di Giuliano Forresu
Edizioni Logus mondi interattivi, 2013
pp. 84
Una spiaggia vuota, deserta, bianca come mai la si sarebbe potuta vedere durante la bella stagione. Settembre che richiama ogni cosa a una primordiale sobrietà dopo gli eccessi e i clamori che si accompagnano pressoché inevitabilmente ai mesi più caldi. Forse è quella stessa sobrietà, dove l'orizzonte funge da spartiacque fra la terra e il cielo, che spinge Marco a scrutare fra le pieghe della sua anima. Marco ha poco più di vent'anni e in quell'estate ha conosciuto tante persone diverse da quelle con cui era invece cresciuto. Accanto a lui c'è Lisa, la sua prima e unica ragazza, un solido punto di riferimento ormai da diversi anni.
Nel cuore di Marco, un vortice di pensieri inizia a prendere forma, stimolando in lui una serie di riflessioni che, per la prima volta, rischiano di far vacillare ciò che fino a poco prima considerava delle incrollabili certezze. Forse quell'atmosfera di settembre, in una dimensione che sembra evocare i confini fra terra e cielo, fra spirito e materia, segnando una transizione quasi "iniziatica" fra spensieratezza e consapevolezza, gli permette di contemplare con lucido distacco quel suo lasciarsi vivere anelando a divertimenti, lussi e vizi da consumare nel presente, senza curarsi del futuro, ma anche senza l'entusiasmo degli adulti alle prese con problemi, a volte anche gravi, lontani anni luce dalle situazioni fatue e superflue in cui si dibatte, e con lui i suoi coetanei. Per la prima volta, Marco comprende di essere infelice e che, per poter stare bene, gli ci vorrebbe una condizione esistenziale diversa dalla realtà in cui è vissuto fino a quel momento, benché sia del tutto ignaro di ciò che potrebbe indirizzarlo verso un sentiero lastricato di gioia. Neppure Lisa riesce più ad emozionarlo. Ogni singolo tassello, che è andato via via delineando il mosaico della sua esistenza, gli sta rovinando addosso procurandogli un crescente senso di oppressione. Forse è solo una fase transitoria, come gli hanno insegnato i numerosi libri che ha divorato, soprattutto nell'ultimo periodo; forse è solo un guizzo di ribellione destinato a dileguarsi alle prime luci dell'alba, chissà...
L'incontro con Paolo, con cui divide la stanza nel periodo in cui frequenta l'università, farà da cassa di risonanza a quel suo disagio strisciante e apparentemente destinato a non lasciare alcuna traccia nel corso della sua esistenza. L'aspetto trasandato e l'eloquio forbito di Paolo, punteggiato da una sferzante ironia, lo rendono inviso ai suoi coetanei sin dai tempi del liceo, ma lui non pare curarsene e si tuffa con maggior frenesia fra i libri che gli regalano una cultura ragguardevole per la sua giovanissima età. Marco nutre una profonda stima per quel ragazzo che sembra sapere esattamente ciò di cui ha bisogno per stare bene con se stesso, e lo considera ormai una sorta di mentore.
Una cosa è certa: lontano da casa e dai suoi punti fermi, Marco può immergersi negli abissi del suo io e vivere quelle esperienze che lo aiuteranno a manifestarsi per ciò che realmente è e non per ciò che gli altri vorrebbero che fosse. Forse per sottrarsi al sordo richiamo del suo io più nascosto, decide di uscire e di stordirsi lasciandosi inebriare dagli effluvi di una notte brava. L'indomani, Marco prende atto che, per la prima volta in vita sua, non ha pensato a Lisa. L'inquietudine serpeggia nell'animo della ragazza che lo percepisce sempre più distaccato, da lei così come dagli amici e dall'atmosfera del paese in cui entrambi sono cresciuti. Come darle torto, tanto più che Marco, ormai galvanizzato dagli studi (nei quali peraltro eccelle) e soprattutto dai discorsi di Paolo, manifesta un'insofferenza sempre più palpabile nei confronti di festività come la Pasqua o il Natale, che ormai non considera più come un'occasione per ricongiungersi agli affetti più cari, bensì come vuote ricorrenze generate dal capitalismo dei tempi moderni, che si fa beffe del rispetto delle tradizioni. Queste sue convinzioni sono corroborate dall'ipocrisia che dilaga persino tra i suoi famigliari i quali, pur professandosi credenti, non vanno in chiesa né tanto meno si preoccupano di ottenere la salvezza dell'anima. Al contrario, si schierano dalla parte di colui che detiene potere e prestigio economico, nella speranza di acquisire qualche misero vantaggio materiale. In nome di queste sue convinzioni, Marco avrà un durissimo scontro con la sua famiglia, che lo attacca senza riserve. Dal canto suo, il giovane non esiterà a definire i suoi parenti servi di un potere illegittimo, servi di regole imposte, servi di idee altrui che s'innamorano di chi li sfrutta dolcemente, odiando chi cerca di liberarli mettendoli di fronte alla dura realtà.
