Itaca per sempre
di Luigi Malerba
Mondadori, 1997
pp. 185 € 9.00
Nelle mani di Luigi Malerba la storia della letteratura si fa labirinto, e la lettera dei classici diventa lo spunto per un'indagine raffinata sui sentieri interrotti dell'identità, sulla fragilità costitutiva della nostra condizione al di là di ogni epoca e cultura. La storia di Ulisse e Penelope costituisce il paradigma occidentale del dissidio tra desiderio d'avventura e di sicurezza, ma anche della fiducia nel potere dell'uomo di trovare un posto nel mondo: Malerba la rilegge e la racconta di nuovo, facendo fluire nella narrazione la sensibilità dell'uomo moderno, privo di riferimenti e certezze, ma anche una rinnovata immagine dei rapporti tra uomo e donna. Tutto questo tentando di non stravolgere la natura intima del racconto omerico.
Itaca per sempre è la storia del ritorno in patria di Ulisse raccontato
in prima persona da lui e da Penelope, in un confronto equo di voci che restituisce un'immagine completamente diversa del protagonista, della sua scelta e dell'esito della storia. La scelta di rivelare a Telemaco ed Eumeo la propria identità, ma non alla moglie che da anni lo attendeva fedele, provoca le ire di Penelope, che decide di ripagarlo con la stessa moneta: il risultato è un complesso gioco di dissimulazione, in cui le reciproche menzogne provocano nei due un crescente spaesamento e dubbio. Penelope, che riconosce Ulisse anche sotto le spoglie di un vecchio mendicante, fa finta di non riconoscerlo anche dopo il suo disvelamento; Ulisse a sua volta minaccia la partenza, combattuto tra il dispetto nei confronti della moglie, il senso di colpa e il desiderio mai pago di mettersi in viaggio e scoprire nuovi luoghi.
Tra i due Telemaco, dilaniato dal dubbio sull'identità del padre, incapace di comprendere il sospetto risentito della madre.
Così la storia prende le pieghe di un gioco metaletterario, in cui è la passione di Ulisse per le storie a creare la versione ufficiale del ritorno del re che sarà poi trascritta nel capolavoro omerico: ma la verità, per Malerba, si annida invece nelle incertezze di un uomo dalla fantasia troppo sviluppata, geloso nei confronti di una moglie rimasta troppi anni sola e troppo abituato al sotterfugio per vivere serenamente in casa propria.
La figura di Penelope viene a sua volta decisamente riabilitata: la donna si fa protagonista, da vittima dell'inganno si fa a sua volta partecipe di un combattimento ad armi pari sul terreno del riconoscimento. Itaca per sempre, in questo senso, è una raffinata riflessione sulla caducità, in cui l'immagine granitica dell'eroe si sgretola in favore di una più delicata descrizione dell'animo umano: è la storia di un ritorno difficile, della paradossale condizione dell'uomo mai padrone in casa propria, mai certo di se stesso come del proprio posto nel cosmo.