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Più libri più liberi 2014: presentazione dei Consigli inutili di Luigi Malerba

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Alla fiera Più libri più liberi c’è stato un incontro diverso dagli altri, che è stato un bel ricordare. Si è svolta domenica la presentazione del libro Consigli inutili di Luigi Malerba, pubblicato postumo dalla casa editrice Quodlibet. A ricordare l’autore e a parlare del libro c’erano Paolo Mauri, Gabriele Pedullà e Ugo Cornia; a introdurre l’incontro c’era la figlia, Giovanna Monardi, la madre in prima fila a raccontare pochi aneddoti. 
«Ogni tanto mio padre smetteva di lavorare ai suoi romanzi e scriveva qualche consiglio inutile», racconta Giovanna e Ugo Cornia legge qualche passo del libro. Poi Paolo Mauri, autore della monografia Luigi Malerba, del 1977, parla di lui, lo ricorda. «A Malerba piacevano i paradossi e i Consigli ne sono pieni. È un paradosso dare un consiglio inutile su come fare il fango, perché si trova in natura, ma se si aspetta la pioggia potrebbe volerci del tempo. Malerba suggerisce di cercare del terreno concavo, di impastare la terra con l’acqua e magari farsi aiutare da un cavallo. Il fango ottenuto dalla creta serve a fare mattoni e pentole; si potrebbero modellare figure a nostra immagine e somiglianza e provare soffiarci sopra come il Padre eterno. La letteratura è il luogo migliore per dare consigli inutili, se consideriamo il primo romanzo di Malerba, arriveremo alla conclusione che non è altro che un consiglio inutile su come sposare qualcuno che non c’è. Il consiglio serve a illuminare una zona oscura. Per esempio, il consiglio sull’uso dei giornali che non servono a dare le notizie ‒ Malerba diffida dai mezzi di comunicazione di massa, che chiama “mezzi di comunicazione di merda”. Questo libro è un’ottima introduzione al modo di vedere di Luigi Malerba ‒ continua Mauri ‒ un punto di vista diverso che propone angolazioni inedite».

In appendice al libro ci sono le Biografie immaginarie, un genere letterario molto frequentato da Malerba, come le Interviste impossibili

Pedullà legge un passo di Cortázar, quasi un consiglio inutile, in cui si racconta che il senso della vita è perdere un capello a cui si è fatto un nodo, cercarlo ovunque e riuscire a ritrovarlo. C’è affinità tra gli sguardi di questi due autori, che non mancano dello stesso umorismo; Pedullà continua leggendo la prima pagina dei Consigli inutili, rievoca Aristotele e la sua teoria sulle sostanze e gli accidenti per una nuova chiave di lettura dei Consigli: le sostanze non cambiano, sono universali, mentre gli accidenti riguardano il presente e sono senza causa. Malerba scrive minuziosamente degli accidenti, cose che non hanno importanza, ma di cui sembra necessario parlare: i temi che ricorrono in Malerba sono l’ombra, le formiche, il fango, cosa apparentemente trascurabili. 
Pedullà parla della scarsa simpatia che l’autore nutriva per Freud, lo studioso che ha colonizzato i nostri sogni, colui che ha cercato di portare ordine in uno spazio libero come la fantasia. A dispetto di questo, il Diario di un sognatore di Malerba è il frutto di annotazioni sui propri sogni per un lungo periodo: per lui i sogni sono molto più ricchi di ogni catalogazione freudiana, così come il nostro mondo è pieno di cose da guardare al di là di ogni possibile preconcetto.