Ormai Lisa non riconosce più Marco, né si rispecchia nei suoi ragionamenti infarciti di speculazioni filosofiche che, anzi, l'annoiano a morte, e non intende abbandonare gli abiti di marca e quelle amenità che da sempre la gratificano.
Marco, ormai imbevuto dei propri ideali al punto da rasentare il fanatismo, verrà abbandonato da tutti (amici, compagni di studi e anche dalla stessa Lisa), dopo una violenta rissa verbale con un giovane universitario. Avvinto a quella solitudine agognata per anni, considerata alla stregua di un viatico per approdare alla libertà assoluta e scevra da ogni vincolo fisico e sentimentale con chicchessia, Marco si rende conto per la prima volta di essere divenuto una persona intollerante anche verso i suoi affetti più cari, in nome della sua sbandierata sete di libertà. Gli ideali nei quali si rispecchia sono indubbiamente di alta levatura, ma questo non lo autorizza a trattare con malevola arroganza chi non la pensa come lui. Però forse è troppo tardi per tornare sui suoi passi, se non altro per una questione di orgoglio. L'indomani, il giovane si presenta da Lisa per dirle ufficialmente addio; dal canto suo, la ragazza, indurita dalla sofferenza, ne prende freddamente atto e non fa nulla per trattenerlo.
Si apre un nuovo capitolo nella vita di Marco, che per i sei anni successivi viaggerà su e giù per l'Europa, trascorrendo lunghi periodi in diverse città, sulla scia di quell'anelito di libertà assoluta che lo aveva spinto a fare terra bruciata intorno a sé. Eppure, in un angolo nascosto della sua anima, serpeggia il dubbio che la chiave della felicità non debba essere ricercata nell'assenza di legami. La conferma gli giunge in parte da Fergus, un giovane scozzese con cui stringe una sincera amicizia. Provare affetto per qualcuno non mina in alcun modo la propria libertà personale: Marco si sorprende a riflettere su quella sua spasmodica istanza di libertà, che lo aveva reso presuntuosamente lugubre, soggetto a continui sbalzi d'umore e distruttivo al punto da aver messo in fuga tutti, compreso il suo "mentore" Paolo. Ormai più maturo e consapevole, Marco non può dirsi felice, ma ha certamente raggiunto la serenità.
L'incontro con Lisa, avvenuto in modo del tutto inaspettato ad Amsterdam, riannoda le fila di un passato mai sopito. La sua ex-fidanzata non fa mistero della cupa depressione in cui ha rischiato di sprofondare dopo il suo abbandono, e lo travolge come un torrente in piena greve di accuse e ripicche. A distanza di anni, le sue ferite non si sono ancora cicatrizzate.
Marco la ascolta in silenzio. Forse è vero che la serenità dona una più chiara percezione del proprio sentire, poiché in quel momento comprende di non aver mai smesso di amarla e vuole fare il possibile per riconquistarla.
Di ritorno in Italia, Lisa intrattiene una fitta corrispondenza via e-mail con Marco, e alla fine decide di concedergli una nuova opportunità.
Marco si appresta a lasciare Amsterdam per riabbracciare definitivamente il suo antico amore: è finalmente felice, ma il destino ha in serbo un brusco e doloroso cambio di rotta, che non svelerò.
Vi basti sapere che il suo viaggio, lungo e accidentato, alla conquista della vera Libertà, si è definitivamente concluso.
Ringrazio l'autore di questo romanzo breve, che si legge d'un fiato, per averci consegnato un'allegoria assolutamente credibile e profonda del concetto di Libertà avulsa da ogni forma di aberrazione tanto cara alla società contemporanea (dal liberalismo al libertinaggio). La Libertà, quella vera, che ha a cuore anche l'altrui Libertà, non può essere assoluta né può prescindere dal rispetto, dalla tolleranza e da un grande spirito di sacrificio che scaturiscono in modo spontaneo dalla nostra vera essenza.
Cristina Luisa Coronelli
Cristina Luisa Coronelli
Social Network