Traduzione di Michele Foschini
pp. 232€ 21.00
Six-Gun Gorilla
di Simon Spurrier e Jeff Stockely
Bao Publishing, 2014
di Simon Spurrier e Jeff Stockely
Bao Publishing, 2014
Traduzione di Leonardo Favia
pp. 160€ 15.00
Sam Zabel è un fumettista in crisi creativa, con alle spalle un graphic novel di grande successo e un presente che lo vede alle prese con il reboot della celebre eroina Lady Night. Per dare voce a questo personaggio Sam ha smarrito la sua: dov'è finito l'autore? Dove la sua voce, il suo stile, i suoi temi?
In un futuro non troppo distante (o forse lontanissimo) dalle vicende che coinvolgono Sam Zabel, la Terra è un enorme platea di spettatori intenti a vedere una sorta di reality show ambientato sul pianeta Blister, dove gli umani possono recarsi per un suicidio legale ed epico a patto di diventare al contempo attori e telecamere di questo spettacolo. Blue è uno di questi uomini: deluso da una storia d'amore sbarca su Blister attendendo con trepidazione la sua morte.
Una morte che invece Sam Zabel non può nemmeno sognare, visto che la burocrazia della vita (divisa tra famiglia e le sceneggiature da consegnare all'editore) non gli permette di avere di questi pensieri. A destabilizzare il suo equilibrio (soltanto economico e quindi sofferto) arriva una penna magica capace di creare mondi cartacei completamente visitabili. Sam smette così di essere autore e diventa parte integrante delle Storie, cercando di utilizzare questa nuova prospettiva per risolvere i suoi problemi con il mondo del fumetto.
E se a Sam Zabel è toccata una penna magica, a sconvolgere i piani di Blue ci pensa un vecchio orologio che un anziano morente gli affida per farlo avere a sua moglie. Questo contrattempo porterà Blue a intraprendere un'avventura per nulla desiderata al fianco di un irascibile gorilla munito di pistole.
Pur se lontani per stile, geografia e intenti, "Sam Zabel e la penna magica" del neozelandese Dylan Horrocks e "Six-Gun Gorilla" della coppia Spurrier - Stokely (entrambi pubblicati in Italia da Bao Publishing) sembrano dialogare tra loro alla ricerca di una risposta a una domanda che nel mondo del fumetto è meno scontata che in altri luoghi: a chi appartengono i personaggi delle storie? Alla casa editrice o ai loro creatori? Agli autori che ne stanno scrivendo le nuove avventure o ai lettori che si cimentano con le fanfiction?
Tutte domande che affliggono Sam Zabel, personaggio fortemente autobiografico in cui si rileggono senza troppa fatica i riflessi della carriera di Horrocks, non a caso passato dalla graphic novel autoriale "Hicksville" alla scrittura di un personaggio seriale come Batgirl. Come si intuisce, una scrittura non facile, ostacolata dalle difficoltà di Horrocks nel trovare una mediazione tra i suoi desideri di autore, le linee guida della casa editrice e il rispetto dell'identità del personaggio.
Se Horrocks ha affrontato i suoi problemi con la scrittura di questo nuovo libro, Sam Zabel lo fa passando dall'altro lato della barricata, smettendo i panni dell'autore per indossare quelli di semplice personaggio. Il viaggio di Sam Zabel permette al suo autore non solo di esplorare graficamente le sue possibilità (con piccole ma significative variazione dello stile narrativo), ma di percorrere un cammino condiviso alla ricerca delle medesime risposte. E così la ricerca incrociata tra Sam Zabel e Dylan Horrocks ci porta tra sexy marziane, procaci eroine e studentesse nipponiche, affrontando non per caso gli istinti e i desideri più bassi (e divertenti) dell'essere umano. Attraverso questa prospettiva erotica - se così possiamo definirla - Horrocks plasma il dialogo filosofico che sta alla base del suo libro, ovvero l'equilibro che deve esserci tra i desideri e le responsabilità di un narratore, e quanto il dosaggio dei due elementi influisce sulla propria creatività e sul risultato finale del racconto.
In questo senso, ci sono due momenti chiave nel racconto che portano a galla il problema della proprietà dei personaggi. Il primo è proprio all'inizio, quando Sam si assopisce e sogna una seducente Lady Night che farebbe carte false per fare delle cosacce con lui. Sam impacciato si fa sopraffare dai desideri che lui proietta sul suo personaggio, ma al contempo si sente a disagio e alla fine si risveglia lasciando inutilizzata la sua fantasia, come abbandonata in una sorta di imbarazzante deriva narrativa.
Più avanti nel libro invece un altro narratore - un viscido nerd - ha aggiunto a un manga alcune pagine a sfondo erotico da lui disegnate, rendendo di fatto la protagonista della storia la sua schiava sessuale.
Horrocks sembra suggerirci implicitamente che i narratori possiedono solo una licenza di uso dei personaggi che di fatto hanno identità e vita indipendenti dal loro autore, il cui compito è quello di rispettarli raccontando la loro storia senza mai approfittarsene, senza snaturarli e mantenendo la coerenza con il contesto. Solo così il personaggio può staccarsi dal proprio autore e diventare finalmente libero di presentarsi al lettore non più come ostaggio delle regole di una major o dei trucchetti del proprio creatore.
In una recente intervista, Horrocks ha non caso affermato che:
Quello che trovo più difficile da capire è il fatto che questi personaggi che dominano il nostro immaginario collettivo sono tutti dei brand. Mi sentirei meglio se Batman e Capitan America fossero nel pubblico dominio. Una paio di secoli fa, le principali icone culturali erano patrimonio di tutti. Le icone odierne sono trattate come delle proprietà private non dai loro creatori né dagli innumerevoli fan che hanno investito così tanto in loro ma da enormi aziende. Mi piace quando i fan invertono questa relazione e prendono il possesso creativo attraverso il cosplay o la fanfiction. E spesso è proprio lì che si trovano le versioni più interessanti dei più popolari supereroi.
Non è un caso che il primate armato co-protagonista di "Six-Gun Gorilla" sia infatti un personaggio di pubblico dominio i cui natali risalgono al 1939 come protagonista di una serie di racconti pubblicata da una rivista inglese (che potete leggere - gratuitamente e per intero - qui). In un mondo iper-narrativizzato come la Terra di questo ipotetico futuro (di fatto un enorme pianeta dedito ai reality show) la presenza del Gorilla non solo è strana e inusuale, ma è addirittura impossibile, dati i grandi sistemi utilizzati per far funzionare la storia e tenere gli spettatori incollati agli schermi. Ma perché il Gorilla è su Blister a far saltare le cervella a un sacco di persone?
Semplicemente perché è un personaggio libero, il cui autore è sconosciuto, anonimo, e che quindi non può reclamare alcuna paternità della sua creatura. L'unico legame che il Gorilla possiede e che vuole mantenere è quello con il suo unico lettore che lo ha inconsciamente evocato e assoldato come guardia del corpo e guida spirituale.
"Sam Zabel e la penna magica" e "Six-Gun Gorilla" sono due fumetti diversi, con percorsi diversi ma simili domande e un simile punto di arrivo, ovvero la centralità della storia e dei personaggi invece che dell'autore. Perché, parafrasando la dedica in apertura di "Six-Gun Gorilla", le buone storie sopravvivono anche all'anonimato dei loro scrittori.
Matteo Contin
Tavola riprodotta per autorizzazione della casa editrice
Matteo Contin
Tavola riprodotta per autorizzazione della casa editrice
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