di Marco Gionta
Auralia Edizioni, 2013
pp. 299
Marco Gionta, con quell'aerea levità che ho felicemente apprezzato leggendo "Pregare gli Angeli e gli Arcangeli - Un invito a ricevere saggezza e protezione dagli Angeli attraverso la preghiera", ci accompagna in questo nuovo viaggio alla scoperta degli Angeli e degli Arcangeli. Come lo stesso autore tiene a sottolineare, si tratta di un'opera volta ad approfondire l'essenza di queste creature celesti tanto care non solo alla tradizione cristiana, attraverso una ricca documentazione storico-agiografica finalizzata alla riscoperta di quella "Bellezza" che fa vibrare l'anima di colui che scruta le multiformi espressioni delle sfere più elevate dell'Invisibile. Nel corso dei secoli, i massimi esponenti delle arti figurative hanno saputo cogliere i più fulgidi bagliori delle dimensioni celesti, immortalandoli su tele e affreschi la cui contemplazione ci pone in contatto con tutto ciò che è puro spirito.
Gli angeli, che fungono da intermediari fra la Terra e il Cielo, sono creature di assoluta perfezione e dignità. Non posseggono un corpo fisico ma, in talune circostanze, possono assumere una corporeità dalle sembianze umane. Da sempre, spesso anche solo a livello inconscio, l'individuo desidera comunicare con gli Angeli, ravvisandone un tramite con il trascendente. Per poterlo fare, occorre tuttavia fare tabula rasa di tutti quei preconcetti di stampo materialistico che ostacolano il dialogo con la nostra interiorità, l'unico punto di contatto per attingere nuova linfa dalle sfere celesti e dal regno degli archetipi. Non a caso, l'autore ci esorta a prendere spunto dai bambini, che si accostano al mondo circostante con un cuore puro, senza indulgere in elucubrazioni contorte e in aspettative prive di costrutto, poiché
"come possiamo pensare che l'orizzonte non sia la fine del mondo ma solamente un limite di visione, così dovremmo poter pensare che solo una minima parte di noi visibile è quella che costituisce l'intero mondo su cui si effonde l'amore divino."
La tradizione angelica, che si perde nella notte dei tempi poiché obbedisce a una delle istanze primordiali dell'uomo, affonda le radici, per quanto concerne il pensiero filosofico occidentale, nella teologia di Platone, che riconosce l'esistenza di creature celesti incaricate di portare messaggi ("angelo" significa per l'appunto "messaggero") agli uomini, e di consegnare agli dei le offerte e i voti presentati dal genere umano. Secondo Platone, esiste un'ulteriore categoria di spiriti che dimorano nei fiumi e che instillano sogni e visioni prodigiose nella mente di ciascun individuo.
Secondo la tradizione ebraica, esistono diverse compagini angeliche capeggiate da un Arcangelo. L'Arcangelo Metatron guida l'ordine del Chayot Ha Kodesh, il più elevato e illuminato in assoluto. Segue l'ordine degli Ophanim, costituito da angeli eternamente senza sonno per custodire il Trono Divino, capeggiato dall'Arcangelo Raziel. Seguono l'ordine degli Erelim (guidato dall'Arcangelo Zadkiel), l'ordine dei Seraphim (guidato dall'Arcangelo Chamuel), l'ordine dei Malakhim (guidato dall'Arcangelo Uriel), l'ordine degli Elhoim, strettamente connesso alla vittoria del Bene sul Male. La Cabala vuole che sia Haniel a guidarli, mentre la tradizione biblica attribuisce questo compito all'Arcangelo Michele. L'Arcangelo Gabriele è invece posto a capo dell'ordine dei Cherubim. Troviamo infine gli Ishim, guidati dall'Arcangelo Sandalphon, con il compito di costruire il Regno di Dio sulla Terra.
Secondo la tradizione Cristiana, le gerarchie angeliche sono composte da tre ordini: al primo ordine appartengono i Serafini, i Cherubini e i Troni; il secondo ordine è composto dalle Signorie, dalle Potestà e dai Poteri, mentre nel terzo ordine troviamo i Principati, gli Arcangeli e gli Angeli.
Non ci è dato sapere con esattezza come sia avvenuta la creazione degli angeli. La tradizione rabbinica vorrebbe che alcune di queste creature celesti siano state generate dal fuoco, altre dall'acqua, altre dal vento, mentre un solo angelo sarebbe scaturito dalle parole pronunciate da Dio. Secondo altre fonti, gli angeli sarebbero assimilabili alla luce che Dio creò il primo giorno. In base ad alcune teorie, queste creature sarebbero addirittura preesistenti alla nascita del nostro sistema solare. A prescindere da ogni speculazione possibile e immaginabile, gli angeli sono universalmente riconosciuti come creature di sublime perfezione, che abbracciano la missione del Servizio Disinteressato e dell'Amore Compassionevole. Secondo le tradizioni ebraiche e cristiane, esistono sette Arcangeli, benché di fatto il Cristianesimo ne onori solo quattro: Gabriele, Raffaele, Michele e Uriele. Gli Arcangeli sono anche "i grandi Araldi della buona novella". L'esempio più famoso in tal senso è quello dell'Arcangelo Gabriele, che annuncia a Maria di Nazareth la nascita di Gesù.
La Chiesa Orientale Ortodossa venera l'Arcangelo Selathiel, riconosciuto come Santo patrono della preghiera, l'Arcangelo Jehudiel, portatore dell'amore misericordioso di Dio, l'Arcangelo Barachiel, che veglia sui Cristiani affinché educhino la loro progenie lungo il sentiero voluto da nostro Signore, e l'Arcangelo Uriel o "Fiamma di Dio", strettamente correlato al fuoco del Giudizio Universale.
