Pantera
di Stefano Benni
Feltrinelli, 2014
pp.106, illustrato
cartaceo € 12,00
ebook € 6,99
Benni con Pantera ci trascina nel ventre di una città. Lo scorrere del tempo non appartiene all'Accademia dei tre Principi, lì vite incerte trovano riparo o definitivo logoramento, uomini disincantati fuggono dai propri dolori e vengono consumati da passati rammarichi e future speranze. Un luogo dove "non si aspettava la Ragione ma la Sorte, non il Perché ma il Chissà".
Il narratore quindicenne conclude così la descrizione di questo pianeta parallelo:
Dai rumori della città si scendevano tre rampe di scale istoriate di virilia e vagine, per entrare in un mondo buio e silenzioso, al centro della terra. Quando ci misi piede per la prima volta mi strabiliò. C'erano quarantatré laghi di smeraldo, illuminati da una luce fredda, quarantatré biliardi di marca: elefanti o draghi di legno, ardesia e panno soffice. Quaranta in file da dieci e tre appartati e speciali, i Tre Principi, in fondo alla sala. Su ogni elefante vegliavano lampade al neon impiccate a un soffitto sanguigno. Nel loro alone fluttuava una galassia di polveri e microscopici spettri, e tra una pozza di luce e l'altra si aprivano abissi di penombra, dove gli avventori camminavano, nuotavano, scomparivano. E soprattutto fumavano in continuazione. Nell'oscurità salivano le spirali di sigari e sigarette, mi sembrarono le anime di chi era caduto laggiù.
Luogo popolato da personaggi singolari come Sussurro, il boss del locale, Faraone, il suo grosso scagnozzo, la moglie Margherita dagli artigli laccati di rosso e Borges, vecchio autorevole cieco che sa prevedere l'esito delle partite dal rumore delle biglie. I luoghi di ritrovo (come non citare Bar Sport) sono ambientazioni privilegiate da Benni perché popolate da una materia che sa trattare benissimo: la varietà dell'umanità. E così l'autore ritrae una carrellata di uomini e di vissuti non abbandonando mai il gusto per l'inventiva onomastica. La sua scrittura viene arricchita da illustrazioni di Luca Ralli, dal tratto inconfondibile; il risultato è un ottimo connubio, un quadro affollato di creature bizzarre che poi farà spazio alla vera protagonista: Pantera, una dea in un "antro di ciclopi".
Pantera è una donna dal passato difficile e dal grande talento per le biglie e la stecca, sarà per l'Accademia un tornado silenzioso e darà inizio a una serie di sfide con i giganti di questo mondo sotterraneo. Ogni partita verrà descritta nei gesti, nei rituali, nelle tattiche e nelle emozioni che suscita. Arriverà il momento della sfida epica per Pantera, l'incontro con un'altra vita segnata che avrà come posta in gioco non il semplice denaro; una sfida che sarà allo stesso tempo una battaglia comune contro un nemico invisibile. Non una reale partita tra giocatori ma una scommessa sul futuro.
Benni presenta il gusto dolceamaro degli attimi unici in cui si sceglie, e gioca con l'idea di un destino che si muove tra fortuna, decisioni volute e speranze. Grande assente in questa scrittura sarà la vena comica Benniana, il tono è malinconico, amaramente triste.
Non si tratta di un romanzo ma di una coppia di short stories. Così Benni,nelle ultime pagine, ci conduce in un luogo totalmente differente; si passa dal buio sotterraneo di città alla profondità marina, dalla luce dei neon alla luce accecante del sole. Aixi, la protagonista adolescente del secondo racconto ha il carattere di Margherita Dolcevita: intelligente, testarda, determinata e "diversa". Nessun'altra anticipazione su queste pagine legate alla storia precedente da un filo spesso: anche qui ci si troverà di fronte all'ambiguità del destino e alle scelte che in un attimo potrebbero cambiare l'intero corso di una vita.
Valeria Inguaggiato