Pedalando nel vento. In bici da Torino a Venezia
di Pino Pace
Zandegù, collana Gliuni, 2013
pp.22
pp.22
Alcune tradizioni sono
immancabili: fossimo in America verrebbe facile citare il tacchino del giorno
del Ringraziamento o la zucca incisa di Halloween. Per noi Italiani i punti
fermi sono differenti: la grigliata di Pasquetta e Ferragosto, il cenone della vigilia
di Natale a base di pesce e la camminata del 1 gennaio. Tutti, vuoi per
smaltire gli eccessi della serata precedente, vuoi per “vedere le cose nella
giusta prospettiva” come diceva Charlie Brown, il primo giorno dell’anno si
improvvisano camminatori. Forse è la semplice idea di muoversi per iniziare il
nuovo anno, fatto sta che mi è sembrato carino trasferire questa tradizione
anche in letteratura e leggere, come prima opera del 2014, un quadernetto di
appunti di viaggio.
3 documentaristi, 5 ciclisti, 679 chilometri, 4 animali e 9 consapevolezze
queste sono le basi di "Pedalando
nel vento: in bici da Torino a Venezia", breve ed emozionale reportage sul
progetto Vento. Questo Vento nasce a Ovest nel Politecnico di Milano ed è un
progetto volto a creare un percorso ciclabile sicuro che colleghi Torino a
Venezia. Se un tempo si andava in pellegrinaggio a Santiago de Compostela o a
Roma, oggi ci si può munire di velocipide e pedalare a bassa velocità fino alla
laguna.
Così cinque ciclisti, chi più chi meno
amatoriale, chi più chi meno coinvolto con il Politecnico, si accinge a fare
questa traversata del Nord Italia per andare a vendere, comune per comune,
questo sogno, perché di tale si tratta: di un nastro senza rotaie e cavalli
motore che colleghi Torino e Venezia. Seguiti fedelmente dall’autore e dai suoi
compagni di avventura Paolo Casalis e Stefano Scarafia, veniamo guidati
attraverso paesaggi che non hanno nomi esotici o profumi speziati, ma che sono
così vicini a casa nostra e così sconosciuti da sembrare situati dall’altra
parte del mondo.
Mi sono sentita molto vicina a
questa breve “routard”. Io vengo dal Piemonte e adesso vivo in Veneto. Per fare
questi 600 chilometri ci ho messo alcuni anni e mi sono sempre spostata su
strada ferrata: ho visto tutte le città citate nell’itinerario e in alcune mi
sono anche fermata a vivere, quindi l’idea che tante altre persone possano
percorrere questa strada non poteva che catturarmi. Il ritmo lento delle
pedalate porta alla scoperta di paesaggi che possono sembrare di primo acchito banali
e stra- visti per un abitante del nord. Eppure,
la bicicletta mostra una nuova prospettiva, una riscoperta di angoli e
atmosfere che ormai sono solo ombre quando passiamo con una Freccia di
qualunque colore. La narrazione punta molto sul fattore emozionale e già da
questi brani pare di vedere inquadrature del film- documentario che è stato
realizzato dall’autore nel 2012. Non si tratta di una guida puntuale, ma di una
manciata di sensazioni e piccole avventure. Non si legge di un viaggio epico o
eccezionale: è un percorso adatto ad ogni amante delle due ruote o ciclovago. Soprattutto
si viene a conoscenza di questo splendido progetto, di Vento, ancora lontano
dalla sua conclusione, ma di sicuro già in sella verso le prime, importanti
tappe.
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