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La Trieste di Fabiana Redivo

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Trieste Meravigliosa
di Fabiana Redivo
Edizioni della Sera (2013)
€ 14,00
pp. 126





Ricordo di aver avuto immediatamente un feeling particolare con il libro di Fabiana Redivo. Non appena preso in mano la sensazione al tatto della copertina mi ha ricordato i vecchi tomi che si trovano nelle biblioteche di Trieste e i colori mi hanno riportato alla mente l'aroma del caffè Illy, di produzione locale, uno dei migliori caffè che abbia mai bevuto. Insomma, avevo già delle ottime aspettative ancora prima di iniziare a leggerlo, grazie anche all'intensa presentazione avvenuta nella libreria Minerva dove, ad affiancare la Redivo, c'era Michela Vitali, attrice di professione e amica della scrittrice, che ha prestato la voce per la lettura di alcuni brani tratti dal libro, incantando con il suo timbro caldo e dinamico tutta la platea di spettatori.

Vivendo a Trieste ormai da anni pensavo di conoscerla piuttosto bene, tuttavia, leggendo la raccolta di racconti della Redivo, mi sono dovuto ricredere: di Trieste non conoscevo niente di più di ciò che un "foresto" (straniero nel dialetto Triestino) poteva conoscere. Leggere i racconti di Trieste Meravigliosa è come farsi prendere per mano dalla scrittrice stessa e farsi guidare da lei e dai suoi ricordi alla scoperta di una città che forse non smetterà mai di stupire con le leggende legate a questo o quel monumento, che non smetterà mai di cogliere di sorpresa quando, in mezzo alla folla, la statua di Umberto Saba sembra una persona in carne ed ossa.

I racconti trattano un'ampia gamma di argomenti, si va dal dialetto locale al carattere (a volte indecifrabile) dei triestini, dalle bellezze urbane ai panorami del Carso, dai ricordi felici legati ad un particolare negozio di giocattoli a quelli tristi rievocati dalla Risiera di San Sabba, l'unico campo di sterminio in Italia. Una full immersion alla scoperta di una città dal sapore austriaco, a volte slavo e, di tanto in tanto, anche italiano.
Lo stile della Redivo è scorrevole e piacevole, i suoi ricordi cullano e trasportano dolcemente il lettore facendogli provare un arcobaleno di emozioni durante una vista a volo d'uccello della città tergestea, durante un tuffo nei colori sbiaditi del passato e un salto a piè pari attraverso quel velo che avvolge la città in un'atmosfera misteriosa nelle gelide notti invernali.

E' difficile descrivere una città dai cento volti come Trieste, far provare la sensazione tagliente della Bora sulla pelle usando solamente le parole, far afferrare il concetto di "morbin" ad un forestiero, ma la Redivo, con il suo linguaggio altamente espressivo ed emotivo ci riesce. Come scrive la stessa nell'ultimo racconto:
E' difficile amare Trieste. Bisogna comprenderla a fondo per apprezzarla davvero, per riuscire a vivere in armonia con tutte le sue contraddizioni. Il dolore l'ha indurita. Non fa mai vedere le lacrime. E se per sbaglio vi guarda con gli occhi ancora lucidi di pianto, trova la forza di scherzare per nascondere la sua fragilità.

Molti conoscono la città attraverso le famose parole di Umberto Saba, Fabiana Redivo, per concludere il suo libro, propone invece quelle di un'altra poetessa locale: Nadia Semeja.

Amare Trieste
Sono arida terra in lotta col vento
che dura si stringe al bacio del gelo
si screpola tutta al morso del sole
e respingere sembra ricca semente.
Sono pietra sferzata da gelida pioggia
che abbraccia il ginepro irto di spine,
si veste di bianco nel timido prato
ed applaude il miracolo di quell'unico fiore. 
Sono Carso che brucia e sprofonda nel mare
sono roccia che urla il dolore alla Bora
sono un cuore ferito che nasconde il suo pianto
sono orgoglio di gente che non vuole morire.
Per amare Trieste, devi prima capire.
In definitiva un volumetto molto piacevole da leggere, umoristico e sentimentale, scritto in maniera molto personale e ricco di curiosità su una delle città meno italiane d'Italia. 

A. Dario Greco