Il Signor Bovary
di Paolo Zardi
Intermezzi, 2014
Formato e-book
Si era fatto
l’amante il Signor Bovary, per il semplice gusto di dire di essersi fatto
l’amante come tutti. Lui, il Signor Bovary, è un direttore di una filiale, uomo realizzato in giacca e
cravatta con moglie e figli a completare il dovuto quadretto di rispettabilità;
la domenica barbecue con i genitori, abbonamento a Sky, monovolume a sette
posti, iPhone, garage, e finalmente: un’amante. Lei, l’amante, l’addetta alle pulizie della filiale con camice azzurrino
e colletto bianco.
Il Signor
Bovary è il tipico personaggio borghese in possesso di tutti gli oggetti che lo
includono nella cerchia della condotta di vita media, una parodia del personaggio
femminile flaubertiano e del suo dramma borghese. Niente sfide alle convenzioni in nome dell’amore o amori infelici; è una
caccia: di un borghese che ama sua moglie su preda proletaria.
(…) Ora, nel ventunesimo secolo, era tutto capitale contro forza lavoro, la riproposizione in chiave moderna dell’eterna lotta tra borghesia e proletariato, tra chi comandava e chi faceva i figli.
È il gioco
della sopravvivenza, quello degli scacchi come della vita di un uomo, in
continua tensione ossimorica tra Re e Regina, amore e repulsione, in contrasto
come il sudicio di una casa di periferia
e la giacca di un gessato grigio di ottocento euro.
L’amore non
è propriamente un sentimento, è una
questione di merito, prevaricazione e testosterone:
La prima volta che le aveva detto «Ti amo» si era eccitato, ma era stato come prestarle dei soldi che, lo sapeva, lei non sarebbe mai stata in grado di restituire. Un regalo generoso e magnanimo, e quindi un crudele atto di prevaricazione, perché era talmente sprecato il suo amore per una donna così da rendere nobile, e tremenda, ogni concessione.
Il finale è crudo, inaspettato e drammatico, è
la conclusione di un flusso di coscienza che anima le pagine di considerazioni
alternate ad eventi. È il Signor Bovary il personaggio principale, è lui che pensa e riflette, Zardi scrive un romanzo
breve, di quelli che si leggono tutto di un fiato, dalla trama tanto intrigante e schietta che risulta difficile
fare delle pause; lo stile è scorrevole, realistico, a volte brusco, le frasi
sono rapide come i pensieri di un uomo
che si ferma a pensare. Zardi descrive
immagini che sembra di vedere, racconta di un uomo che potrebbe essere
chiunque, apre parentesi e anima le pagine d’incisi nabokoviani, sapientemente
diverte il lettore ma gli lascia l’amaro in bocca.
In Signor
Bovary è un dramma borghese in chiave moderna, perverso e grottesco, in cui il Re cade, ma non per amore.
Isabella Corrado