di Marco Gionta
Auralia Edizioni, 2013
pp. 231
Gli Arcangeli di Dio - Un invito alla devozione
di Marco Gionta
Auralia, 2013
€ 13
L'autore ci conduce per mano attraverso un nuovo viaggio dell'anima, che scaturisce dalla sua istanza più profonda di cogliere l'essenza del transito terreno di ognuno di noi.
Nell'incipit di questo libro, Marco Gionta ci spiega come la pratica del silenzio e dell'ascolto gli abbia permesso di conoscere il pensiero di molte persone sulle piccole cose della vita quotidiana e le loro convinzioni su questioni più grandi e trascendentali. Ciò gli ha permesso inoltre di comprendere che, per gran parte dei nostri simili, la vita è un mero florilegio di doveri punteggiato qua e là da alcuni piaceri di stampo materiale, totalmente avulsi da un proposito generato da scelte consapevoli o perlomeno volute. In un simile contesto, la vita risulta arida e pressoché priva di senso fintanto che non si apre un varco alla dimensione interiore, senza giocoforza abbracciare il cammino della fede vera e propria. Conservare uno spirito semplice, amorevole e altruista favorisce un processo di trasformazione e di arricchimento personale destinato a irradiarsi anche a chiunque entri in contatto con noi.
Attraverso l'ascolto interiore riusciremo a rendere via via più chiaro il nostro sentire, e capteremo con crescente nitore i segnali che ci giungono dalle Dimensioni Celesti per indicarci la meta del nostro viaggio in questo mondo. A tale proposito, l'autore cita un bellissimo verso contenuto nel Libro dei Salmi: Signore, consentimi di udire la Tua bontà, perché in Te confido; lascia che io conosca la via da seguire.
In questo libro si dipana sostanzialmente la convinzione maturata dall'autore attraverso un lungo percorso di ricerca interiore corroborato da una fervida fede in Dio e nella sua Intelligenza Superiore, che gli ha permesso di comprendere come il nostro transito terreno rappresenti una tappa del viaggio che l'anima compie in direzione dell'eternità. Ognuno di noi è uno spirito immortale che, per un arco di tempo alquanto fugace, indossa un abito di carne necessario per poter solcare quel sentiero più o meno impervio destinato a confluire nella nostra dimora celeste. Non sempre questo abito è impeccabile o resistente; capita spesso, anzi, che necessiti di continue riparazioni volte a contrastarne il più possibile l'usura. Non dimentichiamo, infatti, che questo abito ha una durata limitata (ottanta o novant'anni al massimo, talora anche meno), e che prima o poi cederà indipendentemente dalle cure da noi prodigate. Se aggiungiamo che il viaggio in questo mondo è irto di insidie, sorge spontanea una domanda: chi si prenderà cura di noi? E' pur vero che, per un tratto di strada più o meno lungo, possiamo contare sulla protezione amorevole dei nostri genitori, specie nei primissimi anni della nostra vita, quando siamo maggiormente indifesi. Ma chi si prenderà cura di noi, quando anche loro ci lasceranno per varcare la soglia della Dimensione Celeste? Chi sarà pronto a donarci conforto, a perdonare i nostri errori, a sostenerci quando le nostre gambe vacilleranno nei momenti più avversi? Il Male è da sempre la peggior insidia che incombe sul viaggio terreno dell'anima, un'insidia che la fede in Dio potrà arginare attraverso l'amorevole presenza di una folta schiera di Angeli chiamati a guidarci lungo il sentiero e a intervenire in nostro aiuto nelle fasi più critiche.
Marco Gionta ci rammenta che i Testi Sacri riportano un numero incalcolabile di rivelazioni in merito all'esistenza di un ordine di entità spirituali che da sempre manifesta un solido legame con gli esseri umani. La Legge, che costituisce l'elemento fondante del Vecchio Testamento, fu affidata a Mosè per intercessione di un Angelo. Quando i figli d'Israele in fuga dall'Egitto attraversarono il Mar Rosso, fu sempre un Angelo a guidarli verso la libertà. Un altro Angelo chiuse le fauci del leone che minacciava l'incolumità di Daniele. E ancora: un Angelo annunciò a Maria il concepimento del figlio di Dio; un Angelo apparve ai pastori di Betlemme per annunciare la nascita del Messia; un Angelo portò conforto a Gesù nel giardino di Getsemani, alla vigilia della sua crocefissione. Infine, fu un Angelo a rivelare alla donna recatasi sulla tomba del Cristo, che il figlio dell'Uomo era risorto, e sempre un Angelo disse ai discepoli di Gesù che questi sarebbe tornato sulla terra dopo essere asceso nei Cieli, e che gli Angeli avrebbero annunciato il suo ritorno alla fine del tempo.
Queste creature celesti, alle quali Dio ha affidato l'incarico di proteggerci e guidarci, si prodigano per il nostro benessere supremo amandoci in modo incondizionato, manifestando un'incorruttibile fedeltà e un'inesauribile pazienza.
Secondo la tradizione cristiana, la folta compagine degli angeli chiamata a vegliare sulla nostra anima è capeggiata da tre Arcangeli: San Gabriele il Messaggero, San Raffaele il Custode e San Michele il Protettore, ai quali noi stessi possiamo rivolgere le nostre preghiere per ringraziarli, onorarli e chiedere loro di intercedere presso il trono del Signore, affinché Egli non ci faccia mancare il Suo amorevole conforto nelle avversità della vita.
