Girotondo è una piccola
gemma di teatro. Scritto nel 1897, è opera dell’austriaco Arthur Schnitzler.
Venne rappresentato per la prima volta nel 1920 a Berlino, dopo esser stato
proibito dalla censura tedesca e per di più prima di subire un processo per
pornografia. Nel 1950 il regista tedesco Max Ophüls lo adatta per il film La Ronde (Il piacere e l’amore).
La pièce è composta da dieci scene, ognuna
con due personaggi: un uomo e una donna, che provengono da diversi contesti
sociali ed ogni volta ripropongono un dialogo amoroso che termina in un
incontro sessuale. Uno dei due personaggi, poi, è protagonista anche del
dialogo successivo, insieme ad un nuovo compagno che, a sua volta, sarà poi nel
dialogo seguente. Si viene così a creare un vero girotondo, in cui ogni
personaggio è legato ad altri due e partecipa per due volte alle brevi scene:
la prostituta e il soldato, il soldato e la cameriera, la cameriera e il
giovane signore e così via. Senza mai un nome proprio o un tratto che li
contraddistingua, queste figure si incrociano a due a due nella Vienna a
cavallo tra i due secoli. La città con la sua ipocrisia borghese fa da sfondo alle
loro giostre amorose e li lascia soli alla fine della danza. La solitudine dopo
l’amplesso arriva perentoria per ogni uomo e ogni donna, che non possono far altro
che constatare l’illusorietà della conoscenza dell’altro e, contemporaneamente,
lo sfaldamento della società che li accerchia.
Ripropongo qui un estratto del dialogo
dell’attrice col conte, il penultimo del girotondo.
Edizione di riferimento: Arthur Schnitzler,
Girotondo, Einaudi 1983.
CONTE Sa, signorina, con lei si parla volentieri; me lo aveva già detto Lulù, ed è una cosa tanto rara.ATTRICE Certo, in Ungheria…CONTE Ma anche a Vienna! Gli uomini sono dovunque gli stessi: dove sono in più, c’è una ressa maggiore, questa è l’unica differenza. Mi dica, signorina, le piacciono i suoi simili? ATTRICE Se Mi piacciono…?? Li odio! Non li posso vedere! E non vedo veramente nessuno. Sono sempre sola, in questa casa non entra anima viva.
CONTE Vede, signorina, io immaginavo che lei fosse una misantropa; una cosa frequente, credo, nel mondo dell’arte. Quando rivive nelle sfere superiori… be’, lei se la passa bene. Lei, almeno, sa perché vive.ATTRICE E chi glielo dice? Chissà qual è lo scopo della mia vita!CONTE Ma signorina… la fama… il successo…ATTRICE È forse un motivo per essere felici?CONTE Felici? Ma signorina, la felicità non esiste. In genere, proprio le cose di cui più si parla non esistono… per esempio l’amore. È esattamente lo stesso.ATTRICE In questo ha ragione.CONTE Godimento… estasi… benissimo, non c’è nulla da dire… è qualcosa di certo. In questo momento io godo…d’accordo, lo so, godo. Oppure sono in estasi, va bene. Anche questo è certo. E quando è passato, è passato e basta.ATTRICE (solenne) È passato!
CONTE Ma appena… come devo dire.. appena non ci si abbandona al momento, e si pensa al prima o al poi… be’, allora è finita: il prima è incerto… il poi è triste… insomma, ci si sente turbati e basta. Non ho ragione?ATTRICE (annuisce con gli occhi spalancati) Lei ha proprio colto nel segno.CONTE E poi vede, signorina, quando una ha capito questo, gli è indifferente vivere a Vienna o nella pusta oppure a Steinamanger. Ad esempio… dove posso mettere il berretto? Ah ecco…grazie…di che stavamo parlando?ATTRICE Di Steinamanger.CONTE Giusto. Dunque, come dicevo, la differenza non è grande; che io passi la sera al circolo ufficiali o al club, è lo stesso.ATTRICE E cosa c’entra, questo, con l’amore?CONTE Quando ci si crede, c’è sempre una che ci vuole bene.ATTRICE Per esempio, la signorina Birken.CONTE Non riesco proprio a capire perché lei ritorni sempre sulla piccola Birken.ATTRICE Ma è la sua amante!CONTE Chi lo dice?ATTRICE Lo sanno tutti.CONTE Tutti, tranne me… è singolare!ATTRICE Ma se ha avuto un duello per causa sua!CONTE Forse, anzi, mi hanno ucciso e io non me ne sono accorto!ATTRICE Caro conte, lei è un gentiluomo. Si sieda più vicino.CONTE Lei permette?ATTRICE Qui, qui. (Lo attira a sé e gli passa le dita fra i capelli) Sapevo che oggi sarebbe venuto!CONTE Come mai?ATTRICE Lo sapevo fin da ieri, a teatro.CONTE MI ha notato dal palcoscenico?ATTRICE Ma come! Non si è accorto che recito solo per lei?CONTE È mai possibile?ATTRICE Ho avuto un fremito, quando l’ho vista seduto in prima fila!CONTE Un fremito? Per causa mia? Non pensavo proprio che mi avesse notato!ATTRICE Con la sua signorilità lei può ridurre alla disperazione.CONTE Sì signorina…ATTRICE “Sì signorina”!... Ma si tolga almeno la sciabola!CONTE Se permette… (Si sgancia la sciabola e l’appoggia e letto). ATTRICE E dammi finalmente un bacio. (Il conte la bacia e lei lo trattiene) Sarebbe stato meglio che non ti avessi mai guardato.CONTE È meglio così, invece!...ATTRICE Conte, lei è un poseur!CONTE Io… perché mai?ATTRICE Cosa crede, molti sarebbero felici di trovarsi al suo posto!CONTE Io sono felicissimo.
