Anche quest’anno l’AIE (Associazione Italiana Editori) ha deciso di introdurre il lungo finesettimana di Più Libri Più Liberi – la fiera della piccola e media editoria che si terrà a Roma dal 5 all’8 dicembre prossimo – con il ciclo di incontri Più Libri PiùIdee, dedicato soprattutto agli studenti e interessati. I quattro incontri si presentano come uno stimolo per riflettere e prendere consapevolezza di come sta cambiando l’editoria e quindi i libri, la lettura e il lettore, la scrittura e l’autore, le librerie e i loro clienti, la progettazione, la stampa e la programmazione di un progetto editoriale.
Questi sono i quattro
incontri:
25 novembre: Romanzi disegnati. Come
si fa un graphic novel? Università Tor Vergata di Roma
25 novembre: Professioni
editoriali 2.0. Nuove professioni per nuove case editrici. Università La
Sapienza di Roma
26 novembre: Dalla grafica all’infografica.
IED (Istituto Europeo di Design) di Roma
29 novembre: Storytelling & co.
Come si progetta un universo narrativo? Università Roma Tre di Roma
Purtroppo ho partecipato solo al
secondo e al terzo e quindi è su questi che mi soffermerò. Se qualche lettore ci vuole raccontare la sua
esperienza commentare nel blog, su Facebook, … siamo felici!
Oltre ai docenti delle rispettive
università e istituti, gli incontri sono stati introdotti da Giovanni Peresson
direttore del centro studi dell’Aie e uno dei massimi studiosi in Italia di
editoria (insomma, chiunque abbia almeno approcciato l’argomento avrà
certamente letto alcune sue pubblicazioni), che sinteticamente ed efficacemente
ha ricordato gli ultimi 20 anni in campo editoriale, con particolare attenzione
al digitale. La nascita di Google, di Wikipedia, di Amazon e di altri store
online, del Kindle e degli altri ebook reader, la diffusione di smartphone e tablet, … tutte realtà che sembrano
imprescindibili, il cui uso quotidiano è ormai consolidato, ma che fino a 20 o
anche 10 anni fa era pressoché sconosciuto. Nuove realtà, usi e stili di vita
culturale che sono facilmente individuabili guardandosi attorno (cinque anni fa
in metropolitana si leggevano libri, quotidiani e riviste di carta, ora lo
scenario è decisamente cambiato), e che necessitano di diversi approcci di progettazione e di studio, per “creature” artistiche,
informative, di svago e intrattenimento.
L’incontro de La Sapienza era
incentrato sulle professioni dell’editoria “che verrà” e sono intervenute
Lorenza Biava e Giulia Bussotti. Entrambe lavorano in Aie, Lorenza come content
editor per il sito web del Giornale della Libreria (rivista importante per
valore e storia, dato che è uno dei primi periodici italiani d’associazione) e
organizzatrice di incontri come Più Libri Più Idee e membro del Centro Studi,
Giulia lavora invece al progetto LIA (Libri Italiani Accessibili) dopo una
carriera nell’editoria iniziata nella redazione web di minimum fax.
Alcune delle nuove professioni
sono il content curator, il readers community manager,il selfpublishing consultant,
il reputation manager.
Si tratta di figure che devono
lavorare in sinergia nella realizzazione di progetti, ognuno con le sue
competenze specifiche: è importante quindi per ognuno comprendere il linguaggio
e il lavoro dell’altro. Il content curator è il curatore di contenuti (dato che
l’editoria produce soprattutto contenuti e non solo libri!), un filtro tra il
mare magnum di informazioni online e offline che cerca di comunicarle e
rielaborarle in maniera creativa (allo scopo quindi di creare interesse e far
nascere un dibattito e un’esigenza di riflessione). Il reputation manager svolge un’attività di monitoring della rete al fine di capire dove si
parla e come si parla ad esempio di un autore o di un titolo. Per quanto sia
poco presente nel mondo editoriale italiano (se non con le vesti del marketing
o ufficio stampa), è molto importante nel settore dell’editoria dove il valore
del marchio editoriale e dell’autore è fondato sulla qualità delle idee e degli
stimoli che offre e quindi la capacità di creare attenzione positiva. Il selfpublishing
consultant è una figura che nasce insieme al self publishing (di qui abbiamo ho
parlato qui) e si occupa di seguire l’autore in tutte le fasi dell’autopubblicazione.
Si potrebbe però ipotizzare che in futuro oltre a queste capacità, l’esperto
del mondo del self publishing e delle sue comunità virtuali, sia anche una
figura importante per scovare quei talenti che possono entrare nelle scuderie
dei marchi editoriali. Il readers community manager si occupa delle community
dei lettori, e quindi degli ambienti online dove sono soliti incontrarsi per
parlare di libri e autori e interessi. Deve quindi saper interpretare il
linguaggio e le esigenze, entrare nel dialogo come un community manager, ma con
particolari competenze sul mondo editoriale nel suo complesso.
Alcune slide interassanti di Luca Conti che riprendono l'argomento
I relatori hanno sottolineato più
volte come in tutte queste professioni, oltre ai ferri del mestiere che si
imparano a usare sul campo, sono fondamentali la cultura (è quindi:
flessibilità mentale e capacità a “captare” ciò che avviene nella realtà, ciò
che è interessante, i meccanismi, etc.) e le competenze informatiche per essere
presenti e comunicare in rete (non basta esserci) e saper costruire progetti di
valore.
L’importanza di tali competenze è
comprensibile soprattutto nell’incontro allo IED (Istituto Europeo di Design),
dove la parola è passata ai grafici professionisti. Dopo Giulia Bussotti che
aveva spiegato il cambiamento dell’attività redazionale nella progettazione di
ebook, Stefano Cipolla (Caposervizio grafica de La Repubblica) e Paula
Simonetti (graphic designer) hanno parlato di infografica e in generale dell’importanza
crescente della grafica nel sintetizzare informazioni, idee e storie. Si parte
da lontano, dalle pitture rupestri, fino ad arrivare ai nostri giorni, alle
infografiche che caratterizzano la nostra giornata: dalle previsioni del tempo,
all’articolo di giornale corredato da grafici più o meno complessi. Notevolissima
una infografica dell’800 (quando ancora non si chiamava così …) ricordata da
Stefano Cipolla, che rappresenta la campagna napoleonica in Russia con l’avanzata
dei soldati, la loro morte, le battaglie etc … Si tratta di esempi che non
fanno parte della modernità (come le tante infografiche mostrate da Cipolla e
Simonetti) ma che rendono perfettamente le qualità che anche un’infografica
contemporanea (e digitale) deve avere: sintetica ed efficace, e nello stesso
tempo esteticamente valida, che attiri l’attenzione facilitando la comprensione.
Ora la parola resta noi, lettori,
blogger, autori, grafici, web designer, umanisti, storici, artisti, curiosi, …
Infografica che rappresenta la campagna napoleonica in Russia
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