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Twitterature: i capolavori della letteratura mondiale raccontati attraverso Twitter

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Le librerie inglesi sono un paradiso. Entri, osservi, sfogli, ti siedi in poltrona, leggi, bevi the. Tra gli scaffali (bianchi, ordinati) ho potuto notare un considerevole numero di volumi culinari (bene, non solo qui, dunque), le ultime uscite, i classici inglesi, una poco probabile traduzione di Dante (come si fa a tradurre Dante? Con che coraggio noi traduciamo Shakespeare?), saggi di Calvino (“Collection of sand”, appunto).

Ho comprato una raccolta di Poems of the Great War e poi un libricino arancione mi ha attratta. Edizione Penguin (tutti i libri inglesi in lingua originale che ho letto sono della Penguin – sinonimo di qualità?). Titolo Twitterature. Simpatico, ho pensato. Il sottotitolo dice “The World's Greatest Books Retold Through Twitter”.

Premetto di non avere un profilo su Twitter, ma so che si usa scrivere brevi “cinguettii” (i tweet appunto) su ciò che ti pare e piace. E so anche che ci sono dei momenti in cui si lancia una sorta di catena di Sant'Antonio letteraria. Ora pare essere in voga quella sui Promessi Sposi e su Shakespeare e si dà il via libera a citazioni. Ben vengano i social network, mi dico, se servono anche a parlare e a far parlare di letteratura.

Ebbene questo volumetto, firmato da due studenti della University of Chicago, diciannovenni (sottolineo), troviamo i più grandi libri mai scritti nella storia dell'Occidente raccontati (o riassunti) in un paio di pagine ciascuno secondo le modalità comunicative di Twitter.

I protagonisti dei romanzi "twittati" prendono parola come se avessero un profilo sul social network e twittano cosa stia loro capitando. (Ogni tweet ha un limite di 140 caratteri, spazi compresi).

Così, per esempio dice Dante: “I'm havin' a midlife crisis. Lost in the woods. Shoulda bring my iPhone.” (Sto avendo una crisi di mezza età. Mi sono perso in un bosco. Avrei dovuto portarmi dietro l'iPhone).

O ancora Gregor Samsa (La Metamorfosi – Franz Kafka): “OMG, my father totally trew an apple into my back.” (Oh mio Dio, mio padre ha letteralmente lanciato una mela nella mia schiena).

E Amleto: “WTF is Polonius doing behind the curtains?” (Cosa diavolo sta facendo Polonio dietro la tenda?)

L'ironia c'è e si vede.
Gli autori che questi due ragazzi prendono in esame vanno da Gogol, a Hemingway, a Jane Austen, a Dickens, a Oscar Wilde, a Flaubert. Ma anche a Omero, Sofocle, Voltaire. Nessuno viene risparmiato da questo rifacimento, tutti i grandi classici vengono riletti in chiave (davvero!) moderna.

Questo esperimento potrebbe sembrare denigratorio per i capolavori di cui stiamo parlando. Ma, come si legge dall'introduzione, i due ragazzi (ora li nomino: si chiamano Alexander Aciman ed Emmet Rensin) hanno uno scopo, a mio parare, ammirabile. Vogliono fare in modo che tutti, ma proprio tutti, possano avere un assaggio della “greatest form of art: Literature”. È ovvio che chi legge i tweet di Anna Karenina non può dire di aver letto “Anna Karenina”. Ma almeno sa di cosa parla e, soprattutto, potrebbe ora avere la curiosità di leggere il vero romanzo. I due autori sono consapevoli della effettiva difficoltà di molti dei testi presi in esame e temono che questa inaccessibilità chiuda la porta della letteratura al pubblico. In questo modo si augurano che anche i più giovani, assidui frequentatori di social network, possano avvicinarsi ai grandi classici in un modo ironico e easy, per poi eventualmente approfondire. E chi invece ha già letto i romanzi in questione, rileggendoli in questa forma, posso assicurare che troverà divertimento.
Emerge sempre lo stesso concetto: il bisogno e la voglia di leggere i Classici. Ma “Perché leggere i classici?”. E questa è tutta un'altra storia.