Skellig
di David Almond
Salani, 2014
pp. 191
€ 10,00
“Vieni, su ali di gioia voleremo
Verso l’appesa alta mia culla;
Vieni e fatti un tranquillo asilo
tra verdi foglie, tra odorosi fiori”
(William Blake)
Di cosa parla questo libro ormai celebre, vero e proprio gioiello
narrativo che ha ispirato opere teatrali e cinematografiche? Chi è il protagonista del libro e di cosa parla
davvero? È il giovanissimo Michael alla sua prima grande prova della vita o
una strana creatura che solo bimbi e animali vedono? Oppure è la vita stessa,
in quello che ha di più prezioso? Il primo invito alla lettura andrebbe rivolto agli
aspiranti scrittori per ragazzi semmai cercassero un modello dei nostri tempi
cui guardare. Il suo segreto, fortunatamente, resterà inviolato e ogni lettore
dovrà cercare quella risposta che, tra le pagine, attende lui soltanto.
Troppo vasta la materia del racconto, proveremo soltanto a illuminarne
alcuni aspetti. In apparenza è tutto molto semplice. Skellig, parola di origine gaelica
a indicare una formazione rocciosa, è un breve romanzo di formazione ambientato
nell’Inghilterra anni ’90. Michael si è appena trasferito con i suoi genitori
in un nuovo quartiere. All’arrivo nulla appare familiare e il suo animo soffre
del clima angoscioso che regna in famiglia, la sorellina appena nata ha un
problema cardiaco e forse non sopravvivrà. Farà amicizia con Mina, che non va a
scuola e trascorre il tempo sugli alberi a osservare la vita degli uccelli,
disegnare e leggere poesie di William Blake. Insieme salveranno una
meravigliosa creatura di cui Michael, non appena arrivato, scopre l’esistenza
nel garage della nuova casa, sarà l’inizio di un’avventura che cambierà la loro
vita. La gioia alla fine sboccerà.
Detto questo, siamo già nei guai
perché l’apparenza inganna… I ferri del mestiere del
narratore sono così ben adoperati che l’autore ha scelto di celarli sotto una
perfezione in bella mostra. Complice una scrittura tersa e un fraseggio ricco
di abbellimenti da miti antichi e nuovi, incontriamo Icaro, Persefone, la
Genesi e l’evoluzione, la fluida semplicità della
narrazione è forgiata sul perfetto equilibrio di due direzioni. Una,
orizzontale, è costruita su due elementi, un anello e uno specchio, la verità
del racconto è svelata dalla seconda, verticale, la gioia delle ali. L’anello
prevede circolarità, si ritorna allo stesso luogo da cui si è partiti, la
struttura è di una classica fiaba a lieto fine e se qualcosa è cambiato è
l’animo di chi guarda. Lo specchio rivela i molteplici significati, nel libro
ogni elemento ha un suo “doppio”. La verità, come tutto ciò che cresce, volge
verso l’alto dove il libro dispiega un meraviglioso contrappunto sulla
simbolica delle ali, del librare, dell’aria e delle creature che abitano i
diversi gradini dell’evoluzione, naturale e spirituale, della materia.
L’animo di un
ragazzino preoccupato assomiglia a un giardino pieno di sterpaglie dove
campeggia un garage prossimo al crollo. Questo è lo scenario che si presenta
per la prima volta agli occhi di Michael giunto alla nuova casa. Se riusciremo
ad entrare in contatto con il nostro sentire affacciato al tempo
dell’adolescenza, dove tutto è duplice e in metamorfosi, sapremo scorgere il
significato dei luoghi mostrati. La vita attesa e il pericolo che si ritragga,
la narrazione avviene in un limbo tra la fine dell’inverno e l’inizio della
primavera, è uno dei temi principali di un libro la cui natura ora cominciamo a
intendere. E’ un sincero inno alla vita, che palpita, nella schiuma del latte,
del mare, dell’aria, in tutto ciò che protegge, reca abbondanza e trabocca di energia
fertile, che oscilla e racchiude l'impronta invisibile di chi ha forgiato
all'origine, tutte le forme. Talvolta i custodi della vita sono insospettabili,
proprio come i luoghi dove può capitare di incontrarli, magari un garage zeppo
di cianfrusaglie e proprio qui Michael, e noi con lui, incontra Skellig.
Chi o cosa sia
questo essere straordinario, certamente un angelo e certamente un uccello, l’anello
mancante tra i due forse… non ha in fondo molta importanza, il mistero rimarrà
tale, essenziale comprendere cosa incarni. Michael ha bisogno di aiuto per
credere a quanto gli accade e cominciare a sentire distintamente non solo il
suo cuore, ma il battito di tutte le creature. Lo riceverà incontrando Mina,
piccola ninfa dell’aria, l’altra parte della sua anima, che coltiva attenzione
al fluire di tutte le cose e soltanto insieme, stringendo eterea fratellanza,
possono inizialmente prendersi cura del custode della vita.
Questo potrebbe
apparire insolito a un primo sguardo una volta compreso il ruolo di Skellig,
che è di far fiorire la vita, portato a compimento vivificando nell’anima
altrui la capacità di vedere le radici della vita e averne cura. Essenziale è
saper guardare alla trasformazione che subirà nel corso della storia, e con lui
i diversi personaggi, e ci si augura, anche noi. Le sue ali hanno questo
potere, ed è difficile non lasciarsi incantare dalla poesia di alcune delle
pagine più belle dove siamo trasportati in alto con tale delicatezza senza
quasi accorgerci ad esempio che l’ultimo piano di un vecchio palazzo è la cima
di un monte… lì è il nostro nido, lì soltanto riceveremo vero nutrimento.
(si consiglia l'ascolto di Rachel Grimes - "Every Morning, Birds")
(si consiglia l'ascolto di Rachel Grimes - "Every Morning, Birds")