Più libri più liberi. Domenica
08 dicembre. L’ultima giornata della
dodicesima edizione della Fiera
nazionale della piccola e media editoria, è ricca di eventi; il Palazzo dei Congressi
continua ad essere luogo di discussione, spazio-incontro di presentazione di
libri e laboratori per ragazzi . Più
libri più liberi chiude con oltre 54mila presenze, una
fiera, un “mercato” di stand con offerte di prodotti editoriali, piccole e
medie case editrici si mostrano al pubblico vendendogli la cultura.
Fra le tante case editrici che
hanno partecipato all’evento, Minimum Fax, Nutrimenti, Fandango, Eleuthera,
Mimesis, Mattioli 1885, Giuntina, Exòrma, Sellerio, Edizioni Nottetempo.
“L’Italia che ha voglia di
ripartire si é data appuntamento qui a Più libri - ha dichiarato Fabio Del
Giudice, direttore della Fiera - che in
questi giorni si é confermata un’oasi
dove non si respira la crisi, anche se c’é.
Il successo della manifestazione deve
incoraggiarci per rilanciare la
cultura in Italia: questa atmosfera deve andare avanti per tutto l’anno,
estendendosi a tutto il Paese”.
In questa dodicesima edizione, numerose sono state le discussioni sul
futuro dell’editoria, molto ha fatto discutere l’intervento di
Carolina Cutolo apparso sul sito Scrittori
in causa, “Basta editori a pagamento alle fiere del libro”.
Inequivocabile il titolo dell’ultimo libro di Fabio Macaluso E Mozart finì in una fossa comune, in cui
si parla del bisogno di un ente che come in Francia gestisca i dati dei diritti
di opere che sono state realizzate anche negli anni passati, che gli artisti si
approprino dei propri diritti d’autori, nell’era del digitale e della
pirateria.
Questioni calde quella del copyright e dell’editoria a pagamento, che
cozzano con i valori della nostra
cultura, carica di teorie sulla cultura democratica e sapere universale
Paolo di Paolo, direttore
di Orlando Esplorazioni lancia il
progetto della Scuola Orlando, un’officina di scrittura che recuperi lo spazio
sottratto da internet e i social network alla lettura, una palestra in cui
allenarsi -una vera scuola di scrittura
deve essere prima di tutto una scuola di lettura- dice Paolo di Paolo.
L’autore presenta in uno spazio di pochi minuti, la sua ultima uscita Piccola storia del corpo- ho provato a raccontare l’immagine del corpo
nella narrativa del Novecento- dice di Paolo, l’udito è il più immateriale
dei sensi, quello che spinge all’immaginazione attraverso la miriade di suoni e
intonazioni che la voce produce.
La casa delle Letterature di Roma incontra la Scuola Holden di Torino,
Arnaldo Colasanti e Gianni Gremese presentano La moglie infedele di Philippe
Vilain, il fumettista Zerocalcare firma
autografi, L’Espresso incontra il pubblico.
Divertenti e ironici i personaggi di Vanni Santoni, personaggi precari, infantilizzati, tante mini narrazioni, Cristian
Raimo definisce quello di Santoni, un romanzo della “post-crisi”, di racconti
comico-parodici; si evince una straordinaria rappresentazione di “tipi” della contemporaneità, quasi tutti
umiliati, “crepati” secondo Giorgio Vasta.
Ospite attesissima, la scrittrice irlandese Edna O’brien, che presenta il suo ultimo libro; Country girl è ''l'autobiografia che
avevo giurato di non scrivere mai” dice l’autrice.
Un romanzo con una prospettiva nuova rispetto a quello delle “ragazze
di campagna” del 1987, autobiografico, in cui la casa è quella del ritorno nel
villaggio, nella sua prima casa, che è ricettacolo ma anche prigionia.
“Come sente la sua scrittura cambiata
dopo tutti questi anni?” chiede Elena Stancanelli; l’autrice spiega che il
paesaggio fisico- psichico è lo stesso del primo Country girl, la voce è cambiata, è adulta e consapevole, il luoghi
sono sempre un motivo centrale.
Si tratta di trovare il proprio posto, la propria stanza completa, dice l’O’brien citando la Woolf, “una
stanza tutta per sé”, che si ottiene nel corso della vita con la lotta.
La scrittura è un atto in uno stato di incoscienza, avviene in una
condizione di veglia illogica, bisogna
allontanarsi dal mondo per poterlo descrivere- io scrivo come camminano i sonnambuli- dichiara l’autrice
Qual è infine il senso ultimo delle storie di Edna O’Brien, quale il suo ideale?
Il senso ultimo delle miei storie è l’amore, che sia amore per Dio, per un paese e per la famiglia.
È di questo che io scrivo.
Isabella Corrado
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