E così scopriamo che l'Arcangelo Raffaele ci infonde la luce necessaria per discernere correttamente i sentieri che conducono a Dio, proteggendoci dalle insidie che potremmo incontrare strada facendo, e ci invita a pregare con fervore per riconciliarci con Lui.
L'Arcangelo Raffaele è inoltre associato alla guarigione e al sacramento del matrimonio, come ben dimostra la vicenda del giovane Tobia che fu guidato da San Raffaele fino alle nozze con Sarah, sottendendo una preordinazione divina all'incontro matrimoniale. Si tratta di un chiaro riferimento ad un processo di illuminazione e di coscienza superiore che ispirò gli scrittori del Medioevo avvinti ad un afflato di misticismo, in virtù del quale si radicò in loro la convinzione secondo cui Dio, attraverso i suoi Angeli, conducesse al matrimonio un uomo specifico e la donna predestinata.
L'Arcangelo Gabriele rappresenta invece il messaggero per eccellenza, la "Forza di Dio" chiamata a recare i messaggi celesti di cruciale importanza, talora destinati a segnare una svolta a livello epocale. Egli apparve a Daniele, dopo che il profeta ebbe la visione dell'impero greco e persiano. A distanza di qualche tempo, si manifestò nuovamente mentre il santo era assorto in preghiera, per annunciargli l'era in cui il Messia sarebbe venuto in questo mondo. Un'altra rivelazione importante coincide con la sua apparizione nel tempio di Gerusalemme per annunciare a Zaccaria la nascita di suo figlio Giovanni il Battista. Ricordiamo infine l'apparizione dell'Arcangelo Gabriele a Maria di Nazareth, per comunicarle l'avvenuto concepimento del Figlio di Dio.
L'Arcangelo Michele è a capo di tutte le milizie celesti, ed è chiamato a proteggere la Chiesa (e, prima ancora, la Sinagoga) e l'intero pianeta dalle continue insidie del Male. Viene spesso raffigurato mentre brandisce una spada e talora uno stendardo bianco con una croce scarlatta.
San Michele guidò Adamo ed Eva dopo la loro cacciata dall'Eden, apparve a Mosè per dargli il segnale della liberazione, e combatté contro Gedeone facendogli ottenere la vittoria. Egli presiede alla lotta del Bene sul Male e ci aiuta a dissipare le tenebre dal nostro cuore.
L'esistenza degli Angeli ribadisce l'importanza della preghiera, che ognuno di noi può praticare in ogni luogo e in ogni momento della giornata. La preghiera, che sottende un dialogo profondo con la Dimensione Celeste attraverso la nostra interiorità, ci infonde conforto anche se a tratti abbiamo l'impressione che le nostre invocazioni rimangano inascoltate. In realtà, ci viene puntualmente inviato tutto ciò che risulta maggiormente congeniale al nostro Bene supremo; non sempre è giusto esaudire le nostre richieste, vuoi perché di stampo puramente egoistico vuoi perché il nostro processo di liberazione dalla sofferenza richiede tempi di maturazione un po' più lunghi di quanto vorremmo. Poiché Dio scruta nei nostri cuori, è importante che le nostre preghiere scaturiscano da intenzioni pure e disinteressate in ossequio alla Sua volontà.
Vorrei inoltre soffermarmi sull'umiltà, un concetto particolarmente caro all'autore, che stimola una riflessione molto pregnante. Egli ci spiega come in Paradiso vi siano molti santi che non hanno mai fatto la carità durante il loro transito terreno, a causa della loro povertà. Altri santi non hanno mai praticato il digiuno a causa delle loro infermità fisiche. Ma la loro umiltà ha rappresentato il vero viatico per la Gloria celeste. L'umiltà allontana da noi l'arroganza e l'orgoglio, ci permette di sostenere le nostre argomentazioni senza voler vincere a tutti i costi, ma soprattutto di non nutrire rancore e desiderio di vendetta. Ci permette inoltre di imparare dalle critiche senza assumere un atteggiamento di chiusura ostile nonché di prendere coscienza dei nostri errori e fallimenti senza esserne distrutti. Grazie all'umiltà, possiamo essere gentili anche in quei contesti che esigono fermezza e determinazione.
Vorrei concludere con un'ulteriore riflessione dell'autore sull'importanza di ascoltare la nostra voce, una voce spesso duplice poiché, quando siamo lontani da casa, siamo allegri, di buon umore, pazienti e sempre disponibili a sottolineare i pregi di amici e conoscenti, senza mai criticarli. Una volta di ritorno fra le mura domestiche, al cospetto dei nostri familiari, la gentilezza si tramuta in arroganza e irritazione. Anziché soffermarci sugli aspetti positivi dei nostri cari, non risparmiamo loro le critiche per tutto ciò che non ci aggrada. Il vero amore e la vera gentilezza non operano distinzioni fra l'ambiente domestico e l'ambiente sociale, semplicemente perché non prescindono dal rispetto. Purtroppo, molte persone sembrano pensare alla casa come al luogo dove profondere quel cattivo umore che sono state costrette a trattenere in altri luoghi. La casa dovrebbe essere invece il luogo dove compiere i primi passi dell'amore dimenticando il proprio sé.
Leggendo questo libro, riceviamo un'ulteriore conferma del fatto che gli angeli ci guidano, ci ascoltano, ci aiutano ma ci esortano anche ad emularne l'esempio che scaturisce dall'equilibrio e dall'armonia.
Cristina Luisa Coronelli
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