Fuori dalla nebbia
due vite all'ombra di Giovannino Guareschi
di Giancarla Minuti Guareschi e
Concetta Cirigliano Perna
Falco Editore, 2015
Giovannino Guareschi (probabilmente ispirato da Leo Longanesi) diceva che molti scelgono di "vivere una vita" infelici perché costa meno.
Non è questo il caso, non si tratta di questa storia.
Non è questo il caso, non si tratta di questa storia.
Iniziò a nevicare, mentre gennaio terminava freddo e doloroso. La neve cadeva sempre più fitta e si posava copiosa per terra. Imboccammo il viale che portava verso casa mia, ero un fiume in piena. Divenne naturale prendermi per mano e non solo per il rischio di scivolare. Ci fermammo sotto lo scheletro di un albero dai miseri rami vinti dal peso della neve, che in poco tempo coprì i nostri cappotti e i miei racconti. Giuliano mi abbracciò con slancio dicendomi laconicamente:
«Non cambia niente, non cambia proprio niente».
Fuori dalla
nebbia è una biografia: accorata, nuda, simbolica. È la narrazione schietta di
Giancarla Minuti, il tassello mancante alla storia di Giuliano Guareschi,
giornalista italo-australiano e ‘figlio di Carta’ del celebre scrittore Nino Guareschi. Vicenda all'ombra dell'ingiustizia del non-riconoscimento familiare, di cui Giancarla e
Giuliano sono i protagonisti, sono esatta attuazione del viaggio ad ostacoli,
della determinazione e della lotta, non solo qui ed ora, ma in ogni posto. Storia metafora
della lotta umana – mai scevra di passione, a volte un po’ ribelle − per il
riconoscimento dei diritti; canto corale e richiesta di giustizia che prescinde
dal singolo avvenimento, perfetta incarnazione della presa di coscienza delle
responsabilità del fare e del fatto, di quella che – psicoanalisi o meno –
Svevo chiama appunto Coscienza.
L’approccio a
questa zona profonda del rimosso (mai
evidentemente rimosso) avviene in punta di piedi, a quattro mani, fondendo
narratore e personaggio. Biografia di un viaggio che ha i suoi estremi nella
nebbia e nella solarità, nell'inverno e nella rinascita, in cui le autrici
descrivono minuziosamente l’essenza dei ‘camminanti’, il dramma di tornare e
non trovare quello che si lascia, le distanze e le rivincite, la Storia.
Ebbene, “Fuori dalla nebbia” è soprattutto un pezzo di Storia che va dal conflitto bellico fino alla trasformazione della terra degli Aborigeni; God save the Queen lascia il posto a Advance Australia Fair mentre molti ex fascisti erano ormai fuggiti dall'Italia.
Ebbene, “Fuori dalla nebbia” è soprattutto un pezzo di Storia che va dal conflitto bellico fino alla trasformazione della terra degli Aborigeni; God save the Queen lascia il posto a Advance Australia Fair mentre molti ex fascisti erano ormai fuggiti dall'Italia.
Delicate e poetiche
le descrizioni geografiche, dall’outback
dalla terra rossa e arida fino a giungere ai profumi d’eucalipto del ‘mondo
grande’. Simbolismo e Realismo si esplicano in oggetti fisici innalzati a simboli,
segni ordinatori della struttura dei pensieri e della sequenza narrativa: lo
sgabello nero all’angolo, il tiglio, l’eucalipto, gli sporadici arbusti, l'outback, la nebbia.
Nella postfazione
al libro, Giuseppe Ussanni d’Escobar spiega che la storia di Giancarla è un viaggio
tra due mondi agli antipodi, l’Australia e l’Italia − escursioni umane oltre
che geografiche – un’Odissea dal respiro universale.
Lo stile è quello tipico del diario biografico: fluido,
scorrevole, ordinato, catarsi di uno smarrimento
che ricerca nella schematicità dei segni grafici l’ordine degli elementi,
l’esatta sequenza dei tasselli, le cause
e gli effetti di due vite parallele ed indefinite. Giancarla Minuti Guareschi e
Concetta Cirigliano Perna arricchiscono la narrazione di frequenti citazioni,
aprendo l’esperienza del singolo all’identificazione del lettore nei
personaggi. Gli anglicismi fanno da padroni nella descrizione del ‘mondo grande’,
nell'andare e venire della mente che pensa in due lingue diverse; il ‘due’ è infatti il
numero ricorrente: nei luoghi, nelle identità e nelle strade da percorrere.
Giancarla sceglie
la strada meno conosciuta, the one less
travelled by, quella dello smarrirsi e poi ritrovarsi, spazio comune della
metamorfosi e memoria di tigli.
E allora, da che
parte si sta meglio?
Alla recherche.
Isabella Corrado
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