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Poi, all'improvviso, un fascio di luce su Isabella Ragonese, che è uscita dall'ombra per leggere con voce toccante un passo da "Il nero e l'argento". Parla di morte questo nuovo romanzo? No, non solo almeno: c'è un amore, vegliato da una terza persona - una balia forse? una donna di servizio? dalla lettura non si evince ancora, ma la "signora A." da subito assume un ruolo di spettatrice fondamentale, anche per la storia d'amore:
"A lungo andare ogni amore ha bisogno di qualcuno che lo veda".Insomma, come suggerisce l'editor Paola Gallo, "Giordano ha scritto un romanzo in punta di piedi": momenti capitali come l'innamoramento e la morte vengono a scontrarsi con l'abbandono e la solitudine, due costanti nei romanzi di Paolo. Lui commenta:
"Non inizio mai a scrivere di solitudine, e mi ci ritrovo sempre".
Isabella Ragonese a #SalTo14 |
"Eravamo noi e non eravamo noi. Ma forse è sempre così che accade, quando si bacia qualcuno di nuovo".Non lo abbiamo forse pensato tutti, prima o poi? Ma chi ha avuto il coraggio di ammetterlo? E sono i simboli, i dettagli, quelli che fanno presagire un successo con questo "Il nero e l'argento": un libro più maturo, che forse salverà Giordano dalla sensazione di capolavoro mancato che ci ha fatto arrabbiare sugli altri due romanzi: quel quid che mancava appena, quel "quasi perfetto" che - speriamo - possa solo migliorare nel nuovo romanzo.
In attesa della recensione, lo ammetto qui: mi sono commossa alla presentazione. Ennesima dimostrazione che parole, musica e immagini fanno l'Arte ancor più maiuscola.
GMGhioni