Ed. GRRRZ Comic Art Books, 2014
pp. 176
€ 21,00
pp. 176
€ 21,00
Partendo dalla retorica nazionalpopolare di Antonella Clerici a quella radical chic di Master Chef (senza dimenticare il superficiale sentimentalismo del critico gastronomico di "Ratatouille"), in Italia la cucina ha scalato nell'ultimo decennio qualsiasi classifica. Non c'è lista dei libri più venduti o elenco dei programmi più visti che non veda nelle prime posizioni una tavola imbandita, un cuoco di professione o uno totalmente improvvisato. Questo ha finalmente dato agli italiani la possibilità di parlare del cibo così come parlano del calcio: se prima tua nonna ci metteva due ore a spiegare una ricetta a tua madre saltando sempre qualche passaggio (un po' per la memoria che se ne va, un po' per non svelare tutti i segreti), ora chiunque può parlare di cibo millantando le stesse conoscenze di uno chef esperto, proprio nella stessa maniera in cui poco prima aveva illustrato complessi schemi calcistici improvvisandosi allenatore della Nazionale. Il problema è che con tutto questo parlare chi tiene più la voglia di cucinare? E quindi mentre il cibo diventa il terzo argomento di discussione più popolare negli ascensori d'Italia (classificandosi subito dopo il meteo e il pallone), i supermercati si riempiono di vaschette con frittate e insalate capresi già pronte, che voi non sapete proprio la fatica che ci sta dietro a spaccare tre uova o a tagliarsi una mozzarella e un pomodoro ma mi raccomando, sostituite l'origano con la menta che dà un certo non so che al piatto.
E' invece privo di qualsiasi retorica su cibo e cucina l'ultimo libro di Pasquale "Squaz" Todisco, "L'eredità -Ricette di famiglia" (GRRZ, 2014), forse perché usa il cibo come punto d'arrivo pur facendone il centro di gravità attorno a cui ruota tutta la vicenda. Il protagonista è infatti un ragazzo del Sud trapiantato a Milano che si arrabatta tra lavoro, famiglia e problemi economici. A richiamarlo in terra natia è la madre che, sul letto di morte, vuole vedere il figlio per un'ultima volta. In realtà si tratta di un tranello ordito dallo stesso mostro materno che, meno moribondo di quello che dava a vedere, si è deciso a investire ogni sua forza e ogni Santo che tiene in cielo per trasmettere al figlio tutto il suo sapere: le ricette di famiglia.
Sospeso in un'atmosfera grottesca e allucinata, il racconto di Squaz è lo sguardo su una generazione incapace di convivere con le tradizioni e il passato familiare, di farli propri e utilizzarne la memoria per il futuro. Il percorso del protagonista è un cammino verso l'accettazione della follia familiare (chi non tiene una famiglia un poco pazza alzi la mano) e di quel librone di ricette che ne costituisce la storia. E così il pragmatismo e il cinismo del personaggio - puri residuati bellici degli anni Novanta - vengono smaltiti aggressivamente dalla madre a colpi di ricette e di credenze popolari, di tempi di cottura e di derive pagane del cattolicesimo.
Anche il libro contribuisce attivamente a questa sistematica demolizione/ricostruzione del protagonista: in un bel formato quadrato e dominato dai colori satanici dei ricettari degli anni Settanta, il fumetto si alterna in eguale foliazione con le ricette che diventano quindi parte attiva della storia senza mai sembrare interruzioni o improvvisi corto circuiti nella narrazione. E' qui che il libro di Squaz mostra i muscoli e decide di stupire. Chi infatti vorrà impegnarsi nella lettura completa del ricettario, scoprirà ben presto che non si tratta di una semplice appendice, ma che nasconde al suo interno la misteriosa storia della famiglia del protagonista. Ad esempio, perché una donna del Sud sa cucinare lo zelten, dolce tipico del Trentino Alto-Adige? Come ha fatto ad arrivare la menta nella tradizionale pasta e fagioli? Perché i misteriosi biscotti grigi si chiamano così? Non è una linea narrativa esplicita e costruita questa, e quindi non troveremo risposta a tutte le domande se non dalle storie che noi lettori immagineremo durante la lettura. Proprio perché privati di queste risposte, "L'eredità - Ricette di famiglia" dà finalmente dignità letteraria a un semplice ricettario suggerendo le dinamiche narrative che si celano dietro la sua scrittura. Lasciandoci immaginare come queste ricette siano arrivate su carta dopo anni di modifiche, consigli, correzioni ed esperimenti, Squaz trasforma questo ricettario psichedelico in un memoir familiare inaspettatamente intimo.
Riproduzione dell'immagine autorizzata dalla casa editrice
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