Una delle sezioni più belle di "Angeli e Arcangeli" è quella in cui l'autore ci permette di conoscere più da vicino Michele, Raffaele e Gabriele, i tre arcangeli in assoluto più importanti della tradizione cristiana, anche attraverso le loro raffigurazioni pittoriche.
Scopriamo così che Michele (che significa "Chi è come Dio") è un angelo guerriero impegnato nella lotta fra il Bene e il Male, spesso raffigurato come un giovane bello ma dall'espressione severa. Il simbolo, che lo accompagna, è una lancia alla cui estremità si trova una croce o uno scettro, per sottolineare i suoi trionfi avvenuti esclusivamente grazie alla sua forza spirituale. Quando combatte l'Angelo Caduto, Michele è rappresentato in piedi al di sopra del demone, nell'atto di trafiggerlo o di confinarlo in catene. Fra i vari capolavori artistici elencati dall'autore in onore dell'Arcangelo Michele, citerò i due dipinti di Raffaello esposti al Louvre di Parigi. Il primo di questi due dipinti raffigura l'Arcangelo con le ali spiegate, uno scudo su cui campeggia una croce rossa e una spada sguainata per trafiggere una creatura malevola, che costituisce un'allegoria del Vizio. Nel secondo dipinto, commissionato da Francesco I°, Michele afferra una lancia con entrambe le mani, poggia un piede sulla schiena di Lucifero, che tenta di sollevarsi verso l'Arcangelo, rivolgendogli uno sguardo carico di astio e disperazione. Dal canto suo, Michele osserva il Demone senza alcuna traccia di vendetta o disprezzo, comunicando grazia e maestà. Altri encomiabili artisti come Guido Reni, il Vasari e Luca Signorelli hanno prodotto pregevoli capolavori per onorare questo Arcangelo.
L'Arcangelo Raffaele, che significa "Dio guarisce", è l'angelo dell'amore sponsale e della salute, ma anche uno degli angeli "guardiani" nonché guida dello Sheol o "regno dell'oltretomba". Moltissimi artisti hanno reso omaggio a Raffaele. Presso la Galleria degli Uffizi di Firenze, si possono ammirare pregevoli opere del Mantegna, di Tiziano, del Parmigianino, di Rembrandt, del Caravaggio e di Canaletto. A Venezia, nella chiesa di San Marziale, si trova un dipinto dell'Arcangelo Raffaele e del giovane Tobia attribuito a Tiziano.
Per quanto riguarda infine l'Arcangelo Gabriele, che significa "la forza di El", la tradizione biblica lo annovera fra i messaggeri di Dio, mentre per i musulmani rappresenta il messaggero di Dio che ha rivelato il Corano a Maometto. Molteplici sono le visitazioni di Gabriele nel corso dei secoli anche se, su tutte, spicca l'episodio dell'Annunciazione, nel corso della quale l'angelo rivela a Maria che Dio l'ha scelta "per essere madre di Colui che avrebbe avuto il compito di insegnare al popolo di Israele a camminare nelle Sue leggi con la verità nel cuore."
I vangeli di Luca e Matteo hanno ispirato i pittori del mondo occidentale, mentre il vangelo Armeno dello pseudo-Matteo e il protovangelo di Giovanni sono stati fonte di ispirazione per l'arte orientale. Fra le numerose opere evocate, l'autore si sofferma su un bellissimo affresco dell'Annunciazione situato a Roma, presso le Catacombe di Priscilla, che hanno accolto le spoglie di molti Santi fra cui San Pudenzio, Santa Pudenziana, Santa Prassede, Santa Priscilla, Santa Prisca e San Marcellino. Per quanto concerne l'iconografia bizantina, l'autore ci rammenta come, oltre a quella che rappresenta Maria seduta nell'atto di tessere il velo color porpora per il tempio, a partire dal VI° secolo si vada sempre più affermando un'altra iconografia in cui la Vergine viene dipinta in piedi nell'atto di parlare. Si tratta di un'immagine influenzata dalla tradizione regale bizantina, che intendeva enfatizzare la nobiltà al pari della saggezza di Maria che, avendo subito riconosciuto il suo visitatore, si alza in piedi in segno di rispetto e comunica con lui dopo averlo ascoltato. Fra gli esempi più salienti a livello pittorico, Marco Gionta cita un'icona della scuola di Novgorod, conservata presso la Tretyakov Gallery di Mosca, ma anche un'immagine dell'Arcangelo Gabriele risalente al VII° secolo, conservata nella chiesa di Ateni Sioni, nei pressi della città di Gori, in Georgia. Molte altre opere ispirate all'Annunciazione si possono ammirare in moltissimi musei e cattedrali d'Europa (come ad esempio nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, e nella Cattedrale di Colonia).
Prima di concludere questo affascinante viaggio alla scoperta degli angeli e soprattutto degli arcangeli, l'autore ci invita a riflettere sull'essenza di queste creature celesti che, oltre a guidarci e a proteggerci, ci esortano tacitamente ad imitarne l'esempio nel nostro vissuto quotidiano, per proseguire lungo il sentiero che conduce alla nostra vera essenza, poiché:
"Se apriamo con fiducia il nostro cuore agli Angeli, soffermando il nostro pensiero su queste splendide entità spirituali, che solo per errata convinzione risultano essere lontane e poco presenti nella vita dell'uomo, la strada verso la conoscenza di Dio risulterà ancora più chiara, semplice e dolce. Se ci rivolgiamo con fiducia agli Angeli, vedremo i veli di questo mondo evanescente e spirituale assottigliarsi concedendoci gioia, serenità e conforto, e potremo avere il privilegio di poter gioire di fronte a tanta Bellezza, Magnificenza e Perfezione!"Cristina Luisa Coronelli
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