissuto a Budrio nel diciassettesimo secolo.
Il vincitore sarà annunciato il 3 ottobre prossimo al palladiano Teatro Olimpico di Vicenza, riceverà in premio 25 mila euro e la sua opera sarà pubblicata dall'editore Neri Pozza.
Quindi tenete d'occhio questi titoli.. magari proprio quello che vi incuriosice di più sarà tra non molto nelle librerie!
E adesso una riflessione: voi cosa pensate dei premi letterari? Preferite premi come questo e il Calvino indirizzati alle opere inedite o vi appassionate più a quelli come lo Strega, il Viareggio, il Campiello che promuovono ulteriormente opere che hanno già avuto fortuna nel mercato editoriale?
Perché diciamocelo: aldilà della - giustamente - possibile validità di alcune opere in gara in premi come lo Strega, come non pensare che i meccanismi di scelta e premiazione in questi tipi di concorsi letterari siano sempre influenzati da logiche che non hanno a che fare con la qualità letteraria dei testi?
Claudia Consoli
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