Lunedì 10 febbraio alla Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano è stato presentato l'ultimo romanzo di Bruno Arpaia, Prima della battaglia, edito da Guanda Editore. L'autore, accompagnato da Gianni Biondillo e Paolo Soraci, ha incontrato i lettori e raccontato l'origine e i significati di questo nuovo libro che conferma ancora una volta la sua predilezione per i generi misti - tra il noir, il racconto di un viaggio on the road e il romanzo di formazione alla rovescia - e la presenza costante di certe scelte di stile ricorrenti nella sua produzione e ormai distintive della sua penna.
La trama incuriosisce subito: una notte, sulla tangenziale di Napoli, un camion esce dalla sua corsia schiacciando un'auto contro il guardrail.
La vittima, lo scrittore Andrea Rispoli, aveva descritto questa stessa identica dinamica dentro uno dei suoi libri, quasi avesse raccontato in anticipo la propria morte. È chiamato a occuparsi del caso il Commissario Alberto Malinconico che i lettori hanno già incontrato nel precedente Il passato davanti a noi (2006) e che qui ricompare, a distanza di circa quindici anni, alle prese con il suo "primo morto". "Come chi guarda la vita da una fessura, senza calarvisi dentro", Malinconico affronta gli avvenimenti della sua esistenza - il lavoro, le relazioni con le donne, le incombenze - con la passività di chi non li cerca e non si premura nemmeno di evitarli. Melanconico come il suo nome e come una delle tante anime di Napoli e dei suoi abitanti, il protagonista si mette a nudo davanti al lettore con le sue mancanze, con gli incompiuti silenzi di chi non ha soluzioni da offrire. Nonostante le resistenze, inizia un'indagine che lo condurrà fino a Città del Messico, passando per le strade di Scampia, tra giri di droga, di prostituzione e malaffare.
Prima della battaglia del genere noir ha le ambientazioni, i colori del paesaggio. Struggente la Napoli protagonista, ma lontana dall'idea di vivacità e colore che molti si aspetterebbero. Decadente e continuamente vessata dalla pioggia, la capitale partenopea respinge e fatalmente attrae:
Andare via, restare. Era il nostro chiodo fisso. Napoli era una città troppo ingombrante, bella e maledetta. Giorgio dopo giorno, ci assalivano stanchezza, nausea, rabbia, impotenza. "Se volete fare qualcosa di buono, fuitevenne 'a Napule" aveva detto qualche anno prima Eduardo [...] ci soffrivamo, a viverci, eppure non trovavamo mai il coraggio di abbandonarla.
Nonostante viva a Milano da venticinque anni, Arpaia continua a raccontare la sua Napoli che qui è quella di metà anni '80, del sequestro Cirillo e della trattativa tra Cutolo e i servizi segreti, per citare solo alcuni fatti. Tutte le vicende storiche e politiche che hanno segnato lo scrittore si stagliano, sebbene a stento accennate, sullo sfondo di un romanzo che ha l'aria cupa di quegli anni.
Ma non solo Napoli: anche un Messico molto lontano da quello che si vede in cartolina, continuamente scosso da venti fortissimi, con un mare perennemente agitato e grosse nuvole nere all'orizzonte.
Ma Prima della battaglia oltrepassa il classico noir perché è attraversato da un sottile sense of humor, un umorismo dal sapore antifrastico che non manca mai di far sorridere.
Il pregio del libro è questa capacità di superare le barriere di genere, di lasciar perdere la semplice meccanica dell'azione e della soluzione del caso per raccontarci invece l'attesa, la sospensione, l'incertezza, i silenzi.
"Le istituzioni, come le persone, subiscono sconfitte, sbagliano. Non hanno la cartesiana certezza di saper risolvere un caso", ha raccontato Arpaia.
Il romanzo regala la malinconica figura di un personaggio che può sembrare semplicemente rassegnato e che, invece, ha bisogno di maturare ancora, figlio di una generazione cresciuta nella lotta e, da militante di Avanguardia Operaia, diventato Commissario. Avrà modo di crescere ancora, Alberto Malinconico, specialmente nel viaggio che lo porterà in America del Sud, a chilometri di distanza da tutte le cose da cui cerca di scappare, eppure mai così vicino.
Prima della battaglia è un libro che, senza ostentazioni, offre il racconto di uno stato d'animo e di un paesaggio sociale che oggi è scomparso ma è importante ricostruire e ricordare.
Ma leggendo ci si perde soprattutto nella bellezza di certe pagine e descrizioni di paesaggio, per poi ricordarsi tutt'a un tratto che sì, il Commissario Malinconico ha anche un caso da risolvere.
Ma leggendo ci si perde soprattutto nella bellezza di certe pagine e descrizioni di paesaggio, per poi ricordarsi tutt'a un tratto che sì, il Commissario Malinconico ha anche un caso da risolvere.
Claudia Consoli
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