ATTRICE Veramente, pensavo che la felicità non esistesse. Ma come mi guardi! Credo che lei abbia paura di me, conte!CONTE Le ho già detto, signorina, lei è un problema.ATTRICE Oh, lasciami in pace con la tua filosofia… Vieni qui. E adesso chiedimi quello che vuoi… puoi avere tutto ciò che desideri. Mi piaci troppo.CONTE Allora le chiederò il permesso (baciandole la mano) di tornare questa sera.ATTRICE Questa sera… io recito.CONTE Dopo lo spettacolo.ATTRICE Non mi chiedi altro?CONTE Tutto il resto lo domanderò dopo teatro.ATTRICE (offesa) Potrai chiedere per un pezzo, miserabile poseur.CONTE Ma vede, anzi, vedi, fino a questo momento siamo stati così sinceri l’uno con l’altra… Penso che tutto sarebbe più bello, la sera, dopo lo spettacolo… più intimo… adesso mi sembra sempre che la porta possa aprirsi da un momento all’altro…ATTRICE Non si apre da fuori.CONTE Vedi, trovo che non dovremmo sciupare con leggerezza fin dal principio qualcosa che forse potrebbe essere molto bello.ATTRICE Forse!...CONTE Se devo dirti la verità, trovo che di mattina l’amore è orribile.ATTRICE Senti… sei l’essere più pazzo che abbia mai incontrato!CONTE Non parlo di donne qualunque… in generale la cosa è dopotutto indifferente. Ma donne come te… no, puoi chiamarmi pazzo cento volte, però le donne come te… non si prendono prima di colazione. E perciò… sai… così…ATTRICE Dio, che tesoro!CONTE Tu comprendi, vero, quello che ho detto… Me l’immagino…ATTRICE Come te l’immagini?CONTE Penso che… dopo teatro ti aspetterò in una carrozza, e poi ce ne andremo insieme a cenare da qualche parte…ATTRICE Non sono mica la signorina Birken.CONTE Non volevo dir questo. Soltanto, credo che per ogni cosa ci voglia una certa atmosfera… e solo a cena mi riesce di trovarla. È così bello quando – dopo cena – si ritorna insieme a casa, e poi…ATTRICE E poi?CONTE E poi… dipenderà da come andranno le cose.ATTRICE Siediti più vicino. Più vicino.CONTE (si siede sul letto) Devo dire che dai cuscini emana un profumo… di reseda, mi pare… no?ATTRICE Fa molto caldo qui, non trovi? (Il conte si china e le bacia il collo). Ma conte, non era questo il suo programma!CONTE Chi lo dice? Io non ho programmi. (L’attrice lo attira a sé). Fa caldo veramente.ATTRICE Trovi? Ed è scuro, proprio come se fosse sera… (Afferrandolo con trasporto) È sera… è notte… chiudi gli occhi, se c’è troppa luce. Vieni!... Vieni!.... (Il conte non si difende più).
…………………………………………………………………………………………………………………………………..Be’, e la storia dell’atmosfera, poseur?CONTE Sei un piccolo demonio!ATTRICE Che modo di esprimerti!CONTE Be’, diciamo un angelo.ATTRICE E tu avresti dovuto fare l’attore! Dico sul serio! Le conosci le donne, tu! E sai cosa farò, adesso?CONTE Cosa?ATTRICE Ti dirò che non voglio più rivedertiCONTE Perché?ATTRICE No, no… Sei troppo pericoloso, per me! Sei capace di far impazzire una donne. Ecco, adesso te ne stai lì, come se nulla fosse successo.CONTE Ma…ATTRICE La prego di ricordare, conte, che un momento fa sono stata la sua amante!CONTE Non lo dimenticherò mai!ATTRICE E questa sera?CONTE Cosa vuoi dire?ATTRICE Non volevi aspettarmi dopo lo spettacolo?CONTE Sì, allora potremmo fare… per esempio… dopodomani.ATTRICE Che significa dopodomani? Si era detto oggi.CONTE Non avrebbe molto senso.ATTRICE Sei proprio un vecchio!CONTE Non mi comprendi. Alludo… come devo dire… alludo allo spirito.ATTRICE Cosa me ne importa del tuo spirito?CONTE Credimi, c’entra anche questo. È uno sbaglio distinguere troppo le due cose.
ATTRICE Lasciami in pace con la tua filosofia. Se ne avrò voglia, la troverò nei libri.CONTE Dai libri non s impara mai nulla.ATTRICE È verissimo! Perciò dobbiamo incontrarci questa sera. Quanto allo spirito, ci metteremo d’accordo, furfante!CONTE Quand’è così, se permetti, verrò con la mia carrozza…ATTRICE Mi aspetterai qui, a casa mia…CONTE … Dopo lo spettacolo.ATTRICE Naturalmente. (Il conte si aggancia la sciabola). Che cosa fai?
CONTE Penso che sia tempo d’andarmene. Come visita di convenienza è durata già un po’ troppo.ATTRICE Senti, questa sera non sarà una visita di convenienza.CONTE Credi?ATTRICE Lascia fare a me. E adesso dammi ancora un bacio, mio piccolo filosofo. Ecco… seduttore… tesoro… venditore d’anime… margottino… (Dopo averlo baciato un paio di volte ardentemente, lo allontana con forza da sé) Conte, è stato per me un grande onore!CONTE Bacio le mani, signorina! (Sulla porta). Arrivederci.ATTRICE Addio, Steinamanger!
Serena Alessi
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