Diciamo, banalmente, di vivere in
un mondo veloce, stressato, pieno di nevrosi e complessi. Nessuno sa più
prendersi tempo per se stesso, nessuno si rilassa più. C’è chi porta il proprio
stress e le proprie manie appuntate all’occhiello della camicia con orgoglio: perché
se sei normale, non sei interessante. Qualcuno ci sospira anche comicamente su "Eh,
che vuoi, se uno psicologo mi prendesse in analisi dovrebbe solo rinchiudermi/
scrivere un libro su quello che mi passa per la testa.” Eppure, c’è chi ha
lucidamente visto e ritratto i mali del mondo moderno e non l’ha fatto con pesanti e difficili tomi di psicologia.
Pertanto oggi
possiamo provare a osservare le problematiche e le nevrosi che affliggono la
nostra vita con un occhio più leggero, scanzonato; le possiamo guardare seduti
sul divano, intenti nella digestione del pranzo. Per fare ciò possiamo
leggere le strisce dei Peanuts, vignette che vedono protagonisti un gruppo di
bambini e un cane nate dalla penna di uno dei più grandi autori del XX secolo,
Charles Schulz.
Umberto Eco ha definito questo
fumettista “Poeta”, con intento provocatorio. Perché, secondo lui, i fumetti
vengono snobbati dagli intellettuali che non li ritengono un prodotto adatto ai
loro denti. Ma se la poesia è in grado di suscitare bontà, riso, pietà e
cattiveria allora il migliore e unico modo per definire la penna del Minnesota
è poeta.
Un poeta incredibilmente famoso perché
tutti, chi più chi meno, conosce il cane Snoopy, Charlie Brown e la sua testa
rotonda e la scorbutica Lucy. Alcuni suoi personaggi sono persino entrati nel
modo di dire comune: chi non ha mai sentito parlare della coperta di Linus?
Sarebbe lungo e incredibilmente difficile fare un’analisi o una presentazione
accurata di queste “personcine” e del loro ideatore. Le vignette hanno tanti
livelli di lettura, cosa quasi impensabile per pochi, semplici tratti di
matita. Quindi possiamo sfogliarne qualcuna e vedere come le nevrosi dell’uomo
moderno siano perfettamente incarnate da questo pugno di personaggi.
La sindrome di Charlie Brown
L’eroe della saga, Charlie Brown,
il bambino dalla testa rotonda, proprietario del cane Snoopy, è profondamente
infelice. Non ha amici, tutti paiono odiarlo e si sente sempre e costantemente
inferiore. La vera tragedia di tutto ciò è che Charlie Brown non è inferiore: è
un bambino/ adulto perfettamente normale. Sempre depresso, quasi un candidato
al suicidio, è un cuore puro e senza nessuna forma di malizia. Ed è
proprio per questo che la società lo calpesta di continuo.
La società che non perdona ovvero
Lucy Van Pelt
“Antagonista” per eccellenza del
protagonista è una bambina dal nome dolce di cui mai si sospetterebbe: Lucy Van
Pelt. Opportunista, aggressiva e scorbutica sembra vivere per schiacciare ed
umiliare il suo compagno di giochi. Donna dalle mille risorse, autosufficiente
ed imprenditrice è il perfetto esempio della società spietata dove i “charlie
brown” non hanno il benché minimo spazio.
Come difendersi dalla vita ovvero
Linus e la sua coperta
Linus è il piccolo filosofo del
gruppo, raffinato teologo e intenditore d’arte. Fratello minore di Lucy è la
personificazione stessa delle nevrosi: pollice in bocca, capelli già radi
nonostante la giovane età e coperta sempre alla mano. Quel brandello di stoffa
è tutto ciò che gli impedisce di crollare e che gli fa da schermo contro la
prepotenza della sorella.
Voler essere chi non si è ovvero
Snoopy e le sue trasformazioni
Snoopy è il bracchetto che vive
sul tetto della cuccia nel giardino di Charlie Brown. È un cane e sa di essere
un cane. Eppure non ne sembra felice: perché è sempre paludato dietro qualche
altro personaggio: ora l’intrepido capo dei pompieri, il chirurgo di fama
mondiale, il famoso scrittore e l’indimenticabile Asso della Prima Guerra
Mondiale sempre a caccia del Barone Rosso.
Non si tratta di un test, non c’è
da riconoscersi in una figura o nell’altra. Perché tutti, anche se non
vorremmo, abbiamo dentro di noi un piccolo Charlie Brown e ci aggrappiamo a
qualche coperta quando il mondo ci fa troppa paura.
Giulia Pretta
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