di Alba De Cèspedes
Milano, Mondadori, 1938
Milano, Mondadori, 1938
Nessuno torna indietro è un romanzo che racconta la storia di otto
giovani donne di differente estrazione sociale che vivono in un Italia del
Novecento bellico. Il racconto è ambientato negli anni precedenti la seconda
guerra mondiale e le ragazze sono inizialmente ospitate in un collegio
religioso di Roma. Il libro esce nel
dicembre del 1938 e nel giro di un anno arriverà a ben 11 ristampe: è un anno
tragico per la nostra storia; nello stesso periodo vengono approvate le leggi
razziali. Alba De Cèspedes prefigura
qualcosa che non era assolutamente scontato per il periodo.
Le ragazze protagoniste sono donne
assolutamente non “allineate”, a cui va stretto l’abito di madre e di donna
relegata al solo ruolo domestico. Ognuna di loro reca un segreto implicito
nella storia stessa che viene raccontata. Tutte e otto stanno fuori della
concezione classica della famiglia e sono testimoni, al contempo, di una
condizione femminile vissuta a quel tempo; le unisce una volontà ferrea di
emergere dal grigiore in cui vivono.
Seguendo le affascinanti orme
della propria volontà, cercano di emergere trovando dei punti di riferimenti
concreti; è un collocarsi diverso del femminile all’interno della società del
tempo che precludeva qualsiasi possibilità di indipendenza, donne capaci di
prendere in mano la propria vita all’interno del vuoto oscuro che a tratti
pervade i loro destini.
Le unisce una forte positività
proiettata al proprio futuro. Tutte hanno un progetto di vita significativo: le
otto donne si muovono in ambienti cittadini che però a poco a poco divengono
estranei alla storia. Otto figure: Molly è cardiopatica, nel corso della storia
si innamora di un organista cieco originario di Milano; il padre la allontana
dalla città e la manda in un convitto, ma lei intensifica la corrispondenza con
l’uomo; li unisce una grande passione per la musica e una serenità di spirito.
Xnenia è di umili origini, si iscrive all’Università a Roma ma viene bocciata all’esame di laurea e non trovando il coraggio di affrontare la famiglia decide di fuggire dal convitto romano; la ragazza giungerà a Milano diventando successivamente l’amante di un uomo d’affari della città.
Vinca è spagnola e vive la
propria condizione d’esiliata in Italia. Si innamora perdutamente di Luis, un
ragazzo spagnolo e lo segue. Sentirà ben presto una forte nostalgia per la
lingua madre, vivendo male l’abbandono: non accetterà facilmente il fatto di
essere straniera e cercherà di vivere dignitosamente.
Silvia ha una gran passione per
lo studio, è la più emancipata, ha grandi doti intellettuali, il suo obiettivo
è perseverare nello studio e cerca con passione una brillante carriera
universitaria. Anna studia senza
impegno, spinta dai genitori, ama la campagna e sogna di tornare in quei luoghi;
sceglierà consapevolmente di vivere un
pezzo della propria esistenza in campagna.
Serena è preparata al suo destino e sembra la
più realistica del gruppo mentre Augusta, la più anziana, è apparentemente più
spavalda delle altre; coltiva segretamente il desiderio di diventare scrittrice; in balia di se
stessa, risulta abbarbicata in una condizione di transito. Valentina è una
figura di donna più defilata; sceglie di sposarsi per cercare una qualche forma
di riscatto. Orfana di padre, Valentina vive vessata all’interno di una grande
famiglia patriarcale.
Nessuno torna indietro è un romanzo di formazione plurale che
invita ad una grande assunzione di consapevolezza attraverso il racconto delle
esperienze di vita di queste donne; i racconti divengono filosofie di vita
differenti che rappresentano però un percorso collettivo. Il lettore può seguire
l’itinerario umano di queste donne che corre parallelamente, donne che
rimangono fuori dal coro rispetto ai modelli femminili predominanti del tempo.
Alba De Cespedes, ci presenta otto donne che problematizzano casi diversi: il tema dell’attesa, dei desideri, delle speranze di ognuna di loro, dei percorsi intervallati dai momenti di pausa e di riflessione. Un romanzo di formazione che non dura per sempre: il plot narrativo prevede gli amori, gli incontri fugaci serali, la dislocazione geografica e spaziale (Calabria, Puglia, Sardegna, Firenze) le specificità regionali lontane dalla Roma del tempo, campi stratificati e significati semantici differenti con gli esiti del percorso di vita di queste donne, un romanzo che offre continui ritratti femminili in attesa di “transito”.
Nessuno torna indietro uscito nel 1938 pur essendo in qualche modo
esterno alle lotte dell’emancipazione delle donne, possiamo rilevare quanto
invece precorra i tempi (gli anni ’70).
Attraverso queste storie di donne si aggiungono molteplici riflessioni sul fenomeno
della condizione della donna attraverso un processo di individuazione ed
affermazione di quei canoni via via formatisi nel corso del secondo Novecento.
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