Il secolo americano
di Geminello Alvi
Adelphi, 1996
«Quelle anime che, andate confuse tra loro come un fumo, volano nell’aura della terra, paiono distrarre ogni nesso scontato e ogni determinismo. Per loro la storia diviene un angelo e si ritrae dagli eventi; resta l’umano, dunque il più che incerto. Il proseguire della guerra ridiviene incerto, atto umano».
Lasciar raccontare la Prima Guerra Mondiale da Geminello
Alvi permette di superare i limiti del manuale, della memorialistica, del
saggio più o meno erudito. Si passa invece dalle immagini ad altri frammenti di
citazioni e documenti, e poi attraverso caratteri e numeri, quantità e denaro,
titoli che si comprano e si vendono da una parte all’altra dell’oceano.
«Tutte le riserve d’oro del’Inghilterra sarebbero servite, ai ritmi di spesa del 1916, solamente a finanziare due mesi e mezzo di importazioni dagli Stati Uniti. I titoli mobilitabili dal Tesoro inglese per essere rivenduti poi a Wall Street, $200MIO, erano per tre quarti esauriti, già liquidati alla fine del 1916. Ormai pesino Morgan & Co. s’ammetteva incapace di soccorrere ancora per molto la causa anglofila. L’indebitamento del Tesoro di Sua Maestà a New York superava quello del governo federale».
Proveremo a seguire un percorso ideale attraverso Il secolo americano di Alvi, pubblicato
da Adelphi nel 1996, a introdurre il gran volume non dedicato alla Grande
Guerra ma al Novecento, travolto nella prima metà da rivoluzioni, guerre e
inflazioni. Crisi e altre faccende di Borsa che videro l’America come
protagonista, centro del potere per tutto il mondo.
Pensare che «la Morgan Grenfell & Co. coordinava tutte le operazioni inglesi a Wall
Street: la politica dei cambi, i prestiti a breve termine, gli acquisti di
munizioni e cotone, le vendite di titoli requisiti, le lucrose collocazioni dei
titoli del Tesoro inglese».
D’altronde, i due, John Pierpont Morgan e Lord Grenfell,
potevano serenamente giudicare “davvero ignorante” Reginald McKenna,
cancelliere dello Scacchiere, e senza troppo dispiacersi, constatare di non
aver tempo di dedicargli qualche ora di ripetizioni su questioni di finanza
internazionale. E può significare qualcosa che uno sconosciuto Erich Muenter
tenti di prendere in ostaggio Morgan il Giovane, detto Jack, fino a quando non
fossero cessate le spedizioni di munizioni oltre oceano. Finì con qualche
pallottola nell’inguine per il finanziere e con l’imminente suicidio di
Muenter, insegnante di tedesco ad Harvard.
Ma non basta qualche banchiere “gigante” per fare un guerra.
Tanto che Robert Lansing consigliere di Wilson, lascia una memoria privata: “La
pubblica opinione americana deve essere preparata per il momento, che potrebbe
venire, in cui dovremo disfarci della nostra neutralità”. Già, perché Woodrow
Wilson perseguiva invece nella neutralità.
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