di Gian Carlo Ferretti e Giulia Iannuzzi
Minimum Fax, 2014
pp. 298
€ 13,00
C'è una "identità editorial-letteraria che nasce dal rapporto tra un editore, il suo progetto, i suoi funzionari e consulenti, i suoi redattori." Questa identità si concretizza in una determinata politica d'autore, di collana, di prodotto.
Siamo alla prima pagina della sua celebre Storia dell'editoria letteraria in Italia (Einaudi, 2004) e Gian Carlo Ferretti ha già introdotto il concetto che guida tutta la storia editoriale italiana dalla metà dell'Ottocento alla fine del Novecento.
Queste prime pagine, lette e rilette negli anni, per me da sole racchiudono il senso compiuto della pratica e del mestiere editoriale come mirata definizione di una immagine coerente, costruzione personale di una storia fatta di scelte, di inclusioni ed esclusioni.
Nella ricerca e messa a punto della propria identità editorial-letteraria gli editori hanno per decenni raccontato se stessi, il proprio modo di pensare i libri, di farli vivere e rivivere come unica certezza in un mondo che ha conosciuto vorticosi cambiamenti politici, ideologici, sociali.
Grazie a Ferretti ho esplorato il carattere degli editori protagonisti, coloro che sono stati capaci di "imprimere una forte personalizzazione al proprio progetto e all'intero processo che va dalla scelta del testo alla veicolazione del prodotto", capendo fino in fondo le differenze tra il fiuto di Angelo Rizzoli e l'innata imprenditorialità di Arnoldo Mondadori, il gusto per l'avanscoperta di Giulio Einaudi e la sensibilità artistica di Valentino Bompiani.
Grazie a Ferretti ho imparato a considerare le collane del Novecento come dichiarazioni di poetica, d'intenti, di politica, a scorgervi tutta quella spinta progettuale di cui oggi si sente tanto la mancanza.
Grazie a Ferretti ho imparato a considerare le collane del Novecento come dichiarazioni di poetica, d'intenti, di politica, a scorgervi tutta quella spinta progettuale di cui oggi si sente tanto la mancanza.
Per tutte queste ragioni non potevo assolutamente mancare l'appuntamento con Storie di uomini e libri, un volume che Gian Carlo Ferretti ha scritto insieme alla studiosa Giulia Iannuzzi e che Minimum Fax ha pubblicato lo scorso maggio.
Una storia dell'editoria italiana attraverso le sue collane più celebri che raccontano pezzi di storia del nostro Paese, battaglie culturali e non solo.
Da dove partire, se non dall'edificazione politica italiana? Il viaggio comincia proprio nel 1861 con un triestino di famiglia ebraica che fonda a Milano la propria casa editrice. Si chiama Emilio Treves e passerà alla storia come uno dei primi editori capaci di costruire una fortuna su collezioni di carattere popolare. Manualistica, divulgazione e un vero e proprio ecosistema di libri e riviste di ampia tiratura: la sua Biblioteca Amena rispondeva perfettamente ai bisogni di un ampio segmento della società, bisognoso di cultura e intrattenimento.
Passano sessant'anni e arriviamo nella Firenze del Ventennio. Lo scrittore e giornalista Alberto Carocci dirige insieme ad Alessandro Bonsanti una collana raffinata che dà spazio alle voci più interessanti dei giovani scrittori contemporanei italiani: Giansiro Ferrata, Carlo Emilio Gadda, Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo... Sono le Edizioni di Solaria, legate alla celebre rivista fondata nel 1926, e hanno avuto anche il merito di portare in Italia i grandi autori stranieri della letteratura europea del Novecento. Le riguardiamo oggi e ci raccontano una letteratura in cambiamento che in quegli anni abbandonava gli abiti frammentisti per abbracciare quella vocazione narrativa e romanzesca che altrove era già presente, ma da noi si chiamava ancora "futuro".
Il 1926 è anche l'anno in cui Arnoldo Mondadori, Lorenzo Montano, Enrico Piceni e Luigi Rusca inaugurano la pubblicazione dei Libri Gialli con la traduzione di The Benson Murder Case di S.S. Van Dine. La Mondadori ha solo cinque anni: è l'inizio di una storia editoriale di successo, il battesimo italiano di un genere che oggi è tra i più letti, il simbolo di una lungimiranza e di una voglia di sperimentare tutta tipica di quella straordinaria stagione di "letterati editori", come ha scritto Alberto Cadioli.
Dalla prosa alla poesia: nel 1939 l'editore Ugo Guandalini di Parma raccoglie attorno a sé poeti e intellettuali come Attilio Bertolucci e Carlo Bo per fondare la Fenice di poesia, la collana che per decenni rappresenterà la casa editrice e che continua a vivere ancora oggi, come Poeti della Fenice. Ospiterà nei decenni nomi come John Donne, Luis de Gòngora, Ezra Pound, Dylan Thomas, Paul Verlaine, Allen Ginsgberg.
Il viaggio nelle grandi collane editoriali del Novecento continua con Lo Specchio di Alberto Mondadori e Arturo Tofanelli, la spregiudicatezza editoriale di Elio Vittorini alla direzione della Corona di Bompiani, l'irriverenza della Gaja Scienza di Leo Longanesi, lo sperimentalismo dei Coralli einaudiani.
La storia dell'editoria è una storia della cultura in senso lato ed ecco che, arrivati al secondo dopoguerra ci imbattiamo nella rivoluzione della BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), fondata a Milano nel 1949. Con le sue copertine grigie, il formato tascabile e il prezzo basso, la collana ha offerto le opere più importanti della letteratura classica e moderna a un popolo fiaccato dalla guerra ma pieno di voglia di ricominciare; ci ricorda sempre che la cultura è il primo mattone da porre per la ricostruzione di una nazione e della sua identità.
Presto arrivano anche nuovi generi, come la fantascienza novecentesca, importata in Italia dal genio di Giorgio Monicelli con i Romanzi di Urania, altra storica novità di casa Mondadori.
Ferretti ci accompagna nei decenni a seguire per scoprire anche l'identità della Biblioteca Adelphi, di Centopagine, dei Meridiani, Stile Libero, per comprendere come si sono evolute alcune delle collane che ancora oggi troviamo sugli scaffali delle librerie.
Nelle pagine di questo volume c'è il gusto per la curiosità, per gli aneddoti sorprendenti, per la scoperta un po' erudita dei titoli e dei nomi, c'è tanta passione storico-letteraria.
Ma in verità vi consiglio di leggerlo per riflettere su tutti i cambiamenti del sistema editoriale e su quel fenomeno storico che è stato il tramonto dei grandi editori protagonisti e, conseguentemente, della loro politica di collana.
Questa è una storia di uomini e di libri, come dice il titolo e non ci serve per lamentare i bei tempi passati, ma per riscoprirli nostri, parte essenziale di un'identità che, come un grande albero, cambia le forme, ma non le radici.
Serve più a ricordarci che alla base della nostra storia ci sono radici a forma di libro.
Claudia Consoli
Ma in verità vi consiglio di leggerlo per riflettere su tutti i cambiamenti del sistema editoriale e su quel fenomeno storico che è stato il tramonto dei grandi editori protagonisti e, conseguentemente, della loro politica di collana.
Questa è una storia di uomini e di libri, come dice il titolo e non ci serve per lamentare i bei tempi passati, ma per riscoprirli nostri, parte essenziale di un'identità che, come un grande albero, cambia le forme, ma non le radici.
Serve più a ricordarci che alla base della nostra storia ci sono radici a forma di libro.
Claudia Consoli
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