di Mattia Barro
Habanero edizioni, 2014
pp 119
Se pensate che il calcio sia noioso, fate un esperimento e
leggete Musica nel pallone, il romanzo
d’esordio di Mattia Barro. Già ospite del nostro Salotto, Barro ci aveva
raccontato in un’intervista del suo modo di scrivere musica – è autore
dei testi, nonché voce, de L’orso, un bel progetto con un disco alle spalle e uno in uscita nel prossimo futuro. Ed in
effetti lo stesso stile immediato e spontaneo che abbiamo conosciuto a livello
musicale lo ritroviamo anche in questo libro in cui sono affrontati in
parallelo i due grandi amori dello scrittore, la musica e il calcio.
Il calcio costituisce oggi con la musica leggera il solo sfogo dinamico e culturale.
Con le parole di Gianni Brera inizia il percorso - a tratti
antropologico- che conduce il lettore
attraverso i principali aspetti del gioco del calcio. Ad una narrazione più
tecnica, che ricostruisce le origini della disciplina, si affiancano i capitoli
in cui sono rievocati ricordi personali, a partire dall’infanzia per arrivare
ad oggi, quando talvolta la vita di musicista e quella di tifoso entrano in
conflitto.
Il punto di contatto tra musica e calcio lo si può
individuare nella comune funzione che entrambi hanno di raccontare storie. Nel
primo caso il concetto è forse più chiaramente intuibile: come è scritto
infatti la storia è l’escamotage più
utilizzato per creare empatia e alimentare emozioni nell’ascoltatore. E nel
calcio? Si può senz’altro dire che tutta
la vita di un tifoso sia basata su storie. Come dice Barro, fin dall’infanzia
occorre compiere alcune scelte, prima fra tutte quella della squadra da tifare,
che è di per sé una professione di fede. Si legge che essa determinerà
non solo a livello personale, ma anche a livello sociale, la vita di un essere
umano. Ogni domenica, poi, costituisce di fatto una storia a sé.
Si parte perciò da una
descrizione storica in cui si racconta come il gioco, diffuso nella forma a noi
nota grazie all’Inghilterra, sia in realtà nato ben più anticamente e in
regioni molto distanti dall’Europa - pare che l’origine sia da collocare
geograficamente tra tra Cina e Giappone, attorno al XI secolo a. C. .
Si ripercorrono le tappe
fondamentali della sua storia, dalla fondazione del primo club calcistico (lo
Sheffield FC, 1857) alla prima partita tra squadre nazionali (1902), dalla
creazione della FIFA (1904) all’inclusione della disciplina tra gli sport
olimpici (1908). Lo si affronta poi nelle diverse declinazioni: come religione, indagando i motivi che
in un paese cattolico come l’Italia portano ad un attaccamento quasi spirituale
ad una disciplina sportiva; come
metafora di vita, citando una canzone che bene esprime questa idea, La dura legge del gol. Ancora il calcio
è visto come omaggio ad un’Italia
che non c’è più guardata con nostalgia, come
fonte di ispirazione per la musica, come
racconto (vedere alla voce Offlaga Disco Pax), infine, anche come parodia, ricordando le performance
di Elio e le Storie Tese nel programma Mai
dire gol.
Sul versante musicale invece, la narrazione
è articolata su due piani: la musica nel calcio e la musica sul calcio. Sul
primo aspetto si ricorda e si ripercorre la genealogia dei cori da stadio e
soprattutto degli inni delle squadre e dei mondiali, come Notti Magiche di
Italia ’90 prodotto da Giorgio Moroder. Nel
capitolo Il ruolo del calcio nella musica
si trova invece un excursus che parte dalla letteratura, ricordando Leopardi e
Saba, per arrivare a De Gregori che con La leva calcistica del ’68 compone una
delle poesie calcistiche più
rappresentative della musica italiana.
L’architettura del libro è bene
equilibrata, il ritmo narrativo viene interrotto, ma non spezzato, dalle
esperienze di un Barro prima bambino e poi musicista, ma sempre ugualmente
innamorato del calcio. Si racconta in particolare di come l’ambiente musicale
italiano sia in generale disinteressato allo sport ed in particolare al calcio,
rendendo così difficile per il tifoso coltivare il suo interesse. Spesso
infatti gli orari delle partite si sovrappongono a quelli dei sound check pomeridiani
o dei concerti. Racconta Barro:
A causa di ciò, in questi anni, ho adottato una malsana strategia di spegnere telefono e radio nelle lunghe tratte domenicali dei ritorni in città, disperato tentativo di potermi gustare una qualche replica notturna.
Considerando tutte le difficoltà
del tifoso musicista – o del musicista sportivo – viene spontaneo considerare Musica nel pallone come un esperimento
di mediazione tra le due realtà. Contemporaneamente alla sua pubblicazione è
nato infatti anche un collettivo artistico, The Swimmer, che ha seguito il tour
promozionale del libro, rendendo le presentazioni simili ad un concerto. E proprio
così Barro vuole concludere la sua prima opera, ricordando come con questo
progetto abbia cercato di rendere reale la commistione di calcio, musica e vita.